Massimiliano Kolbe e lo sguardo
della fede. La realtà è il luogo nel quale oltre ad accogliere il già dato, siamo
chiamati anche a creare, a investire quel potenziale di vita che fa la
differenza tra ciò che è cristiano e ciò che non lo è. Senza il nostro apporto
luminoso, che nasce dal sentirsi amati da Dio, l’ambiente che ci circonda resta
tale e quale lo abbiamo trovato. È questione
di quanto amore portiamo nell’anima, di quanta gioia abbiamo dentro, nel
profondo, dove è avvenuto l’incontro con Dio. Se c’è questa coscienza di essere
stati visitati, di avere davvero stabilito un incontro, stretto un’amicizia unica
ed eterna, allora bisogna solo decidersi a comunicare questa ricchezza ed
esperienza.
Tanti stanno male, soffrono di
tristezza e scoraggiamento non perché abbiano dei problemi, ma perché non hanno
le risposte per le domande fondamentali della vita. Da dove vengo, chi sono,
dove vado, perché vivo? Abbiamo solo bisogno di Dio, abbiamo solo bisogno di
significato. Quando Dio è accolto, cambia tutto. Orizzonti nuovi attraggono la
nostra intelligenza e il nostro spirito, che si scopre più capace di sognare di
quanto credevamo prima. E ci si ferma volentieri a riflettere sulle bellezze
che Dio crea in noi e intorno a noi, perché sentendosi amati, si è più
sensibili ai riflessi esterni provenienti dallo stesso amore. Non si hanno
troppe difese, si è limpidi. Così il paradiso diventa quella perla verso cui
tendiamo, desiderosi come chi ha sete e sa che risalendo la montagna, goccia a goccia,
un giorno arriverà ad abbeverarsi alla sorgente stessa di quell’acqua unica e esaltante.
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