sabato 31 agosto 2019

Dio ci dà il posto


Mentre continua il suo cammino verso Gerusalemme, Gesù, come spesso gli accadeva, essendo un maestro conosciuto, viene invitato a pranzo da un capo religioso. Entrando e accomodandosi nella sala, Gesù si accorge che gli altri invitati facevano di tutto per scegliere i primi posti. Perciò sente subito la spinta a parlare, per dare un insegnamento che potesse aiutarli a rendersi conto di questi loro comportamenti e cercarne i motivi profondi. “Quando vieni invitato”, dice Gesù, “non cercare i primi posti, quelli d’onore, perché non venga il padrone di casa a dirti che quello non è il tuo e che devi cederlo a un altro. Così con vergogna dovrai occupare l’ultimo posto. Fa’ invece diversamente: va’ a metterti all’ultimo posto e sarà il padrone di casa che verrà poi a farti venire più avanti”. Che cosa vuole dire Gesù? Ovviamente questa parola si riferisce in senso ampio alla nostra vita, non solo a un pranzo che è solo un esempio. Questa parola è per noi, che la leggiamo nel qui e ora della nostra storia. Gesù ci sta mettendo in guardia dall’ansia di apparire, di occupare i primi posti. Ci dice che questa corsa folle con cui ogni giorno gli uomini cercano di guadagnarsi un pezzettino di considerazione dimostra soltanto che stanno cercando all’esterno quello che dentro non possiedono. Vogliono compensare il vuoto del cuore col possedere, con l’apparire, con il divertimento e quanto altro serve a “non pensare”.
Si guarisce da questa gara per i primi posti quando si fa esperienza di essere amati da Dio, amati personalmente e personalmente condotti verso una vita piena, in cui poter anche occupare quel posto nel quale ci sentiamo a nostro agio e sentiamo di poter esprimere tutti i doni che Lui ci ha dato. Il posto ce lo assegna il Signore, nel momento in cui ci lasciamo davvero guidare da Lui, dal suo spirito e giorno dopo giorno nei luoghi in cui viviamo, cerchiamo di lasciar passare Lui, il suo amore, attraverso gesti di attenzione, di cura, e attraverso l’impegno per costruire ambienti in cui si viva l’amore, l’accoglienza e il perdono. “Amico vieni più avanti!” ci dice Dio concretamente quando nella vita camminiamo con Lui e riceviamo da Lui davvero tutto. Non è un afferrare, magari calpestando gli altri, ma è un ricevere dalle sua mani quanto giorno dopo giorno vorrà regalarci. E' una via di vera libertà! 
E viene anche il momento in cui raccogliamo con gioia il frutto di tante lacrime e preghiere. Pensiamo alle tante volte in cui, mentre restavamo fedeli a Lui e cercavamo la sua volontà, Lui si è fatto presente attraverso un fatto, un incontro così decisivo da cambiare il corso della nostra storia. Pensiamo a tanti santi che si sono messi seriamente alla ricerca della sua volontà e all’improvviso sono rimasti abbagliati dall’opera di Dio che ha aperto certe situazioni così grandi da non poter essere che opera sua! 
Tutte le nostre vite, anche nelle fatiche e nei momenti bui, sono accompagnate dal Signore, è questo che ci ripete sempre Maria, nostra Madre, lei che a Cana disse quelle semplici ma decisive parole: “Qualunque cosa Gesù vi dica, fatela!”. Se sei in crisi e non sai cosa fare, fatti aiutare da Maria per ritrovare la strada, se non vedi vie d’uscita e pensi che le cose non cambieranno mai, ascolta lei che ti dice che non è così, perché suo Figlio Gesù opera già per un cambiamento, se non ti senti al tuo posto e ti chiedi in che modo impegnarti per Dio, chiedilo a Maria, sarà ancora lei a farti camminare finché non toccherai con mano che se ti affidi non devi sforzarti per fiorire, perché è il Signore stesso che farà in modo di aprirti la porta giusta e farti accomodare al tuo posto, quello in cui la tua vita sarà bella e - cosa molto importante! - darà vita a molti altri.


