Questa domenica il vangelo ci fa entrare nel mistero della
preghiera, relazione personalissima tra ciascuno di noi e il Signore, in cui
nulla è già scritto come in ogni relazione, ma tutto si crea nella misura in
cui ci si coinvolge aprendo il cuore. Cosa racconta Gesù per farci comprendere
l’importanza di mantenerci in relazione con lui? Racconta la storia della
vedova importuna che va a bussare alla porta di un giudice senza scrupoli
chiedendo giustizia e che, ad ogni tentativo fallito, ritorna più convinta che
mai. Ci aspetteremmo che il giudice a un certo punto la faccia allontanare,
liberandosi di lei. Ma Gesù ci sorprende dicendoci che quel giudice alla fine
la esaudisce per sfinimento. Se così fa quel giudice, forse che Dio Padre non
farà giustizia ai suoi figli oppressi da tante ingiustizie che gridano a lui
giorno e notte?
Gesù risponde che farà giustizia prontamente. Questo avverbio
è la chiave di volta. “Prontamente” tradotto dal greco significa al momento
opportuno, non significa subito. Gesù ci sta confidando il segreto del suo
cuore: sempre ci ascolta, e sempre ci esaudisce al momento opportuno, dentro un
processo nel quale nel tempo ci siamo lasciati lavorare dalla vita. Abbiamo
permesso a lui di camminarci accanto nelle giornate buie e in quelle luminose,
abbiamo imparato che la sua fedeltà è invincibile, a prova di ogni nostra stanchezza,
abbiamo infine lasciato che lui potesse operare e guidare la nostra barca.
Maria, a cui ci affidiamo e a cui guardiamo come a sorella
nella fede, non ha mai smesso di cercare e di domandare, ma sempre, allo stesso
tempo, non ha mai smesso di dare fiducia a Dio, ringraziando quando otteneva, e
ringraziando ancora quando non otteneva. Maria ci insegna che occorre chiedere
sempre, come la vedova importuna, e nello stesso tempo sempre lasciar parlare
Dio, permettendogli di raccontarci anche una storia diversa, quella che
desidera scrivere con noi.
Dal vangelo di
Luca - 18,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di
pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per
alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva:
“Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio
e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le
farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non
farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?
Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia
prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla
terra?».