sabato 19 dicembre 2015

Conferme di Dio

IV domenica di Avvento. Al centro della Parola di oggi (Lc 1,39-45) la figura di Maria e quella di Elisabetta. Nel brano del viaggio mariano verso la Giudea, ci sono molti verbi che indicano movimento, spostamento, passaggio da un luogo certo ad uno meno conosciuto. Maria esce dal suo villaggio per andare incontro a una persona di cui le ha parlato l’angelo, nel momento dell’annuncio, sua cugina Elisabetta. Custode di un evento divino che ha tutte le caratteristiche di un segno potente, simile a quello che Dio ha operato in Maria, col suo concepimento. Maria viene confermata nella sua vocazione: sì, lei è la Madre di Dio, dunque quello che Maria ha ascoltato nel suo incontro con Dio adesso lo riascolta dalle parole umane di Elisabetta. Dio e l’uomo collaborano per aiutare ogni persona a camminare nelle vie diritte, quelle disegnate da sempre dal Signore stesso. Altri verbi ricorrenti sono infatti il salutare, il dialogare, il benedire, il lodare… tutti aspetti che rimandano alla relazione. Solo nella fitta rete di relazioni troviamo la via della vita. Dio si serve di tutto, eventi e parole, per raggiungerci, indirizzarci, correggere il tiro qualora lo avessimo sbagliato.


Maria ci insegna che per camminare sulla strada giusta, quella ricca di significato e di bontà che Dio ha pensato per noi, non sono richieste speciali doti, quanto invece la preghiera e la riflessione, che fanno leggere ogni vissuto alla luce della Parola ascoltata. Maria riceve la conferma di parole e fatti prima ascoltati dalla bocca di Dio. Se non avesse ascoltato non si sarebbe neppure messa in cammino e non avrebbe ricevuto alcuna conferma. Allora in questo tempo che ormai si avvicina alla notte santa della nascita di Gesù, facciamoci piccoli come Maria, ossia raccogliamoci nel segreto del nostro cuore e chiediamo allo Spirito Santo di insegnarci le sue cose, di dirci la sua parola. Restiamo raccolti e tenacemente rivolti all’interno, non per ignorare l’esterno, ma per avere la luce e il senso con cui illuminarlo. 

venerdì 11 dicembre 2015

Semplicemente gioia

III Domenica di Avvento, detta Gaudete ossia della gioia. Il profeta Sofonia infatti invita gli abitanti di Gerusalemme a rallegrarsi, a gioire con tutto il cuore perché hanno accanto un Salvatore potente, Dio, il Dio vicino(cf. Sof 3,14-17). Anche Paolo nella seconda lettura invita a stare sempre lieti perché il Signore è vicino (cf. Fil 4,4-7). E nel Vangelo il Battista ricorda che presto la loro gioia sarà piena con il dono dello Spirito Santo (cf. Lc 3,10-18). Una domenica mariana per eccellenza. Chi più di Maria ha avuto Dio vicino? Chi più di lei ha sperimentato la gioia vera? Ma come fa Maria a gioire e a chiederci di gioire, di non lasciarci appesantire dalla nostra debolezza e dalle fatiche della vita?

Maria nella sua fede profonda ha compreso che è Dio per primo a gioire di noi, è Lui che, come dice ancora Sofonia, gioisce per noi, ci rinnova col suo amore, esulta addirittura per noi con grida di gioia. Incontrare Dio significa trovarsi davanti il mistero di un volto che è Padre e ha concentrato in sé all’ennesima potenza tutto l’amore desiderabile, che si traduce in cura, custodia, premura, attenzione, tenerezza, soddisfazione per noi suoi figli, per quello che siamo ai suoi occhi. Maria ha fatto esperienza di questo volto, è entrata in contatto con un Dio capace di gioire di felicità non perché un figlio è buono ma prima di tutto perché esiste. Dio esulta di contentezza per ciascuno di noi, come noi non facciamo mai invece per nessuna cosa o persona. Siamo così lontani dalla trasparenza delle origini, dalla nostra “nudità” spirituale da avere perso il gusto del sentirsi oggetto di un amore tanto intenso quanto assolutamente puro e gratuito.


Maria ha scelto la strada della gioia pura, lasciando perdere tutto quello che non era Dio, e poi, Gesù. E così ha scoperto sempre più in profondità la dolcezza di vivere da figlia amata. Questa è stata la sua gioia e questa gioia desidera anche per noi. È una gioia possibile. La semplicità con cui Maria oggi ci dice che essere gioiosi della vera gioia è possibile ci stimoli a una ricerca, a una domanda, nel caso non l’abbiamo ancora ricevuta in dono. Maria è stata semplice perciò ha incontrato Dio. Noi siamo chiamati a scendere dalle altezze delle nostre complessità per imparare l’arte della semplicità, che passa attraverso la serena accoglienza di quello che siamo. 

venerdì 27 novembre 2015

Vergine della Medaglia Miracolosa



Supplica alla Vergine della Medaglia miracolosa

O Vergine Immacolata, che ti sei manifestata al mondo con il segno della Medaglia miracolosa, per mostrarci ancora una volta il tuo amore e la tua misericordia, soccorrici nelle nostre sofferenze, consola il nostro cuore ed esaudiscici nelle nostre necessità.

Ave Maria...

O Vergine Immacolata, che attraverso la Medaglia miracolosa ci hai dato un segno della tua missione di Madre, difendici sempre dal peccato, conservaci nell’amicizia con Dio, converti tutti i cuori, donaci l’aiuto di cui abbiamo tanto bisogno.

Ave Maria...

O Vergine Immacolata, che hai assicurato il tuo speciale sostegno a chi porta con fede la Medaglia miracolosa, intercedi per noi che a te ricorriamo, e per quanti a te non ricorrono, in modo speciale per chi è nel dubbio e nell’errore, e per quelli che ti sono raccomandati.

Ave Maria...


giovedì 26 novembre 2015

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa



9° giorno: La semplicità

Dagli scritti di san Massimiliano Kolbe
«Quando poi ci imbattiamo in una difficoltà che non siamo in grado di superare, oppure qualche tentazione incomincia a tormentarci con insistenza, non perdiamoci d’animo, ma rivolgiamoci sempre a lei con piena fiducia come i figli alla madre e lei ci infonderà la luce e la forza necessarie, ci stringerà al cuore e addolcirà le più grandi amarezze».