1 settembre 2019
Lc 14,7-14
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

In quel tempo, Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. 7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cedigli il posto!». Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. 10Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: «Amico, vieni più avanti!». Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
12Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».


sabato 24 agosto 2019

Prendi in mano la tua vita


Come funziona la salvezza? Come ci si salva? Come si entra nella gioia eterna dell’abbraccio di Dio? Sono pochi quelli che si salvano?, chiede a Gesù nel Vangelo di questa domenica un uomo, evidentemente alla ricerca di qualche risposta per la sua vita. E Gesù risponde come spesso fa con un esempio forte, per scuoterci e farci prendere coscienza che non ci fa bene vivere passivamente e che invece costruiamo qualcosa di buono se cerchiamo il meglio e lo mettiamo in pratica. Perciò Gesù risponde: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Che cosa intende? La salvezza non si merita, non è frutto di uno sforzo mio o tuo, è pura grazia, è Dio stesso che si dona a noi e che desidera farci entrare in questa sua logica nuova di vita, in una relazione vera con lui. È Dio che viene costantemente a visitarci e a cercarci, come solo lui sa fare, con tenerezza e senza stancarsi mai! 
Allora perché Gesù parla di uno sforzo? La porta stretta è la nostra risposta, necessaria, perché Dio si propone ma non si impone; è la scelta quotidiana di orientare tutto il nostro essere a lui. E questa azione non si compie da sola, dobbiamo proprio volerla! La porta stretta è una vita consapevole: so chi sono e cosa voglio e mi impegno! Ci credo e mi investo! Mi sta a cuore la mia felicità e quella degli altri! La porta larga invece è una vita vissuta a casaccio, senza sapere chi si è e dove si va, senza mete, in balia di se stessi, di quello che si sente e prova al momento. Ma la vita non è una realtà spontanea, la vita è una realtà che va presa in mano! Ne abbiamo fatto esperienza: quando abbiamo agito d’impulso, senza ascoltare il Signore e facendoci guidare dai nostri pensieri ed emozioni, ci siamo ritrovati soli, senza certezze, deboli e vacillanti e tante volte abbiamo sbagliato, con tutte le conseguenze da portare. Quando invece siamo stati umili, e abbiamo sottoposto le nostre scelte al Signore, ci siamo fermati a riflettere e pregare, abbiamo dato tempo a noi stessi e a Dio, restando sulla sua Parola, sul Vangelo, allora dal dialogo con lui abbiamo trovato la luce giusta per agire e scegliere secondo il suo cuore. E abbiamo avuto grande pace e gioia.
Se voglio davvero incontrare Gesù nella sua Parola, ho bisogno di passare per la porta stretta dell’ascolto attento, non posso ascoltare in modo superficiale, senza fermarmi a leggere e rileggere quelle parole che mi vengono incontro e che sono le parole con cui Gesù adesso vuole starmi accanto, nella situazione facile o difficile che sto vivendo.
Come possiamo incontrare qualcuno se non ci fermiamo a salutarlo? Come possiamo ascoltare Gesù se non ci diamo del tempo per pregare ossia ascoltarlo e parlargli?
Come fare se ci sentiamo incapaci? Abbiamo una Madre al nostro fianco, che ci conosce e che ci tende le mani. Affidandoci a lei possiamo incominciare a lasciare tante difese interiori e paure e sperimentare la fiducia. Basta una semplice preghiera detta col cuore: “Maria, ti affido tutto e tutti!” e lei opererà. Ci aiuterà a fare un cammino, a crescere, ad aprire gli occhi sulla realtà. Maria stessa è passata per la strada stretta di una vita vissuta nella fiducia, sapendo di non poter capire tutto né di poter controllare la realtà, ma sapendo ancora di più che la fede sposta le montagne e fa miracoli. Dunque può molto di più di quello che possiamo noi con le nostre sole forze. Molti si salveranno, disse Gesù a quell’uomo, ma tanti altri no, perché non hanno voluto farsi toccare il cuore dalle sue parole. E sono diventati “operatori di ingiustizia” dunque hanno finito con lo scegliere il male. Dio sempre ci viene incontro e ci visita per strapparci da noi stessi e farci aprire a lui, alla fiducia, ma a me è chiesto di corrispondere, di fare lo sforzo di riconoscere che lui c’è, mi ama e attende il mio sì al suo amore.

