sabato 22 settembre 2018

La via pasquale dell’amore


Questo Vangelo domenicale ci dispone ad ascoltare e comprendere il mistero pasquale delle cose. Gesù è fotografato da Marco mentre dà un insegnamento fondamentale ai suoi discepoli. Spiega quello che gli sta per accadere, la sofferenza, la morte e la risurrezione. Li prepara al decisivo evento con cui l’umanità intera insieme con lui passerà dal regno delle tenebre a quello della luce. Dal peccato alla grazia. Dalla prigionia alla liberazione definitiva. Dalla tristezza alla gioia. Dalla morte alla vita eterna.
Qual è la reazione dei suoi? Davanti a questa prospettiva gloriosa che però è intrisa anche di dolore e di morte, non solo non capiscono – il che è più che normale – ma anche sono afferrati da una strana paura e non vogliono fargli delle domande. Intuiscono che c’è qualcosa che li disturba e li turba e invece di approfittarne per farsi aiutare da Gesù a trovare il senso attraverso la fede in Dio, preferiscono richiudersi e fare leva solo sulle loro forze.

Qual è il risultato di questa chiusura? La sfiducia, che diventa anche ricaduta in dinamiche di potere e in ricerca di soluzioni terrene. Alle grandi domande sulla vita – chi sono, da dove vengo, dove vado – sostituiscono un bene apparente, gratificante, che metta a tacere la sete del cuore. Una grande operazione di compensazione.

In che cosa l’affidamento a Maria ci può aiutare nel vivere questa Parola di grazia? Seguendo la vita di Maria, emerge un dato importante. La sua attitudine all’ascolto, al confronto con il Padre. Prima ancora di una sua considerazione, Maria attende il parere di Dio. Vuole capire, vuole entrare nel cuore del Padre, in lei non c’è curiosità fine a se stessa, ma il desiderio autentico di condividere il modo di pensare di Dio. Ed è qui che ci è di aiuto, ossia quando come i discepoli anche noi – e accade sempre, perché sempre siamo umani – intuendo la via da seguire, ci difendiamo, ci distraiamo, cerchiamo qualche via di fuga per non sentire, per non doverci occupare di quello che il cuore ci sta comunicando. Al contrario Maria è andata molto in profondità e così ha potuto vivere un’esperienza d’amore con Dio. Che ha dato senso a tutto il suo agire.

Abbiamo bisogno di questa profondità e quindi abbiamo bisogno di non restare nel dialogo solo orizzontale tra noi, che non ci porta molto lontano. Maria ci conduce al colloquio con Gesù, da brava maestra interiore ci conduce alla Guida per eccellenza, a colui che è il nostro vero Direttore spirituale. Da lui impariamo sempre di nuovo ad affidarci alla via pasquale delle cose, fatta di amore misto a dolore, in cui deve morire il bisogno di inseguire il benessere per accogliere l’amore che salva. Un benessere più profondo, e soprattutto che dà pace e gratifica il cuore.

+ Vangelo secondo Marco 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà". Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo per la strada?". Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. 
Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti". E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: "Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato". 