Maria, siamo poveri  e limitati e questo ci spaventa. Non sappiamo neppure come sognare, perché restiamo spesso delusi e a mani vuote. Fa’ che lasciamo ogni modo contorto e complicato di pensare e di vivere, e ci facciamo, come te, semplici. Le difficoltà allora non saranno un problema, ma la condizione normale, da accogliere con fiducia. Perché nessuno di noi ha la vocazione del supereroe e tutti siamo chiamati ad affrontare con amore le sfide della vita, sapendo che un Altro lotta con noi.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo


mercoledì 25 novembre 2015

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa


8° giorno: L’abbandono

Dagli scritti di Alfonso Ratisbonne
«Vedevo nel fondo dell’abisso le estreme miserie da cui ero stato tratto a opera di una misericordia infinita: rabbrividivo alla vista di tutte le mie iniquità ed ero stupefatto, intenerito, schiacciato dall’ammirazione e dalla riconoscenza».

Madre, noi siamo fatti per Dio e quando arriviamo a toccare il fondo, spesso ci apriamo finalmente a Lui, perché non abbiamo più sicurezze a cui aggrapparci. Quella estrema povertà fatta di lacrime e dolore diventa allora la più grande opportunità della nostra vita. Aiutaci a diventare pellegrini dell’Assoluto, camminando con Lui secondo le modalità che di volta in volta il suo Santo Spirito ci suggerirà.


Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo

Novena alla Madonna della Medaglia miracolosa


7° giorno: La luce

Dagli scritti di santa Caterina Labouré

«Subito dopo vidi alle sue dita degli anelli luminosi orna­ti di gemme, di varia grandezza e splendore, che emetteva­no numerosi raggi. “Questi raggi indicano le grazie che io spando su quelli che mi invo­cano”. Allora compresi quanto sia dolce invocare la Santa Vergine e quanto Ella sia generosa verso coloro che la prega­no; compresi pure quanto numerose siano le grazie che concede a quanti gliele chiedono e quale profonda gioia provi nel donarle».

Maria, pensare alla tua presenza materna nella nostra vita ci riempie di pace e consolazione. Ci rendiamo conto che abbiamo dentro il cuore troppe immagini negative, su di noi, sugli altri e sulla realtà. Abbiamo un gran bisogno di stare con te, di ascoltarti e di pregarti. Così pian piano la tua pace scenderà nei nostri cuori e ritroveremo l’armonia desiderata. L’immagine bellissima di te che spandi su di noi raggi di grazie si imprima profondamente nei nostri cuori e ci aiuti ad essere luce per il mondo.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo


lunedì 23 novembre 2015

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa


6° giorno: La testimonianza

Dagli scritti di san Massimiliano Kolbe
«Chi diviene proprietà di lei in modo sempre più perfetto, in questa maniera, eserciterà un'influenza sempre maggiore nell'ambiente che lo circonda e stimolerà gli altri a conoscere sempre più perfettamente l’Immacolata, ad amarla sempre più ardentemente, ad avvicinarsi sempre più a lei e a donarsi a lei fino a divenire nello stesso modo totalmente, senza alcuna limitazione, lei stessa».

Madre, spesso ci giustifichiamo addossando le colpe di ciò che non va all’ambiente. Troppo facilmente attribuiamo agli altri quelle oscurità che partono da noi, dal modo in cui guardiamo la vita e la realtà. Aiutaci a ritornare subito al centro che ci rende giusti, Dio. Sarà Lui a farci capire che l’armonia cercata dipende unicamente dalla nostra relazione con Lui. Gli ambienti che frequentiamo si umanizzano nella misura in cui noi comunichiamo questa pace.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo


domenica 22 novembre 2015

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa


5° giorno. La gioia

Dagli scritti di Alfonso Ratisbonne
«Non sapevo dove mi trovassi; non sapevo se ero Alfonso o un altro. Provavo un cambiamento così totale che credevo di essere un altro… cercavo di ritrovarmi e non ci riuscivo… La gioia più ardente scoppiò nel profondo dell’anima. (…) Sentivo in me qualcosa di solenne e sacro che mi fece chiedere un prete».

Maria, aiutaci ad attaccarci alla vera gioia, che è un dono gratuito che Dio concede a chi si mantiene piccolo e cerca in Lui il conforto specialmente nei momenti di incomprensione e di amarezza. Facci capire che non sono le nostre strategie a farci stare meglio, ma solo il misterioso agire dello Spirito, che giunge al momento opportuno, ossia quando ce n’è bisogno. Fa’ che ci inginocchiamo ai piedi del tabernacolo come figli che si tuffano nell’abbraccio del Padre. E Lui provvederà.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo


sabato 21 novembre 2015

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa



4° giorno. La fiducia

Dagli scritti di santa Caterina Labouré   
«Udii anche la voce che diceva: “Fa’ coniare una Medaglia secondo questo modello! Tutti coloro che la porteranno al collo riceveranno molte grazie; saranno colmati di benefici quanti la porteranno con grande fede”».

Madre, insegnaci il gusto del contatto continuo con Dio. Un legame cercato sempre con nuova energia, perché messo in pericolo dalla pesantezza del nostro essere fatti anche di terra. Aiutaci a dimenticare come cose di poco conto tutte le contrarietà e i pesi, perché nella misura in cui ce li scrolleremo di dosso, sapremo anche ridimensionarli, cogliendo la loro relatività rispetto a ciò che conta davvero.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo


Dal libro: La Medaglia miracolosa. L'abbraccio della Madre, Edizioni dell'Immacolata 2015

venerdì 20 novembre 2015

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa



3° giorno. L’elasticità


Dagli scritti di san Massimiliano Kolbe
«A noi spetta soltanto lasciarci condurre da lei – e non da noi soli – in modo sempre più perfetto, ogni giorno, ogni istante sempre più perfettamente, dove, quando e come piace a lei e non a noi».

Maria, condizionati da una mentalità efficientista, siamo tentati di pensare alla nostra vita come a una casa che dobbiamo costruire alla perfezione e fin nei minimi dettagli. E così quando la realtà non corrisponde all’ideale che sogniamo, ci diamo per vinti. Donaci invece un cuore sapiente che si adatta con dolcezza alle diverse situazioni come la creta alle mani dell’artigiano. Perché ci vuole molta più forza interiore a riempire di luce la realtà che ci è donata piuttosto che cercarne un’altra tanto perfetta quanto immaginaria. 

Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo

Dal libro: La Medaglia miracolosa. L'abbraccio della Madre, Edizioni dell'Immacolata 2015


giovedì 19 novembre 2015

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa


Dal libro "La medaglia miracolosa. L'abbraccio della madre" 
di Monica Reale - Edizioni dell'Immacolata Bologna 2015 



2° giorno. L’essenziale

Dagli scritti di Alfonso Ratisbonne
«Se dovessi raccontarvi solo l’episodio della mia conversione, una sola parola basterebbe: il nome di Maria!».

Madre, in questo tempo saturo di proposte e di voci differenti, aiutaci a semplificarci, a potare i tanti rami secchi della nostra vita perché non appesantiscano inutilmente le nostre spalle. Liberaci dalla complicazione, dai ragionamenti ingarbugliati, dalle pretese egoistiche. Aprici alla leggerezza dell’essenziale, perché impariamo a gioire di quello che siamo, che è il tutto di Dio per noi.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo


mercoledì 18 novembre 2015

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa 
Dal libro "La medaglia miracolosa. L'abbraccio della madre" 
di Monica Reale - Edizioni dell'Immacolata Bologna 2015 
                                            




1º giorno. Lo stupore

Dagli scritti di santa Caterina Labouré   
«Il 27 novembre 1830, il sabato precedente la prima do­menica d’Avvento, alle cinque e trenta di sera, al termine della prima parte della meditazione, percepii, in mezzo a un grande silenzio, un rumore simile al fruscio di una veste di seta. (…) Volgendo lo sguardo da quella par­te, vidi la Santa Vergine in piedi. (…) La sua figura splendeva di tanta bellezza che non sarei capace di dipingerla».

Maria, concedici di non chiudere il nostro quotidiano in una visione frettolosa, che si arrende troppo facilmente davanti a ciò che percepisce. La verità infatti è sempre una luce da tirare fuori e un significato da leggere. Aprici perciò alle sorprese di Dio, l’artista creativo per eccellenza, il quale ama giocare coi nostri giorni rendendosi presente nei modi più inaspettati. Ottienici la trasparenza dello sguardo e dacci la forza per difenderla dagli attacchi della sfiducia.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo


sabato 14 novembre 2015

Cercatori d'infinito come Maria

Nel Vangelo di questa domenica, Mc 13,24-32 (XXXIII domenica T.O.), emerge questa frase di Gesù: «Vedranno il Figlio dell’Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria». Nel discorso escatologico che Marco fa nel suo capitolo 13 Gesù, dopo avere spiegato che il tempo della storia è destinato a finire, apre gli occhi sulla sua venuta finale, quando finalmente la creazione sarà trasfigurata e sparirà il male dall’orizzonte della vita dei figli di Dio. Davanti a questo scenario di trasformazione finale, quello che ci è chiesto è vigilare e ascoltare. Due verbi che Maria ha vissuto e che ci mostra come via maestra per custodire la serenità della vita.

Vigilare, ossia restare svegli, non addormentarsi spiritualmente, non lasciarsi anestetizzare ma restare padroni di se stessi, restare cercatori del bene, impegnati a lavorare su se stessi, senza ripiegamenti. Ascoltare, ossia avere il coraggio di tralasciare anche occasioni importanti per coltivare la relazione con Dio a partire dalla sua Parola. Nessun riposo umano è in grado, come il tempo dedicato all’ascolto della Parola, di pacificare il cuore. È una questione di proporzione: ciò che è finito, limitato non può appagare un bisogno infinito, che è quello che ci portiamo dentro, nell’intimo.


Maria è sempre stata sveglia, pronta a servire il Signore in qualunque modo Lui glielo avesse chiesto. Arriva la proposta di essere madre per il Verbo che viene? Maria è accogliente. Bisogna correre in Giudea perché un incontro profetico si compia? Maria c’è e coglie al volo il desiderio di Dio. Viene l’ora di accompagnare silenziosamente il Figlio nel suo cammino di donazione? Maria nuovamente è in prima linea per fare esattamente quello di cui c’è bisogno. Giunge il momento di morire totalmente a se stessi per il bene dell’umanità? Maria è più presente che mai ai piedi della croce. Si delinea la necessità di una madre spirituale per gli uomini? Maria ripete in eterno il suo eccomi. Quando perciò Gesù dice che il cielo e la terra passeranno ma le sue parole no, intende indicarci che non dobbiamo farci illusioni, solo Lui è la risposta alla nostra sete di eternità.  

mercoledì 28 ottobre 2015

Orizzonti sempre nuovi


«Orizzonti sempre nuovi mi attraggono. Riflettete personalmente, approfondite e rallegratevi delle inebrianti armonie dell'amore. E che cosa sarà in paradiso?» (SK503).

Massimiliano Kolbe e lo sguardo della fede. La realtà è il luogo nel quale oltre ad accogliere il già dato, siamo chiamati anche a creare, a investire quel potenziale di vita che fa la differenza tra ciò che è cristiano e ciò che non lo è. Senza il nostro apporto luminoso, che nasce dal sentirsi amati da Dio, l’ambiente che ci circonda resta tale e quale lo abbiamo trovato. È questione di quanto amore portiamo nell’anima, di quanta gioia abbiamo dentro, nel profondo, dove è avvenuto l’incontro con Dio. Se c’è questa coscienza di essere stati visitati, di avere davvero stabilito un incontro, stretto un’amicizia unica ed eterna, allora bisogna solo decidersi a comunicare questa ricchezza ed esperienza.

Tanti stanno male, soffrono di tristezza e scoraggiamento non perché abbiano dei problemi, ma perché non hanno le risposte per le domande fondamentali della vita. Da dove vengo, chi sono, dove vado, perché vivo? Abbiamo solo bisogno di Dio, abbiamo solo bisogno di significato. Quando Dio è accolto, cambia tutto. Orizzonti nuovi attraggono la nostra intelligenza e il nostro spirito, che si scopre più capace di sognare di quanto credevamo prima. E ci si ferma volentieri a riflettere sulle bellezze che Dio crea in noi e intorno a noi, perché sentendosi amati, si è più sensibili ai riflessi esterni provenienti dallo stesso amore. Non si hanno troppe difese, si è limpidi. Così il paradiso diventa quella perla verso cui tendiamo, desiderosi come chi ha sete e sa che risalendo la montagna, goccia a goccia, un giorno arriverà ad abbeverarsi alla sorgente stessa di quell’acqua unica e esaltante. 

mercoledì 14 ottobre 2015

Nelle opere divine nulla di grande nasce senza dolore


Queste parole di san Massimiliano Kolbe si riferiscono alla sua dura missione giapponese ma sono vere anche per noi. Non è la nostra stessa vita quotidiana una missione in cui possono essere così tante le difficoltà da farci chiedere dove sia il senso del nostro donarci? Niente che abbia valore nel progetto del Signore avviene senza dolore, senza sacrificio, senza l’irrilevanza di tanti nostri sforzi. Sembra davvero che il massimo della realizzazione su questa terra sia la libertà di darsi per vinti, di accogliersi in tutto ciò che di limitante c’è in noi e intorno a noi, di rinunciare a voler quantificare il bene, di farsi piccoli e godere della consolazione di essere umili servitori del bene. Forse il massimo della saggezza sta nel gioire non delle cose che vanno lisce, ma di quelle che continuano a subire colpi su colpi… in quella apparente “scorta” di fallimenti c’è una perla. La perla della libertà. Libertà di vivere solo per amore.  


