In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai discepoli: «Passiamo all'altra riva». La nostra esistenza è un divenire: noi possiamo conservarci nelle cose note e non voler cambiare, ma di per sé ci evolviamo se riusciamo a stare dentro al dinamismo della vita. Gesù stesso ci fa passare costantemente all’altra riva, ci invita a spostarci e a guardare le cose da un punto di vista differente, scoprendo anche altre possibilità per noi, per la nostra autenticità.
Lo presero con sé,
così com'era, nella barca. E com’è Gesù? Gesù è com’è lui, non come vorremmo che fosse. Il suo vangelo
a volte ci procura fatica perché si tratta di far morire certe parti di noi
abbastanza narcisistiche che non vorrebbero diventare miti e compassionevoli o
che non vorrebbero cedere alla fiducia, preferendo l’incredulità e l’abitudine
a piangersi addosso.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca... Egli se ne stava a
poppa, sul cuscino, e dormiva. Accade a questo punto che gli apostoli corrono il serio rischio di morire. E Gesù che fa? Dorme. Gesù nella
nostra vita generalmente non abita come chi si fa sentire e percepire in modo
esplicito, ma è con noi come l’aria che ci avvolge. Se non ci pensiamo, non ci
accorgiamo che siamo contornati d’aria.
Allora lo svegliarono
e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento
cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro:
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
I discepoli allora si fiondano da Gesù per svegliarlo, e il Signore
fa tacere il vento. Poi gli fa questa domanda che è di una potenza indicibile: “perché
avete paura? Non avete fiducia in me?”. Colpisce che Gesù non dica: perché avete
avuto paura, ma perché avete paura adesso! Ora che tutto è calmo e siete salvi.
Allora capiamo che è una domanda per la vita, che va bene sempre, in ogni circostanza.
“Perché hai paura?”, chiede a ciascuno di noi, “non hai ancora fiducia in me?
ancora non ti rendi conto che io abito la tua anima e che sono il tuo respiro? ancora
non senti che la mia vita divina scorre in te? e che basterebbe così poco per
accoglierla e per farsi davvero riempire da questo fiume che mai si ferma e che
con costanza ti dà vita e ha cura di te?”.
Affidarsi a Maria porta con sé un grande aiuto nella capacità di lasciarci
davvero andare allo Spirito Santo, sapendo e sentendo che non c’è tempesta che
non sia possibile attraversare perché Gesù è al timone della nostra vita. Maria
è la donna totalmente svuotata di sé per fare spazio alla fiducia. Non ci si
fida se si è costantemente intenti a rigirarsi sui propri ragionamenti. La
fiducia è un fatto del cuore, dell’anima, che tutto trascina dietro di sé. È un
sì semplice e potente, un salto nelle braccia di Dio. Occorre fidarsi, provare.
Permettere a se stessi di essere fragili creature e a Dio di essere Dio, il
Signore della nostra barca, il timoniere dei nostri giorni.
20 giugno 2021
Mc 4,35-41
35In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai discepoli: «Passiamo
all'altra riva». 36E, congedata la folla,
lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con
lui. 37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca,
tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a
poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro,
non t'importa che siamo perduti?». 39Si destò, minacciò il
vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande
bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da
grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il
vento e il mare gli obbediscono?».
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