domenica 16 settembre 2018

Seguire Lui


Il dolore di dover cambiare: potrebbe essere questo il titolo per lo straordinario vangelo di questa domenica. Al cuore del messaggio di Gesù - in quel luogo alle sorgenti del Giordano che era Cesarea di Filippo, lontano dagli intrighi dei capi del popolo -, sta la necessità di integrare il dolore come parte della vita e di trasformare il proprio cuore e la propria mente in un cammino costante di conversione, di crescita e maturazione umana e spirituale. Non presumere mai di te, sembra suggerire Gesù oggi a ogni suo figlio che voglia amarlo e seguirlo.
Cosa è accaduto all’impetuoso Pietro quel giorno? Davanti alla domanda di Gesù: “Chi sono io per te?”, non ha dato una risposta per sentito dire, ma si è lasciato toccare nel profondo e, senza ragionarci troppo sopra, ha fatto spazio alle ispirazioni dello Spirito Santo. Così ha potuto dire con franchezza: “Tu sei il Cristo!”. Ma poi nell’ascoltare il discorso sulla sofferenza, sulla prova e quindi su quella parte della vita che non gratifica, ha reagito d’istinto, prendendo le distanze da Gesù. Da qui il rimprovero di Gesù e l’invito a seguire lui, a camminare dietro a lui, cioè a convertirsi, a lasciare l’attaccamento insano al proprio modo d vedere le cose per abbracciare lo stile di Dio, fatto di apertura e gratuità, di spossessamento e libertà interiore. Colpisce come in Pietro ci siano due volti: uno credente, l’altro incredulo. Due Pietro in lui opposti, a dimostrazione che il cuore dell’uomo non è univoco, non è compatto, ma è abitato da tante voci. Il discernimento di cui tanto stiamo parlando in questo tempo nella chiesa serve proprio per distinguere le differenti voci in noi, accoglierle senza giudicarle e poi seguire quello che viene dallo spirito buono e puro del Signore.
Perciò l’unica cosa necessaria da fare non è imparare qualcosa di Gesù ma seguirlo, farne esperienza, porre gesti e azioni concrete nella direzione del suo volere. Ascoltare la Parola e metterla in pratica, trasformarsi e cambiare in un cammino graduale che durerà fino all’ultimo giorno. Una santa lotta per far vincere Gesù in noi e non il nostro modo di pensare e sentire. In questo bel percorso ci è data una Madre. Maria va scoperta, lei è per tutti noi una madre sapiente e illuminata che sa e può condurci sulla strada giusta. A lei siamo affidati per farci aiutare in quest’opera grande che è la nostra vita, una costruzione non facile, piena di imprevisti, di ostacoli, di situazioni complesse e confuse. Maria c’è per aiutarci a fare delle scelte secondo Dio, secondo quel cuore divino sempre aperto per noi e che ci ama sempre, oltre tutto e tutti.

domenica 9 settembre 2018

Apriti!


Questa incursione di Gesù in un territorio pagano a cui direttamente non si sentiva inviato è il segno della volontà del Padre di raggiungere tutti a tempo debito. Dopo Gesù saranno i discepoli e poi la Chiesa a inserirsi nei più disparati ambienti perché tutti – nessuno escluso – possa conoscere l’amore di Dio e guarire. Ed ecco che subito gli si presentano una serie di casi dolorosi. Oggi è la volta del sordomuto. Non è questo pover’uomo senza nome ad andare da Gesù ma sono altri, forse parenti, forse amici che gli volevano bene. Fatto sta che chiedono per lui un gesto di benedizione nella speranza che qualche influsso benefico possa risanarlo. Gesù avrebbe potuto dire soltanto una parola e l’uomo sarebbe stato guarito. Ma questa volte accade qualcosa di inedito. Gesù lo porta in disparte, lontano dalla folla rumorosa, poi fa una serie de gesti che sanno di profonda confidenza e comunione: mette le sue dita nelle orecchie del malato, tocca con la saliva la sua lingua, e infine guardando il cielo come per contattare il Padre, emette un sospiro e gli dice: “Effatà, apriti!”. E subito il sordomuto guarisce, potendo udire suoni e voci e perfino parlare in modo anche corretto. Un miracolo che genera stupore e grande commozione nella folla circostante. Questa Parola oggi ha la forza dirompente della grazia che si sprigiona dalla persona di Gesù. 
È il miracolo che accade ora anche per noi quando ascoltiamo con fede la Parola e così permettiamo ad essa di trasformarci nel profondo. Un gesto che ha anche un valore simbolico: il sordomuto rappresenta l’umanità incapace da sola di farsi attraversare dalla Parola e dalla Persona di Gesù e perciò bisognosa di essere aperta. C’è un nodo che va sciolto, una porta che va aperta, un ingranaggio che va sbloccato, c’è nel cuore umano una tendenza a restare aggrappati al noto anche se ormai non aiuta più e non fa crescere invece di provare il nuovo e così rimettersi in cammino. Ci affidiamo a Maria anche perché essendo la madre della grazia può davvero aiutarci a fare questa delicata e graduale operazione di liberazione da tutta una serie di condizionamenti che portano nomi molto specifici, legati alla nostra storia. E così giorno per giorno, mentre approfondiamo la fiducia in lei, e ci pensiamo come suoi figli, sperimentiamo come le difese vanno sfaldandosi e cresce il desiderio di provare, di tentare, di fare un passo in più verso Dio e verso gli altri. Si sciolgono i nodi e si attivano nuove sorgenti di energia che scopriamo presenti in noi. Oggi Maria ci ricorda che le ferite che caratterizzano il nostro mondo interiore non vanno negate né temute ma vanno offerte al calore dell’amore di Cristo suo figlio, che amandoci ci fa sentire la gioia di accoglierci come siamo e ci fa capire che non sono le ferite a bloccarci nella vita ma il nostro modo di percepirle e percepirci.