La grandezza di cui parla padre Kolbe e che è stata la grandezza di Maria infatti non ha nulla a che fare col senso di soddisfazione di chi ha successo e vede moltiplicarsi i riscontri attorno a sé e alle sue attività, ma consiste nel non voler più avere ragione in questa vita, se non nell’ottica del Vangelo. Che è l’ottica dell’irrilevanza. Beata irrilevanza, nella quale Dio però misteriosamente è all’opera, come buon artigiano. Solo chi come Maria opera e lavora solo per puro amore, sarà in grado di vedere le opere di Dio, che per fortuna sfuggono a ogni controllo umano. Solo chi si sarà lasciato così profondamente purificare, sarà capace di saltare di gioia e stupirsi di quelle grandi cose che il Signore Risorto farà attraverso di lui senza che se ne renda neppure conto. Proprio il caso dire: chi vivrà, vedrà!

sabato 3 ottobre 2015

Bellezza originaria

«Dall’inizio della creazione Dio li fece maschio e femmina… l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (cf. Mt 10,2-12). 

La parola di questa domenica apre il nostro cuore alla realtà della bellezza originaria. Gesù non fa moralismo: “voi dovete, sarebbe cosa giusta fare così” eccetera. Gesù attira la nostra attenzione sullo splendore del nostro essere, creato in armonia con Lui e con gli altri. Chi ci mostra questa bontà degli inizi è Maria con la sua vita bella e nello stesso tempo concreta. In lei vediamo realizzata la persona che, cosciente di essere figlia di Dio, sceglie anche di vivere di conseguenza. Maria nella sua vita è sempre tornata lì, alla fonte, ad attingere senso, forza, conforto, sostegno. Anche lei è stata sottoposta alle tante suggestioni che provengono dal mondo. Non era un angelo!

Ha dovuto rendersi conto, come ognuno di noi, della realtà. Una realtà certo abitata dallo Spirito di Dio ma pur sempre insidiata anche dal peccato e dal male, con tutte le possibili sfumature in cui si declina. E ha perciò dovuto scegliere con fermezza la sua posizione e mantenerla con coraggio e perseveranza. Ha lavorato duramente su se stessa per far entrare nella sua carne – oltre che nel suo cuore – la fede in Dio. Tante volte è stata tentata nella sua fede. Già solo nella sua vocazione ha dovuto fronteggiare la marea delle mille domande e farvi trionfare la fiducia. Non si è prodotta da sola la fede in Maria, come secondo un automatismo. La fede in lei ha richiesto una risposta fattiva, collaborativa, decisa, costante. Così Maria ha custodito e protetto l’unità del cuore. Riconciliata grazie al dono della sua nascita perfetta, senza peccato, Maria si è impegnata per tutta la vita perché nulla di negativo potesse trovarla fiacca e passiva, strappandole quel dono tanto grande. Ha lottato con coraggio per scoprire sempre il senso positivo delle cose, respingendo ogni tentazione e trovando il modo di rimanere attaccata all’essenziale, alla radicale positività del suo essere.

In origine non era così… ci fa quindi capire che se in origine tutto era facile, e l’uomo e  la donna vivevano una corrispondenza piena tra loro e con Dio, nella storia umana sulla terra non è così. Non lo è stato neppure per l’Immacolata. A noi prendere coscienza del potere che il Signore mette nelle nostre mani, quello cioè di saper trasformare col nostro modo di pensare e agire ogni realtà in bene.



giovedì 24 settembre 2015

Ovunque amore


«Lasciarsi condurre. Accettazione della parola di Dio “e la custodisce” (cf. Lc 2, 19, 51). Maria stessa fa tutto. La creazione è un frutto dell'amore. Ovunque amore. Non confidare in se stessi, ma nell'Immacolata».

Pochi mesi prima di essere arrestato, nel ’39, Massimiliano Kolbe scrive queste parole, frutto della contemplazione profonda del mistero di amore di Dio e di Maria. Sta per avvicinarsi il dolore più grande per lui e per tanti uomini, e forse anche per questo il suo cuore sente di più, è capace di una comprensione più piena del senso delle cose e della vita umana. L’occhio del cuore, liberato dalle suggestioni mondane, sa cogliere l’essenziale. Qual è questo tutto che conta? È l’amore di Dio, che avvolge ogni cosa, ogni respiro vivente, che è invisibile ma sensibile, come il vento, che quando ti afferra si fa sentire, eppure nell’afferrarlo, ti sfugge.


Ovunque amore. Per chi legge la realtà col filtro della fede in Dio, ovunque è amore. Questa visione che si fa certezza dà la spinta per non farsi sconvolgere dagli eventi, talvolta tanto duri. Maria stessa fa tutto, ovvero se confidiamo in lei, se viviamo in relazione con lei, con questa madre sempre vicina, troveremo non solo le ragioni ma anche la forza interiore per continuare a sorridere. La creazione, noi, tutto ciò che è, deriva da un cuore che ci ama, quello di Dio. E Maria ci aiuta a restare uniti a questo cuore amante del Padre, perché ci vuole bene sul serio. Le stiamo a cuore, siamo l’oggetto delle sue preoccupazioni e cure materne. Sempre il suo sguardo si posa su di noi per cogliere le nostre lacrime e i nostri sorrisi, e la sua mano si fa carezza e si fa fermezza, è la mano di una madre che non ci abbandona mai.  

sabato 12 settembre 2015

Il tutto di Dio


«Devo soffrire, morire e poi risorgere» (cf. Mc 8,27-35). Gesù questa domenica apre il suo cuore e pronuncia parole intense, che sono la sintesi della sua esistenza. Rappresentano il significato profondo della sua come della nostra vita. Quando si è immersi nel non senso, nel dubbio, nelle richieste di significato, si è tremendamente grati a chi arriva con una luce capace di tirarcene fuori. Questa è la forza della proposta di Gesù. Dire sì a un cammino accidentato e impervio ma rivolto decisamente e infallibilmente alla verità, alla vittoria. L’affidamento a  Maria ci aiuta a metterci in questa disposizione di vita. Maria infatti non è solo nostra madre ma anche un esempio concreto di come camminare in questo mondo. La sua maternità perciò tende a farci assumere i suoi stessi atteggiamenti, che poi sono quelli di Gesù, quelli che lei ha imparato da suo Figlio, nei lunghi anni in cui ha osservato e meditato tutto quello che Gesù diceva e faceva.

