domenica 24 gennaio 2021

Lasciare e trovare

 


Il vangelo di questa domenica è un lampo di luce, una forza di consolazione che ci rovescia e ci rianima. Gesù passa lungo le rive del mar di Galilea, passa lungo le rive dei nostri mari, delle nostre esistenze, e vede, e ci vede, e chiama a sé, e ci chiama a sé. Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni che erano pescatori, nel sentirsi chiamati da Gesù, lasciano tutto e vanno dietro a lui, lo seguono. Lasciano tutto, barche, lavoro, reti, attaccamenti, e subito lo seguono. 

Come fanno a lasciar subito tutto e ad andargli dietro? Guardiamo all’esperienza: quando accade questa cosa qua? Questa dinamica interna che ci fa mollare tutto, ma proprio tutto quello a cui siamo abituati e ci spinge a ricostruirci su basi nuove? È l’esperienza dell’amore che passa attraverso il perdono, la riconciliazione di tutte le nostre fratture e spaccature. Attraverso Isaia, Dio dice: mi conoscerete quando aprirò i vostri sepolcri e vi risusciterò, o popolo io, quando metterò in voi il mio spirito e rivivrete. Ecco il punto! Cristiani si diventa quando si esce dal sepolcro delle proprie amarezze esistenziali, dei propri mali e delle proprie prigioni e quando se ne esce non è perché si è stati bravi ma perché si è cercato il Signore e lui ha ascoltato il nostro grido. La bellezza di questa chiamata dei primi apostoli sta nel mostrarci oggi la dinamica di base della nostra rinascita: rinasciamo quando Cristo ci tira fuori della nostre tombe, dai nostri luoghi bui. 

Possono essere delusioni, amarezze, dolori, ferite, fallimenti, qualunque cosa abbiamo sofferto e che abbiamo fatto diventare troppo determinante per la nostra vita. Cristo ci libera. Allora oggi la sua voce ci chiama a questa intimità d’amore e di perdono. Gesù passa, passa sempre. Questa è la buona notizia, questo è il vangelo che ci salva, questa è la certezza, che lui è vicino per salvarci. Sempre. 
Affidarci a Maria allora significa fare come lei: alla chiamata dare il nostro sì pieno, il nostro pieno abbandono a lui, senza voler risolvere, senza voler controllare, senza pretendere risultati immediati. Nell’abbandono a lui troveremo le risposte storiche alle nostre profonde domande. 

Vangelo

Convertitevi e credete al Vangelo.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore

 

sabato 16 gennaio 2021

Cercami e mi troverai

 

“Che cosa cercate?”. Gesù chiede questo ai due discepoli quando si accorge che lo stanno seguendo. E chiede questo anche a noi. Che cosa cercate? Che cosa stai cercando? La risposta dei due discepoli è: “maestro, dove dimori?”. E Gesù dice: “venite e vedrete”. Cerchiamo la tua dimora, cerchiamo in realtà la nostra vera dimora. Cos’è la dimora? È il cuore di Dio. È il luogo in cui siamo accolti e amati per sempre. La cosa più necessaria per la nostra esistenza è incontrare Gesù. Incontrato lui, la vita è risolta. Non si cerca più nulla. Si comprende allora che questa vita è transitoria, passeggera. 

E comincia la fase della vita caratterizzata da impegno, servizio, dedizione, nella ricerca di ciò che piace al Signore. E ciò che piace al Signore è che tutti possano incontrarlo e così trovare pace in lui, trovare la propria casa per sempre. Uno dei due discepoli che seguono Gesù è Andrea, fratello di Simone. Va subito a dirgli che ha trovato in Gesù la sua ragione di vita. Pietro allora vuole conoscere Gesù e quando incrocia il suo volto sente dirsi: “Tu da questo momento ti chiamerai Pietro”. Dare il nome è attribuire una identità a una persona, e Simone trova se stesso, il vero se stesso quando incontra Gesù. 

Questa dinamica di vita sembra così semplice… e in realtà lo è. Eppure lo Spirito Santo trova tanti ostacoli nei cuori in cui bussa. Tante persone stanno male ma non vogliono mettersi nella scia che li porterebbe gradualmente alla guarigione, come hanno fatto invece i discepoli. Che quando hanno sentito il cuore volgersi verso Gesù, si sono letteralmente fiondati dietro di lui. Quante resistenze nelle persone, quante diffidenze, e tutte dovute alla caparbietà di restare identificati con la propria storia! “Ho sofferto, sono stato tradito, non mi fido. Non voglio fidarmi, non ce la faccio”. 

Affidarci a Maria è una preziosa possibilità che Dio ci dà per farci aiutare se sperimentiamo queste durezze. Maria ci aiuta a cedere, a fidarci, ad ascoltare il S
ignore e a fare quello che lui ci dice. È tanto semplice la via della fiducia. Questa domenica vogliamo chiedere agli apostoli che quel giorno hanno seguito Gesù spinti dal desiderio del cuore, di intercedere per noi e l’umanità l’apertura del cuore, in particolare per quelle perone che fanno più fatica a lasciarsi amare.

 

17 gennaio 2021

Gv 1,35-42
II Domenica nell’anno


In quel tempo, 35Giovanni stava con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» - che significa Pietro.