25 agosto 2019
Lc 13,22-30
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
In quel tempo, Gesù 22passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: «Signore, aprici!». Ma egli vi risponderà: «Non so di dove siete». 26Allora comincerete a dire: «Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze». 27Ma egli vi dichiarerà: «Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!». 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».


sabato 17 agosto 2019

Il fuoco dell'amore vero


Sono venuto a gettare fuoco sulla terra! Queste le parole forti che nel vangelo di questa domenica Gesù ci fa entrare nel cuore e nelle fibre più profonde dell’essere. Prima di salire a Gerusalemme, dove Gesù sa di dover dare la vita per essere fedele alla verità, ci apre il cuore e ci dona queste parole che ci fanno percepire la forza del suo amore per noi e per la verità. Gesù mostra di essere abitato da una grande passione, che è l’amore di Dio per l’umanità e per ciascuno di noi. Il suo amore è un fuoco che non distrugge ma che purifica (toglie tutte le scorie) e dà vita. Quell’amore eterno e indicibile che forse una madre o un padre possono sperimentare nei confronti dei loro figli, per i quali sono disposti a dare la vita, e il cui dolore diventa il proprio, se non maggiore. 

Una donna, racconta il Papa, gli disse che una cosa che Dio non aveva concesso a una madre era quella di potersi sostituire a un figlio nel dolore. È vero, anche Maria ai piedi della croce non ha potuto sostituirsi a suo figlio e ha scelto di condividere con lui il dolore nel suo martirio interiore. Solo il Signore, solo Gesù ha potuto, in quanto Dio, prendere su di sé il dolore nostro e del mondo e trasformarlo in vita attraverso l’amore sofferente. Sì, solo ciò che si ama può essere salvato (cf. papa Francesco). E Gesù quando parla di questo fuoco di amore che è venuto ad accendere, fa riferimento proprio al battesimo che deve ricevere cioè la morte in croce, che sarà l’immersione in quel fuoco di amore che permetterà a noi tutti di essere salvati. Non accontentatevi delle piccole cose. Dio le vuole grandi. Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia, scrisse Caterina da Siena ai suoi seguaci. Se saremo ciò che dobbiamo essere – figli di Dio abitati dalla sua fiamma d’amore – allora saremo nei nostri ambiente luci e conforto e forza e segno della sua presenza. 

Ma attenzione! Non illudiamoci che essere di Gesù significhi che andrà tutto liscio. Gesù ci dice che dove Lui entra sarà anche causa di divisione e non di pace. Ma perché? Perché quando il bene entra, il male lo rifiuta e lo combatte e quindi inizia una resistenza che può portare anche a conflitti all’interno di una stessa famiglia. Lo sperimentiamo ogni giorno in noi e attorno a noi. Anche dentro di noi ci sono forze che resistono a Gesù, e dobbiamo saperle riconoscere, accettare e tenere a bada, per far vincere la fiducia in Lui. E anche fuori di noi ci sono altre forze che si oppongono al bene e che creano divisioni, negatività, giudizi, critiche spietate. L’antidoto a tutto questo non è una lotta con armi umane, ma spirituali. 

La nostra arma è l’affidamento a Maria, nostra Madre. San Massimiliano Kolbe continua a ripeterci: Ognuno di voi si sforzi non tanto di cambiare l'ambiente, quanto di migliorare se stesso, di avvicinarsi personalmente all’Immacolata, in modo che tutti, accostandosi a Maria, si avvicinino reciprocamente tra loro (SK 926). Bisogna dunque che iniziamo da noi, che non cerchiamo fuori quella pace che solo Gesù può farci nascere da dentro e che ci chiede di comunicare fuori. Proviamoci, affidiamoci e affidiamo tutto e tutti a Maria e lei ci penserà molto meglio di noi. Noi da parte nostra facciamo ogni sforzo per rimanere nel suo amore!