Quando Maria è venuta a conoscenza di queste parole di Gesù, le ha fatte sue. Certamente ha avuto paura, ha desiderato che quei due verbi – soffrire e morie – non riguardassero la persona che più amava al mondo. Dopo avere ascoltato tante parole di conforto e di fiducia da Gesù, ora le sembrava di sentire discorsi che stonavano, che andavano verso altre direzioni. Ma a differenza di Pietro, che ascoltando l’istinto di sopravvivenza subito mise un muro tra sé e il dolore, Maria invece non sollevò alcuna difesa. Facendo leva sulla fede, sulla fedeltà del padre Celeste, sulla sua Parola di vita, mise a tacere l’istinto e scelse il valore in cui credeva. Prese il tutto di Dio, non il frammento. Non si fermò solo al soffrire e al morire, ma abbracciò anche il risorgere.


Da Maria siamo chiamati ad imparare questa modalità di lettura della nostra vita. Non solo un aspetto, non solo un frammento, ma il tutto. E quando si dà ospitalità al tutto di Dio, allora come lei si entra nella dimensione liberante dell’accoglienza. Si fa l’ingresso nel regno della fede, in cui gli opposti si armonizzano, le asprezze sono ammorbidite e arrotondate, gli aspetti più faticosi e ardui sono integrati. Non è poca cosa giungere a questa sapienza, non e poca cosa lasciarsi associare da Cristo al mondo del dolore con il cuore rivolto alla risurrezione. Perciò con Maria impariamo a vivere, perché impariamo a fronteggiare ciò che ci fa più spavento: il dolore nostro e altrui.  

mercoledì 2 settembre 2015

Ardere d'amore


Immersi come siamo in un mondo che è attraversato da tantissime emergenze, corriamo il rischio di sentirci inutili... come contribuire al bene? e donare quella gioia che Gesù dona alla nostra anima? San Massimiliano Kolbe ci dà una bella scrollata e ci indica una via semplicissima. Non si tratta tanto di impegnarsi a contrastare il male, quanto, una volta evidenziato anche il male, di dare tutto se stessi al Signore attraverso Maria. 

Tendere con l'energia vitale che abbiamo verso questa unione con loro, svegliarci alla loro presenza, prendere coscienza che siamo in relazione con loro. In questo modo non saremo più occupati a rattristarci per tutte quelle cose che non vanno e che vorremmo diverse, ma spingeremo oltre la nostra capacità di vita e di donazione, come ha fatto Massimiliano, con la gioia che gli veniva dal sentirsi amato. 

Oggi padre Kolbe, come molti lo chiamano sentendolo ancora padre affettuoso e vicino, ci fa smuovere dalle nostre sedie e ci dice che ardere d'amore verso la nostra Madre celeste è il segreto per sentirci vivi e utili dando un contributo reale a migliorare gli altri con cui viviamo. Non c'è gioia più grande che vedere gli altri fiorire di quella stessa luce che un giorno ha fatto fiorire noi. 

sabato 29 agosto 2015

Il domicilio del mio cuore

«Dal di dentro dell’uomo escono i propositi di male» (Mc 7,21). Gesù, in questa domenica, sgombra il campo da ogni tentativo di sviare sulle situazioni e sulle cause esterne la ragione dei nostri comportamenti sbagliati e delle nostre insoddisfazioni. Il vero motivo è un cuore lontano dalla verità, lontano da Lui. È questione di dove siamo collocati. Se abitiamo le regioni più distanti del nostro essere, le parti più esterne, periferiche, oppure se siamo in contatto con la nostra parte più autentica, il nostro vero sé. Questione dunque di distanze e di “domicilio”.

Da questo punto di vista la Vergine Maria ha molto da insegnarci. Lei che non ha mai peccato, cioè non ha mai volontariamente e per scelta distolto lo sguardo dalla verità. Il suo principale impegno è stato quello di risiedere sempre al centro del suo cuore, dove Dio abita con la sua verità. Così ravvicinata a Lui, è riuscita a distinguere con facilità la via del bene. Certo anche lei ha dovuto accogliere il mistero di una sapienza troppo grande da poter comprendere e abbracciare del tutto, però nella vita ordinaria ha facilmente aderito alle buone ispirazioni, proprio perché il suo cuore non era lontano dalla verità.

Quando sentiamo la fatica di prendere decisioni, di capire dove stiamo andando e anche di giudicare il bene delle nostre azioni, della nostra condotta di vita, fermiamoci e chiediamoci se come Maria abitiamo il nostro cuore oppure se siamo esiliati in chissà quale regione esterna a noi. Ovvio che la voce di Dio, se si abita lontano da sé, non si coglie né si capisce. Ovvio che tutto è vago e incerto, che non si hanno sicurezze, che ci si sente soli. Chi ha mai sentito la sua voce? Eppure la sua voce si sente, eccome! Anche chi abita lontano da sé spesso fa l’esperienza di sentirsi affascinato, attratto da una parola, da una persona, da qualche segno che rimanda al Signore, alla verità. E allora qualcosa dentro si muove, una scintilla di amore si accende, un raggio caldo attraversa il buio fitto e fa intravedere possibili cammini.