XXIII domenica del tempo Ordinario
Mc 7,31-37

In quel tempo 31Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

sabato 1 settembre 2018

Cuore puro


Accetta il tuo cuore e rendilo puro ogni giorno. Forse possiamo riassumere il Vangelo di questa domenica in questa unica frase, all’apparenza semplice e però anche molto profonda da comprendere e da vivere. Nel giudizio dei farisei, che si scandalizzano perché i discepoli di Gesù non fanno le abluzioni e i riti di purificazione esterni, si nasconde il rifiuto di accettarsi così come si è, coi propri limiti strutturali accanto anche alle straordinarie ricchezze di cui ogni persona è dotata. Quando non si accoglie la propria zona d’ombra nasce l’illusione di cercare una perfezione che non esiste e che in fin dei conti è tutta esteriore. Come quando ci si fa belli dall’estetista e dai vari curatori d’immagine credendo ingenuamente che messa a posto l’esteriorità sia automaticamente messa a posto anche la vita. Ma non è così. L’esperienza anzi dimostra il contrario. 
È dal cuore dell’uomo che, dice Gesù, escono tutte queste brutte cose cioè “impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”. Inutile incolpare la società, gli altri, le vicende della vita… se fino a un certa età questi condizionamenti hanno pesato fortemente – ognuno è frutto della sua storia educativa! – tuttavia viene il giorno in cui il sole inizia a entrare nel buio del cuore e a mostrare nuovi passi e nuove strade da percorrere per far venire alla luce la vera identità. Se con umiltà ci si mette in cammino, attratti da quella luce calda e accogliente, si entra nel regno della verità, che è Gesù e la sua vita donata per noi. In lui comprendiamo il bisogno di purificazione, di attingere al suo cuore trafitto per ricevere il suo perdono e così rialzarsi e riprendere con passo spedito la via della santità. Chi può aiutarci a riconciliarci col nostro limite è Maria, la Madre a cui ogni giorno guardiamo e al cui cuore ci affidiamo. Lei che è stata pura può spiegarci e insegnarci la via di un cuore puro. Ma cos’è la purezza? Maria ci mostra che la purezza non consiste nel credersi giusti e nell’illudersi di poter sradicare da noi le inclinazioni cattive, ma consiste nel riconoscersi poveri e affidarsi totalmente a Dio, che ci dona la sua purezza. Consiste nel riconoscere le ombre che ci agitano e ogni giorno, con tanta pazienza, mentre gli occhi e il cuore si nutrono del Vangelo, orientarci a Gesù, alla sua vita crocifissa e gloriosa. 
La purezza che Gesù oggi chi indica è la purezza pasquale, che passa inevitabilmente per la croce. È crocifiggendo le nostre cattive inclinazioni, e orientando la loro energia verso quel bene che è Gesù che noi ci manteniamo puri. Maria è beata perché ha creduto alla Parola e non ad altro e anche noi saremo beati e puri se crederemo solo alla Parola Di Dio e non ad altro. Gesù oggi ci sprona: “Ascoltatemi! Non c’è nulla fuori dell’uomo che lo rende impuro. Dal di dentro del suo cuore escono le cose impure”.


2 settembre 2018
Mc 7,1-8.14-15.21-23

1 In quel tempo si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3- i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, 5quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». 
6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.

7Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». 14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro». [ 21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».

La Via della felicità