Lc 12,49-53
XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«
49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».


sabato 10 agosto 2019

Appoggiarsi a Lui


Non temere piccolo gregge! Gesù nel Vangelo di questa domenica ci invita a non avere paura. Ancora una volta. La paura è quello stato d’animo che afferra dentro ogni volta che fissiamo l’attenzione sulla nostra piccolezza, sul fatto che le cose ci sfuggono di mano, che non vanno come vorremmo, che sono tanto distanti da come  ce le immaginavamo. Cose e persone, situazioni della vita e relazioni, a partire da quelle fondamentali, con i nostri familiari, con chi amiamo e condividiamo la vita di ogni giorno. E proprio dentro questo gran caos, Gesù ci dice serenamente: non temere, piccolo gregge mio, piccolo figlio o figlia mia (e qui ciascuno di noi più mettere il suo nome proprio)… ma come facciamo a non temere? “Perché al Padre vostro è piaciuto darvi il suo regno”. Se vuoi, dice il Signore, se riesci ad aprire veramente il tuo cuore, puoi sperimentare la mia presenza, e sentire che ti porto nelle mie mani e che con me sei indistruttibile. Nulla può strapparti dal mio amore.
La mentalità corrente è quella di appoggiarsi ora a uno ora a un altro solo per averne riconoscimento, perché quando uno non si sente di nessuno ha paura, è insicuro, cerca sicurezze. Quando uno appartiene a Cristo, non resta nella paura, anche se talvolta le prove della vita gliela fanno sperimentare. La parola di Gesù è forte!: “Io ho vinto il mondo!”. Uniti a Lui anche noi possiamo vincere ogni giorno i pensieri negativi e di scoraggiamento che si insinuano nella nostra mente e coltivarne degli altri, positivi e fiduciosi. Poi Gesù, dopo averci detto che restando in Lui non abbiamo nulla da temere, lancia un messaggio di libertà: “Vendete ciò che possedete, datelo in elemosina… fatevi un tesoro in cielo”. Date via quelle dipendenze che vi fanno schiavi... e riempitevi della vera ricchezza, che è la certezza di sapersi amati. Il tesoro è il simbolo della sicurezza, di un appoggio sicuro che ci fa andare avanti con serenità, perché sappiamo dove attingere, anche in caso di grave necessità. Come possiamo appoggiarci, noi che abbiamo un’anima immortale, a cose che passano, di poco conto? Gesù è il Tesoro, solo Dio infinito può colmare la nostra sete di eternità! È una questione di proporzione! Lui si offre a noi come la pietra, la roccia, su cui costruire l’edificio della nostra esistenza, l’unità delle nostre famiglie, la felicità per noi e i nostri figli. Lo sappiamo, siamo impotenti, fragili, limitati, molto precari, quello che oggi c’è, domani magari è già sparito, come la salute, le amicizie, il lavoro o altro.  Inutile appoggiarci a tutto quello che non è il Signore, resteremo sempre più delusi e amareggiati. Confidando in Dio abbiamo invece lo Spirito che Lui stesso ci dà e possiamo anche l’impossibile. 
Come vivere allora? Quale stile avere? “Siate pronti”, dice Gesù. Così quando io “arrivo e busso”, tu possa aprirmi subito. Affidarci a Maria – proprio perché ci fa entrare in un gesto di fede - ci dà un grande aiuto per stare sempre pronti, cioè per lasciarci amare dal Signore, ogni istante. Senza frapporre ostacoli, chiusure e dubbi. Gesù bussa in tanti modi: con la sua Parola, con le ispirazioni buone, e servendosi degli altri, quando questi si fanno a loro volta attraversare dal suo amore. Ma bussa anche nel volto e nelle vite di tante persone che abbiamo attorno e che siamo chiamati a educare, accompagnare, guidare, amare, specialmente i più piccoli, gli adolescenti, i giovani. Se veramente siamo di Gesù, siamo sempre pronti a donare la vita e a fare tutto il possibile perché il male non l’abbia vinta in noi e attorno a  noi. Non preoccupiamoci, perché, come diceva il nostro san Massimiliano Kolbe, “ci riposeremo dopo la morte”. Ora è tempo di lotta e di amore senza limiti.
11 agosto 2019
Lc 12,32-48
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«32Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. 33Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. 34Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. 35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! 39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: «Il mio padrone tarda a venire» e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. 47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.»