Gesù nel Vangelo di oggi sottolinea che quegli ebrei lo onorano con le labbra ma il loro cuore è lontano. Maria lo ha onorato con le labbra ma soprattutto con tutto il suo cuore. E ha trovato la via diritta. Quella stessa che ci invita a percorrere. Lei che è Madre e che ha ricevuto da Gesù il compito e il potere di accompagnarci e di darci tutti gli aiuti utili per risalire la china e fare l’esperienza della rinascita spirituale. Tu, da che parte stai? Dove risiedi? Cosa ti suggerisce lo Spirito Santo? Quali indicazioni ti dà? Che grado di risposta dai? Pronta e accogliente oppure pigra e diffidente? Fare chiarezza su questo punto è fondamentale: in base alla risposta sapremo a che punto siamo e a quale passo di rinnovamento ci sta chiamando con amore e tenacia il nostro Dio, con l’aiuto sempre premuroso di Maria. 

martedì 25 agosto 2015

L'Amore è puntuale


Massimiliano scrive queste parole nel tempo in cui è in Giappone. L'inizio della missione è stato denso di fatiche e privazioni. Povertà, mancanza di mezzi e di appoggi... eppure una fortissima carica interiore e una grandissima gioia. L'amore di Maria e del Signore è una realtà troppo grande perché qualcosa o qualcuno possa fermare la nostra corsa verso il bene, verso nuovi orizzonti e progetti. Non mancano gli ostacoli, ma nell'ottica di Kolbe questi sono solo un valido aiuto per la nostra crescita nella fede. 

Sono occasioni per lasciare che Dio faccia il suo lavoro e operi con potenza... non nonostante la nostra incapacità ma proprio attraverso di essa. L'Amore di Dio è puntuale, non è mai in ritardo. Vivere questa realtà ci libera ed è affidandoci a Maria che siamo portati a questa libertà. Non c'è niente di più bello che permettere alla grazia di operare, lasciandole appunto questo spazio che è la nostra debolezza. Sì con Maria sentiamo e sappiamo che le grazie giungono quando ce n'è bisogno. Quando siamo sul punto di non capire più nulla... ecco che il Signore interviene. Quando ci sembra che nonostante le preghiere, le cose stentano a cambiare, ecco che arriva una ventata di aria fresca a rinnovare le nostre vite. A volte è un tocco leggero, altre un cambiamento deciso. Sempre un'opera di amore puro da parte di Maria nostra Madre, che non sta mai ferma, e ci ottiene tanti e tanti aiuti da meritare tutta la nostra fiducia. 


sabato 22 agosto 2015

Con la testa e con il cuore


Questa domenica la Parola di Gesù stimola la nostra intelligenza a un ragionamento (cf. Gv 6,60-69). Gesù offre se stesso nel dono dell’eucaristia. Non dice che la sua proposta è la cosa più facile del mondo da capire. Porge la verità nella sua semplicità e nudità. 
E lascia che ognuno interroghi personalmente il suo cuore sulla risposta da dare. La parola viene definita “dura” dai discepoli. Cioè difficile da capire. Ma questo non è peccato. Anche Maria all’annunciazione non ha compreso. Il peccato sta nella durezza di cuore. Gesù perciò sottolinea: «Questo vi scandalizza?». Davanti al dono della fede, si presentano vari scandali, vari ostacoli. La verità tocca la mente e afferra il cuore, e chiede una risposta adeguata. Di fede. Solo il cuore può superare la pietra di inciampo che l’intelligenza a un certo punto pone davanti. Solo il cuore fa entrare la ragione in una Ragione più grande. Gesù infatti subito aggiunge che è lo Spirito che dà la vita.

Maria ha visto l’ostacolo ma non vi è inciampata. Ha chiesto aiuto a Dio e Dio le ha risposto. Lo Spirito farà tutto perché nulla gli è impossibile. Così Maria comprende che la vita di fede è una questione di proporzione. I doni spirituali non si accolgono solo con un bel ragionamento ma specialmente con l’apertura del cuore, con la fiducia. Per ogni peso la sua misura. La fiducia poi risana l’intelligenza, la rettifica, raddrizza i suoi giudizi sbagliati e la fa lavorare bene, come un meccanismo che dopo essersi arrugginito torna a funzionare. Credo per capire, capisco per credere, diceva Agostino. Finché vuoi pescare un tonno con un amo di due centimetri ti troverai sempre sconfitto e catapultato nelle acque. Con il rischio di arrivare a credere che il tonno non esiste perché non abbocca al tuo amo. Senza fiducia in Dio l’intelligenza si ammala. I discepoli infatti non potendosi spiegare questi strani discorsi di Gesù, preferiscono voltargli le spalle. Meglio lasciarlo perdere.


Fortuna che Pietro, come prima di lui Maria, salta su con la sua stupenda affermazione: «Non ti lasceremo, perché tu solo, mio Signore hai parole di vita eterna!». Affidarci a Maria oggi significa vivere le nostre cose con il cuore e con la testa. Prima e fondamentalmente con il cuore e anche con la testa. Il cuore ci fa balzare oltre la tastiera del computer dove stiamo lavorando, oltre le pratiche sulla scrivania che chiedono di essere studiate, oltre il limite di tante situazioni e relazioni che ci sembrano strette e difettose. Aprirsi e abbandonarsi a questa Madre che ci ama ha la forza di farci sorridere, di farci prendere le giuste distanze dalle cose: la vera vita infatti è un’altra, e la portiamo dentro. Quello che Maria ci chiede è: «Vuoi provare a guardare la tua vita da questo punto di vista? vuoi appoggiarti a Dio che è in te?». Chi non ci crede o non riesce faccia la prova, come diceva Massimiliano Kolbe, e sperimenterà in prima persona chi è l’Immacolata, chi è questa nostra Madre.  

lunedì 10 agosto 2015

Maria e Kolbe: quando restare piccoli “conviene”

Memoria di san Massimiliano Kolbe e Solennità dell’Assunzione di Maria al cielo
Il 14 e il 15 agosto sono segnati da questa duplice ricorrenza, non casuale. Kolbe chiuse gli occhi di questo mondo il 14 agosto del ’41, e questa data resta come un segno datoci dal Signore per farci capire che, ciò che ha permesso a Massimiliano di fare della sua esistenza un dono di amore stupendo, è stata proprio la sua assoluta donazione alla Vergine Immacolata. Di Maria celebriamo il mistero di fede (dogma dell’Assunzione) per cui sappiamo e crediamo che è l’unica creatura che può già godere della risurrezione della carne. Noi, dopo morti, dovremo attendere la fine del mondo storico, quando Gesù, una volta tornato definitivamente (parusia), ci permetterà di riavere con noi il corpo glorificato e trasfigurato per una pienezza di vita senza limiti. L’amore che ci avvolge già ora se gli apriamo il cuore, diverrà realtà da godere senza fine quando saremo con Cristo, in cielo. Un messaggio di grandissima speranza, che ci fa sopportare ogni aspetto, anche meno piacevole della vita, perché abbiamo una meta, perché la Persona più importante ci attende.