 

sabato 9 gennaio 2021

Salvati dallo Spirito

 

Battesimo di Gesù, ovvero immersione del Signore nella nostra limitata umanità, non per lasciarci come eravamo ma per rinnovarci per sempre. In genere quando pensiamo al ricominciare, al rinnovare qualcosa, pensiamo a come modificare l’apparato esterno. Mettiamo mano ad alcuni elementi, facciamo dei cambiamenti, e le cose sembrano nuove. Con il nostro spirito, col nostro cuore, non funziona così. Più ci accaniamo sull’esterno, su quello che possiamo fare noi, sulle nostre iniziative, più restiamo appiattiti e scontenti interiormente. Non soddisfatti, non pacificati. Come allora raggiungere la salvezza? 

Gesù risalendo dalle acque del fiume vede squarciarsi i cieli e discendere lo Spirito Santo su di sé, e sente la voce del Padre che dice: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Il come della salvezza ce lo spiega e lo realizza Gesù. Ha a che fare con la ricezione, con il saper ricevere, con il farsi spazio accogliente. Deve squarciarsi la corazza del nostro cuore indurito nelle abitudini e nel solito modo di vedere e percepire le cose affinché in questi solchi interiori possa scendere l’abbondanza della consolazione della grazia. Occorre lasciare vie che riteniamo vere per incamminarci su strade differenti, dando al Signore la possibilità di parlarci. A volte, nel non voler scendere nel fiume e riconoscere ciò che non va bene in noi e che occorre offrire a Gesù perché lo guarisca, per l’ostinazione di non voler abbandonare la vecchia maniera di pensare e vivere, impediamo allo Spirito di entrare in noi. Non ci esponiamo, non ci rendiamo vulnerabili, ossia non ci lasciamo ferire e aprire il cuore e non permettiamo allo Spirito Consolatore di venire a risanarci. 

Con Maria questa domenica vogliamo chiedere allo Spirito Santo Consolatore che ci apra il cuore affinché possiamo ascoltare la voce di Dio che ci sussurra che siamo figli amati e che nostro Padre penserà a tutto, molto meglio di noi, se a lui offriamo ciò che siamo, abbiamo, amiamo e speriamo.

COME PREGARE IL VANGELO

Chiudo gli occhi e mi connetto con Gesù. Sento il suo sguardo su di me e mi apro a lui. Leggo e rileggo la pagina scelta. Mi fermo dove sento che una Parola proprio ora ha qualcosa da dire al mio cuore e alla mia vita. Mi fermo e sosto. La ripeto e parlo con Gesù di quello che sento e penso. Gli chiedo ciò che voglio e sono aperto a ciò che vorrà donarmi lui. Lo ringrazio ed esco lentamente dal dialogo. Durante la giornata verifico come questa Parola continua a parlarmi e guidarmi, e a instillarmi nuove ispirazioni.

                                                          10 gennaio 2021

Vangelo di Marco 1,7-11
Battesimo del Signore
In quel tempo, Giovanni proclamava7: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

sabato 2 gennaio 2021

Attraversati dalla luce


Con parole ineffabili Giovanni tenta di dare voce al mistero di Gesù che è venuto ad abitare in mezzo a noi e come luce ci ha dato il potere di unirci alla sua luce e così sconfiggere ogni tenebra. È strano, ma tutto quello che il Signore fa nel venire a noi è niente altro che vita, luce, liberazione dai lacci che ci affliggono, dalle pesantezze interiori che rendono grigi i nostri giorni. 

Viene con il cuore ricolmo di gioiosa dolcezza e tantissima speranza che noi lo accogliamo, come un padre o una madre che rientrando a casa sogna di vedersi correre incontro i suoi figli a braccia aperte. Giovanni ci dice che molti invece preferiscono girarsi dall’altra parte, e rinunciare a questa possibilità. Abbiamo davanti agli occhi tanti segni, tanti miracoli piccoli o grandi che ci parlano dell’amore di Dio, della sua presenza. Eppure se non scatta nel cuore dell’uomo quell’atto di umiltà per cui si riconosce incapace di farcela da solo e tende le mani, nulla cambia. La grazia non forza la natura. Attende il giorno del sì. 

Come ci fa bene in questo tempo di Natale rimanere davanti alla scena della natività, del presepe, e sentirne tutto il profumo. Da dove viene questa luce calda che accarezza e consola? Da due persone, Maria e Giuseppe, che hanno fatto spazio a questa carne divina e si sono lasciati cambiare i piani da Dio. Quanto siamo affezionati ai nostri schemi collaudati? Gesù viene per te, per me. Se siamo sinceri la luce la sentiamo, le percepiamo, ne sentiamo il profumo, il richiamo segreto. Gesù volentieri si dona a noi. Spetta solo a noi aprire il cuore. Il Signore ci dà un potere enorme: diventare figli di Dio. Che significa essere uniti a lui, e sentirne i benefici anche nel corpo. La persona tutta intera, attraversata dalla grazia, acquista luce, serenità, l’intima certezza di appartenere a Dio, di essere nelle sue mani. La grazia accolta nella nostra carne armonizza tutto quello che c’è dentro di noi: pensieri, emozioni, sensazioni, desideri. Tutto è ripreso, riplasmato e orientato verso la luce, e così la persona si tiene in mano, sa chi è e perché vive. Questo vangelo della seconda domenica dopo Natale ci parla di esperienza da fare e stimola alla concretezza: poiché Dio si è fatto carne, cosa della mia carne ancora trattengo? Possa Maria, che non ha trattenuto nulla, insegnarci la via dell’abbandono e della fiducia.

 3 gennaio 2021


Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-5.9-14)
II Domenica di Natale

1 In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2Egli era, in principio, presso Dio:
3tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
4In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
9Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
11Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
12A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

La Via della felicità