sabato 3 agosto 2019

Vali per ciò che sei


La vita non dipende da ciò che si possiede. Nel vangelo di questa domenica Gesù ci indica il cammino della vera libertà che è venuto a donarci nel renderci suoi figli. Un uomo si avvicina a Gesù e gli chiede di intervenire perché suo fratello non vuole dargli la parte di eredità che si spetta. Forte la risposta del Signore: “Sono forse io un giudice di queste faccende?”. Può sembrare che Gesù non voglia interessarsi di cose materiali, di affari e di soldi. Ma non è così. Lo capiamo dalla parabola che subito racconta per fargli capire qual è il rischio che sta correndo: attaccarsi al denaro e alle cose e così perdere la sua libertà interiore. Gesù gli racconta di un proprietario terriero molto ricco, che aveva così tanti raccolti da pensare di costruire magazzini sempre più grandi per contenerli. Contento di possedere sempre di più, un giorno dice a se stesso: “Ora, per alcuni anni, mi dedicherò alla bella vita, a mangiare, dormire, divertirmi”. Ma Dio interviene nella sua vita e chiamandolo “stolto” gli dice: “Proprio questa notte tu morirai”. E allora di chi saranno i tuoi beni? A che serve accumulare sulla terra?

Gesù un giorno dice: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. E invita ad avere un tesoro in cielo. Come si fa ad accumularne uno? Attraverso la nostra vita donata per amore, sull’esempio del Signore. Attraverso i nostri gesti di amore, di condivisione di quello che siamo e abbiamo, di attenzione agli altri, di impegno per la giustizia. Gesù ci mette davanti allo specchio, ci inchioda alla nostra verità: vali per ciò che sei, vali incondizionatamente in quanto persona, in quanto figlio di Dio. L’essere ti fa prezioso, non l’avere e il possedere. Avere e possedere non è un male, ma lo diventa se ci attacchiamo il cuore, ne facciamo lo scopo della vita, diventando schiavi delle cose e non padroni. Inoltre questo attaccamento chiude il cuore alla condivisione, all’aiuto, alla vita. Fa ripiegare su se stessi. La libertà è una questione interiore. È sapersi amati infinitamente dal Padre celeste ed essere felici per il dono della vita. Libero è chi pur possedendo delle cose, se ne serve da padrone e non ne è schiavo. La libertà non è poter fare tutto quello ci pare ma scegliere in base a ciò in cui crediamo, ai valori che guidano la nostra vita. Libero non è chi è schiavo delle cose, ma chi le usa per il bene.

Affidandoci a Maria nostra Madre, noi usciamo da noi stessi e ci liberiamo da tante schiavitù. Lei stessa dal primo suo sì a Dio, quando è diventata Madre del Signore, ha sempre avuto un cuore libero, totalmente libero da ogni dipendenza e totalmente affidato a Dio. Siamo liberi in quanto figli amati. Capaci, proprio perché amati, di tendere la mano a chi ancora non ha sperimentato questa libertà dell’amore e continua ad essere schiavo, cercando negli altri e nelle cose quella felicità che non può venire da loro perché riguarda il cuore e solo l’amore può riempire queste profondità. Ci ricorda san Massimiliano Kolbe: “Sei stato creato per Dio e per il paradiso”, “L’amore è tutto. Compi le piccole cose con un grande amore: è la maggior sorgente di meriti”, “Ama liberamente l’Immacolata, come hai fatto finora, sempre più teneramente e liberamente”.

4 agosto 2019

Lc 12,13-21
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

In quel tempo13uno della folla gli disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». 
16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: «Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!». 20Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?».21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».


La Via della felicità