Per Kolbe la vita è stata tutta una lotta per non farsi turbare dalle difficoltà e rimanere nell’amore di Cristo, sperando contro ogni speranza. Avendo scoperto che Maria è un sostegno fortissimo e invincibile, Massimiliano si è affidato totalmente a lei, e ha portato avanti la sua corsa senza mai voltarsi indietro. Ha tenuto lo sguardo fisso su Gesù, la mano stretta in quella di Maria e con l’altra ha trascinato tantissime persone dietro di sé, facendo l’impossibile perché anche loro si aprissero al dono della Madre. Il suo cuore si è dilatato fino ad assomigliare a quello di Cristo quando ad Auschwitz ha scelto di donare la sua vita per salvare quella di un altro prigioniero.  

Cosa accomuna Maria e Kolbe? Senz’altro l’umiltà, la piccolezza, accolta e vissuta con gioia. Il Vangelo dell’assunzione ci ricorda proprio il canto mariano del Magnificat col suo centrale riferimento all’umiltà. Maria è felice perché il suo Dio è un Dio che ti fa sentire il tuo niente senza umiliarti, anzi raccogliendoti come si raccoglie un tenero uccellino e facendoti entrare nella sua casa, condividendo con te tutti i suoi beni, tutto se stesso.  


Se il termine “conveniente” si riferisce a qualcosa che si adatta bene, è proporzionato, a giusta misura, allora possiamo dire che essere umili, piccoli, ci “conviene”, si adatta bene al nostro stato. È la risposta logica di una persona sana di mente che si rende conto che non può salvarsi da sola e semplicemente dipende in tutto da Dio. Quando poi, come per Maria e Kolbe, si fa esperienza che questo Dio è un Padre misericordioso, allora si è doppiamente felici di scoprirsi piccoli e impotenti. Tutto quello che ci manca, infatti, ci viene donato gratuitamente. Dio provvede. Dio guida e soccorre i suoi figli, accompagnandoli personalmente secondo un disegno di puro amore. Massimiliano kolbe, nel ’32, dalla nave sul mare della Cina scrive ai suoi frati giapponesi queste parole: «Se già su questa piccola terra noi avessimo un grande amore a Dio e alla santa Madre Maria, allora avremmo il paradiso in terra. Bisogna diventare come un piccolo fiore, come santa Teresa. Questo è tutto il nostro lavoro»

venerdì 31 luglio 2015

Nutrire la fame del cuore

«Datevi da fare per il cibo che dura per la vita eterna…»: parole dirette questa domenica ci rivolge Gesù per scuoterci e aiutarci a fare verità. Su che cosa? Su cosa stiamo cercando, in chi stiamo riponendo la nostra fiducia. Maria è stata lodata da Elisabetta e in fondo da tutta la Chiesa per la sua genuina fiducia nella Parola. Chi più di lei può aiutarci a capire questo invito del Signore? Se guardiamo al brano di Giovanni (6,24-35) ci rendiamo conto che c’è quasi un conflitto tra quello che dice Gesù e quello che dicono gli uomini, quella folla che lo stava seguendo con insistenza dopo che aveva fatto esperienza della moltiplicazione dei pani e dei pesci. C’è una tensione palpabile: la folla chiede di toccare, quantificare, soddisfare i sensi, Gesù chiede di credere, di affidarsi, di nutrire un'altra fame, quella del cuore. 

Tutto il dialogo-confronto è fatto dall’opposizione tra il fare e l’essere, il compiere e il credere. Le persone sono preoccupate di fare, avere qualcosa tra le mani, da stringere, Gesù è assolutamente libero da questi desideri di possesso e parla della bellezza di credere. In questo senso si tratta questa domenica di una Parola molto mariana. Maria ha lasciato perdere tutte le esigenze e i bisogni indotti e ha preferito vivere della Parola. Ha riconosciuto la sua sete autentica e ha capito che la risposta ce l’aveva Dio, a cui si è affidata. Maria ha compreso che se diamo spazio ai bisogni, perdiamo gradualmente la libertà. Non siamo più noi a decidere dove dirigere i nostri interessi, ma sono loro a tirarci. La soddisfazione per un bisogno appagato dura poco e dà l’impressione di portarsi via la nostra gioia. In realtà la delusione deriva dall’aver sperimentato che non era quello il bisogno più vero ed urgente. Era moneta falsa!


Maria ha scelto il ritmo lento della fiducia, fatto di valorizzazione del piccolo e del poco. Meglio avere di meno e godere di più, che avere tanto e vivere l’ansia del cuore, essere perennemente in ricerca. Maria ha goduto della dolcezza che la fiducia dona al cuore. Della stabilità, della sicurezza di sapersi accompagnata da Dio, il quale conduce a buon fine qualsiasi situazione, se la affidiamo a Lui. Ci insegna che è cosa buona riconoscere la nostra sete di amore, e che questo è il bisogno più vero e fondamentale per il quale dobbiamo darci da fare. In questa ricerca dobbiamo spenderci totalmente, fino alla fine. 

«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Davanti ai tanti messaggi che vogliono farci credere che oggetti e viaggi e chissà cos’altro possa renderci sazi e felici, ci viene da sorridere per tanta ingenuità e nello stesso tempo ci rendiamo conto che bisogna impegnarsi al massimo per aiutare gli altri a non farsi ingannare, e a non continuare a credere che la sete del cuore possa avere come suo appagamento qualcosa che non sia Dio e il suo amore. 

sabato 11 luglio 2015

Resi capaci di scacciare i demoni

Gesù in questa domenica estiva chiama i Dodici e li invia dandogli il potere sugli spiriti impuri (cf. Mc 6,7-13). Un messaggio chiaro sul quale non ci sono dubbi: come cristiani siamo chiamati a scacciare i demoni. Con quali mezzi? Non certo quelli della violenza, dell'imposizione, della forza. Ma quelli che lo Spirito di Cristo ci dona.

