domenica 29 novembre 2020

Vegliate, vengo presto

“Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” dice Isaia nella prima lettura di oggi. E continua “Tu Signore sei nostro padre e noi argilla, noi siamo opera delle tue mani”. Anche noi come il profeta sentiamo dentro l’anima il desiderio di un nuovo inizio, che Gesù venga nuovamente e con Isaia diciamo “ritorna”. È straordinaria questa attesa del tempo di Avvento che oggi iniziamo perché mentre noi diciamo questo, Gesù da parte sua ci dice “vengo presto”. In realtà Gesù nel vangelo quando per ben tre volte ci chiede di vegliare “vegliate!” perché lui ritorna presto e in modo da stupirci, ci sta mettendo di fronte al nostro desiderio.

Chiediamo anche noi con tutta questa forza del profeta che Gesù venga? A volte, per i tempi lunghi che la vita ci impone, perdiamo slancio, ci lasciamo cadere le braccia. È stupefacente che Gesù ci rialzi sempre, ma ancor più stupefacente è che noi possiamo col nostro desiderio commuovere il suo cuore di Padre e anticiparne la venuta. San Massimiliano Kolbe diceva ai suoi amici di fare della loro vita una gara verso il bene, dove ognuno potesse superare l’altro nell’amore, nell’attesa, nel desiderio di Dio e del suo regno. E Maria, a cui noi ci affidiamo ogni giorno, non è stata forse la donna che per mezzo del suo desiderio incontenibile ha fatto sì che Gesù prendesse forma in lei?

Oggi Maria, nell’iniziare anche la novena a te, Immacolata, vogliamo chiederti la grazia di attendere Gesù che viene e anche di più, molto di più… vogliamo chiedere al Signore che anticipi la sua venuta, e ci sorprenda “qui” nelle cose di ogni giorno, dove già lui ci sorride, già c’è e attende di essere riconosciuto. Col Natale poi vuole rinnovare e rafforzare con nuove grazie questo legame. Maria unisciti a noi nella preghiera: “ritorna Signore”, e con Isaia vedremo squarciarsi il cielo e scendere proprio quella grazia che tanto attendiamo.

COME PREGARE IL VANGELO

Chiudo gli occhi e mi connetto con Gesù. Sento il suo sguardo su di me e mi apro a lui. Leggo e rileggo la pagina scelta. Mi fermo dove sento che una Parola proprio ora ha qualcosa da dire al mio cuore e alla mia vita. Mi fermo e sosto. La ripeto e parlo con Gesù di quello che sento e penso. Gli chiedo ciò che voglio e sono aperto a ciò che vorrà donarmi lui. Lo ringrazio ed esco lentamente dal dialogo. Durante la giornata verifico come questa Parola continua a parlarmi e guidarmi, e a instillarmi nuove ispirazioni. 

 29 novembre 2020

Mc 13,33-37
1ª domenica di Avvento
In quel tempo Gesù disse alle folle: 33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

 

sabato 21 novembre 2020

Il cielo sei tu

 

Se c’è un passo del vangelo chiaro come la luce del sole, facile da capire e inequivocabile, questo è il brano di questa domenica, in cui celebriamo la solennità di Cristo re dell’universo. Gesù ci offre il senso della vita. Da come usiamo tutte le risorse che lui ci ha dato chiamandoci all’esistenza, dipende la nostra felicità e ciò che sarà dopo questa vita. Il Paradiso inizia qui con le scelte che facciamo, così come l’inferno. 

Gesù chiama benedetti tutti quelli che si saranno presi cura degli altri, in particolare di chi è in una condizione di sofferenza. Le immagini del dare da mangiare, da bere, di che vestirsi, di visitare malati e carcerati, rimandano a tutta la gamma di stati di sofferenza in cui chiunque può ritrovarsi a un certo punto della vita. 

Si parla molto del vedere in questo vangelo: vedere e quindi avere compassione. Lo sguardo nuovo di chi ha incontrato Gesù si posa con compassione sulle tante ferite umane, che possono essere le più svariate. Spesso la sete più grande è il bisogno di amore, e allora farsi prossimi significa dare da bere l’acqua della vicinanza e dell’amicizia a chi è inaridito nel dolore e nella solitudine. Per stimolarci a darci da fare Gesù dice che ogni gesto di amore e di attenzione fatto a un altro, è come se fosse fatto a lui stesso. E così ci aiuta a metterci nei panni degli altri, a sentire quello che sentono loro, pensare ciò che pensano, provare sentimenti ed emozioni come potrebbero provarli loro. In questo modo ci sarà più facile percorrere la via dell’amore, della compassione. Cambiando prospettiva, io sono l'altro e posso sentire cosa significa per chi in quel momento soffre sapersi aiutato da una mano amica! 

