In questo maggio mariano, in cui stiamo pregando
il Rosario con un’intenzione in più, quella di metterci più amore nella vita,
più cuore nelle nostre relazioni sull’esempio di Maria, possiamo ritagliarci
uno spazio di riflessione per valutare come stiamo vivendo l’accoglienza. Bellissima parola, sacra
per molte culture, specie più povere, ma forse un po’ incompresa da noi
occidentali a cui piace l’idea di accoglierci ma che alla fine restringiamo molto
il termine a ciò che piace a noi.
Ci riferiamo a quella strana forma di accoglienza che
è totale e vera solo per alcune persone, mentre diventa striminzita nei
confronti di altri. A volte neppure ce ne rendiamo conto ma si mettono in atto dei
comportamenti che dicono: «Ci sono solo io e quelle persone che riesco a
inglobare nella mia visuale». A volte sono piccole cose, ma che parlano chiaro:
«a tavola, ad esempio - raccontava un’amica - i miei colleghi parlano sempre
tra loro di lavoro e di faccende che li riguardano, come se io non ci fossi. A
me non resta che mangiare da sola oppure trovare qualcuno con cui condividere
il momento. Impossibile infatti entrare in un discorso chiuso, riservato a
pochi».
Può sembrare insignificante, ma quanto invece è importante
vigilare sul proprio modo di accogliere. Maria aveva sempre la porta del cuore
spalancata verso l’altro, era felice di poter fare qualcosa perché l’altro si
sentisse voluto bene, preso in considerazione e soprattutto che non provasse disagio.
Maria rinunciava anche al suo spazio legittimo di condivisione pur di far
sentire l’altro importante, pur di valorizzarlo e comunicargli il suo affetto
sincero.
Non
esiste un’accoglienza per pochi, e chi la pratica
dovrebbe forse farsi qualche domanda: sto con chi mi dice sempre di sì e perciò
mi conferma nelle mie idee oppure sono disponibile ad aprirmi al confronto con
tutti? Cerco appoggi negli altri oppure cammino con loro alla pari?
Accoglienza vera è solo quella a 360º, quella che
Maria ci insegna. Come diceva padre Kolbe, non preoccupiamoci se l’impresa è difficile,
ma affidiamoci a Maria, lei ci insegnerà
come fare.