L'affidamento a Maria è il mezzo privilegiato per portare la luce di Cristo negli ambienti in cui viviamo, lottiamo, soffriamo. Maria infatti come Immacolata porta il serpente infernale sotto i piedi. Gli schiaccia la testa, impedendogli di mordere i suoi figli. Il veleno che oggi sta entrando nelle nostre realtà è quello dell'antiumanesimo, delle ideologie atee che stanno lavorando instancabilmente contro l'uomo. Contro l'uomo, contro la famiglia, contro l'etica, contro la verità. La battaglia è al livello dei valori. Qui si sta giocando il futuro dell'umanità. Maria ci dice di ascoltare Gesù e Gesù ci mostra la strada della fiducia in Lui. «Andate e senza sicurezze umane, senza prendere nulla per il viaggio, portate al mondo la luce della mia verità. Parlate, non abbiate paura, esponetevi, non temete, vi difendo io, siate figli, guarite il mondo con la mia benedizione».

Maria non ci è accanto per cullarci nelle nostre esigenze di cura e riposo, ma perché così amati e rafforzati andiamo sicuri del fatto che la nostra stessa persona ha la forza di illuminare le tenebre. Se ci affidiamo totalmente a lei, per forza di cosa saremo capaci di scacciare i demoni. Che sono l'aggressività, l'ignoranza, l'orgoglio, l'autosufficienza, l'egoismo, la chiusura al trascendente, la mancanza di rispetto, il calpestare i diritti fondamentali della persona, la menzogna e ogni forma di negatività. È questo il messaggio forte e nello stesso tempo dolce del Signore, quello di abitare il nostro presente con coscienza missionaria. Possiamo anche non uscire di casa eppure essere i più grandi missionari se avremo fatto crescere tra le mura domestiche i valori e il bene.


Maria è stata contemplativa e attiva, ha fatto tanto ma solo dopo avere pregato tanto, ha camminato anche lei per le strade della Palestina ma solo perché era Gesù a fissare la rotta. Maria ci è accanto per camminare con lo stesso coraggio e la stessa fede che hanno caratterizzato la sua vita. Riprendiamo fiducia nella nostra capacità di cambiare le cose. Non siamo impotenti. Siamo deboli, ma non impotenti. Cristo ci spinge. Chi può fermarci? Se camminassimo per conto nostro, certo che dovremmo avere paura di fallire, ma dal momento che camminiamo con Cristo, accompagnati dalla guida materna di Maria, siamo certi che vinceremo. Dove entreremo, scacceremo i demoni, liberando i nostri fratelli dalle loro tante schiavitù. 

mercoledì 1 luglio 2015

Mi vanto delle mie debolezze

A volte un filo d’erba ci fa sussultare per la sua bellezza, mentre tutti gli effetti speciali prodotti dagli uomini disturbano come moneta falsa. A volte una parola ci cambia la vita, mentre tutte le pagine e pagine di libri, riviste, siti web, social network, messaggi degli smartphone scorrono insignificanti e stancanti. «L’anima mia magnifica il Signore perché ha fatto grandi cose in me, piccola e povera», dice Maria, giovanetta, mentre contempla la presenza amorosa di Dio nella sua giornata, in ogni attimo, in ogni sguardo posato, pensiero fatto, gesto compiuto.

Che armonia meravigliosa poter vivere sintonizzati con Dio! Maria vuole solo donarci questa verità, non cerca altro, lei che ha trovato tutto in questa relazione di rispetto e amore con il Dio vivente, il Padre del suo popolo, e per lei, il Papà sempre vicino, sempre infinitamente misericordioso.

Questa domenica nella seconda lettura san Paolo ci parla di grandezza e piccolezza, e anche il Vangelo fa lo stesso. Gesù non può aiutare i suoi compaesani perché loro non si fidano di lui. Il motivo: la sua semplicità. Sì, un Dio che non appare dominante ma vicino, umile, attento, un Dio che non sfrutta gli uomini ma li aiuta, li appoggia, li guarisce, è un Dio strano, troppo “umano”, troppo piccolo, troppo semplice. Maria e tutti i piccoli come lei, in primis Paolo, invece, saltano di gioia per questa scoperta stupenda, e anzi, sono doppiamente felici perché questo Dio tanto semplice e vicino è anche un Dio che responsabilizza, rende partecipi della sua vita, della sua forza, della sua gioia e dà, dà tutto e di più oltre misura, abbonda, spreca, e lo fa per amore.


Grazie a Maria vogliamo essere di quelli che non sciupano la grande occasione della vita: prendere con gioia tutto ciò che Dio ci dà e condividerlo, vantandoci della nostra debolezza, perché senza di essa, non avremmo bisogno di Dio, e se non avessimo bisogno di Dio, non gli apriremmo la porta del cuore e della vita.

sabato 13 giugno 2015

Custodire l'incomprensibile

Cuore Immacolato di Maria. “Maria custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Il Vangelo abbinato a questa memoria importante porta in primo piano il valore del silenzio e della preghiera. Cosa è successo a Maria? Cosa la spinge a custodire nel silenzio della riflessione quello che le si agita dentro? Suo figlio Gesù aveva fatto e detto delle cose per lei incomprensibili. Ed era finito lì. Un mistero davanti al quale si possono fare due cose: o irrigidirsi oppure accogliere.

Maria ha scelto di collocare questi tasselli isolati all’interno di una scatola interiore, fatta di rispetto e cura. Ha subito evitato di pretendere di capire, dandosi del tempo per trovare dei fili invisibili con cui collegare tra loro le parti. Quando nella vita le cose non ci sono chiare, quando abbiamo cercato il senso di qualche evento, di qualche periodo, e abbiamo finito con il renderci conto che la risposta ancora non arriva, preferiamo il silenzio e la preghiera a qualunque altra idea ci venga in mente. Forzando non raggiungeremo l’obiettivo. “C’è un tempo per… e un tempo per” dice il Quoelet. Un tempo per raccogliere, per gustare il significato delle cose e un tempo per attendere la lenta maturazione del frutto.

Affidiamoci al Cuore Immacolato di Maria per chiederle il dono del discernimento.

Cuore Immacolato di Maria,
affido a te questo tempo di crescita e di ricerca.
Lo scarto tra ciò che sento e ciò che afferro sia riempito dalla tua dolce presenza. Rassicurami tu, parlami della bellezza della pazienza, che rende desiderabile ogni istante e lo strappa dal rischio del grigiore.
Ricordami che la fiducia è la forza che smuove il mondo, e che dà gioia pura, perché dona la certezza della vittoria contro ogni avversario.
Fammi sentire la dolcezza di quell’ostinato sì che dicesti quando al tempio d’improvviso tutto si fece incomprensibile.

E guidami sulla via della perfetta letizia, quella che tu hai vissuto sempre, facendo sorridere perfino le pietre, che mai avevano sentito sopra di sé dei passi tanto leggeri quanto i tuoi.

La Via della felicità