San Massimiliano Kolbe si era dato un bel programma di vita per focalizzarsi sempre sull’obiettivo della santità, e lo aveva fatto considerando la linea del tempo, come il tempo scorra e vada usato bene: “La vita fugge in fretta. Neanche un secondo torna indietro. Sbrighiamoci dunque a esprimere il maggior numero possibile di dimostrazioni d’amore” (SK 500). E così sia.

 

COME PREGARE IL VANGELO

Chiudo gli occhi e mi connetto con Gesù. Sento il suo sguardo su di me e mi apro a lui. Leggo e rileggo la pagina scelta. Mi fermo dove sento che una Parola proprio ora ha qualcosa da dire al mio cuore e alla mia vita. Mi fermo e sosto. La ripeto e parlo con Gesù di quello che sento e penso. Gli chiedo ciò che voglio e sono aperto a ciò che vorrà donarmi lui. Lo ringrazio ed esco lentamente dal dialogo. Durante la giornata verifico come questa Parola continua a parlarmi e guidarmi, e a instillarmi nuove ispirazioni.  

Dal Vangelo secondo Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli.  Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti? E il re risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito? Allora egli risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

 

sabato 7 novembre 2020

L'arte di attendere

 

Gesù paragona se stesso allo Sposo e noi a dieci vergini che vanno incontro allo sposo munite di lampade. Cinque sono sagge e prendono anche dell’olio, cinque invece sono stolte e non ci pensano. Lo sposo tarda e le ragazze si addormentano, finché a mezzanotte non si sente un grido che annuncia l’arrivo dello sposo. Le cinque sagge hanno l’olio e vanno, le altre restano fuori dalla festa. Cosa vuole dirci il Signore con questa parabola? È un invito a non perdere mai la speranza, a essere tenaci, testardi nel cercarlo e nell’attenderlo.

Qualunque sia la notte che stiamo attraversando, Gesù viene a svegliarci, a rimetterci in movimento, a ridarci una motivazione forte per vivere. Il Signore non chiede la perfezione, infatti arriva anche se tutt’e dieci le giovinette dormono un sonno profondo. Il Signore cerca l'umiltà del cuore e l’amore. L’olio simboleggia questo desiderio del cuore umano di stringersi a lui, di essere salvato.

Quello che ci mette in crisi è questo ritardo di Dio: perché Dio talvolta sembra non rispondere alle nostre preghiere? Perché ci sono alcuni inverni che sembrano non finire più? Perché chiediamo un bene per chi amiamo ed è in difficoltà e questo bene sembra non realizzarsi?

Affidandoci a Maria noi viviamo con lei le nostre domande. Anche Maria ha chiesto al Signore tante cose, come quando a Gesù ha detto, non comprendendolo: “Figlio perché ti sei comportamento così?”. La risposta di Gesù porta su un altro livello del capire, quello della fede. “Non sai che devo occuparmi della salvezza degli uomini?”. Gesù ci chiede di fidarci. Di affidare a lui ogni cosa. È lui che guida la storia, compresa la nostra, lui ha la visione globale del tutto. A noi basta sapere che il suo sguardo si posa sull’olio del nostro amore, della nostra fiduciosa preghiera, a noi basta avere la certezza che lui ci raggiunge, anche se non sappiamo esattamente quando e come agirà, a noi basta sapere che ci viene incontro per rialzarci e donarci la risposta alla nostra attesa.

COME PREGARE IL VANGELO

Chiudo gli occhi e mi connetto con Gesù. Sento il suo sguardo su di me e mi apro a lui. Leggo e rileggo la pagina scelta. Mi fermo dove sento che una Parola proprio ora ha qualcosa da dire al mio cuore e alla mia vita. Mi fermo e sosto. La ripeto e parlo con Gesù di quello che sento e penso. Gli chiedo ciò che voglio e sono aperto a ciò che vorrà donarmi lui. Lo ringrazio ed esco lentamente dal dialogo. Durante la giornata verifico come questa Parola continua a parlarmi e guidarmi, e a instillarmi nuove ispirazioni. 

Domenica 8 novembre 2020

Mt 25,1-13
In quel tempo Gesù disse alle folle:1 Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: «Ecco lo sposo! Andategli incontro!». 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: «Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono». 9Le sagge risposero: «No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene». 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: «Signore, signore, aprici!». 12Ma egli rispose: «In verità io vi dico: non vi conosco». 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

 

La Via della felicità