venerdì 25 dicembre 2015
sabato 19 dicembre 2015
Conferme di Dio

Maria
ci insegna che per camminare sulla strada giusta, quella ricca di significato e
di bontà che Dio ha pensato per noi, non sono richieste speciali doti, quanto
invece la preghiera e la riflessione, che fanno leggere ogni vissuto alla luce della Parola ascoltata. Maria riceve
la conferma di parole e fatti prima ascoltati dalla bocca di Dio. Se non avesse
ascoltato non si sarebbe neppure messa in cammino e non avrebbe ricevuto alcuna
conferma. Allora in questo tempo che ormai si avvicina alla notte santa della
nascita di Gesù, facciamoci piccoli come Maria, ossia raccogliamoci nel segreto del nostro cuore e chiediamo allo
Spirito Santo di insegnarci le sue cose, di dirci la sua parola. Restiamo
raccolti e tenacemente rivolti all’interno, non per ignorare l’esterno, ma per avere
la luce e il senso con cui illuminarlo.
venerdì 11 dicembre 2015
Semplicemente gioia
Maria
nella sua fede profonda ha compreso che è Dio per primo a gioire di noi,
è Lui che, come dice ancora Sofonia, gioisce per noi, ci rinnova col suo amore,
esulta addirittura per noi con grida di gioia. Incontrare Dio significa
trovarsi davanti il mistero di un volto che è Padre e ha concentrato in sé all’ennesima
potenza tutto l’amore desiderabile, che si traduce in cura, custodia, premura,
attenzione, tenerezza, soddisfazione per noi suoi figli, per quello che siamo
ai suoi occhi. Maria ha fatto esperienza di questo volto, è entrata in contatto
con un Dio capace di gioire di felicità non perché un figlio è buono ma prima
di tutto perché esiste. Dio esulta di
contentezza per ciascuno di noi, come noi non facciamo mai invece per
nessuna cosa o persona. Siamo così lontani dalla trasparenza delle origini,
dalla nostra “nudità” spirituale da avere perso il gusto del sentirsi oggetto
di un amore tanto intenso quanto assolutamente puro e gratuito.
Maria ha scelto la
strada della gioia pura, lasciando perdere tutto quello che non era Dio, e poi,
Gesù. E così ha scoperto sempre più in profondità la dolcezza di vivere da
figlia amata. Questa è stata la sua gioia e questa gioia desidera anche per
noi. È una gioia possibile. La semplicità con cui Maria oggi ci dice che essere
gioiosi della vera gioia è possibile ci stimoli a una ricerca, a una domanda,
nel caso non l’abbiamo ancora ricevuta in dono. Maria è stata semplice perciò
ha incontrato Dio. Noi siamo chiamati a scendere dalle altezze delle nostre
complessità per imparare l’arte della
semplicità, che passa attraverso la serena accoglienza di quello che siamo.
venerdì 27 novembre 2015
Vergine della Medaglia Miracolosa
Supplica alla Vergine della Medaglia
miracolosa
O
Vergine Immacolata, che ti sei manifestata al mondo con il segno della Medaglia
miracolosa, per mostrarci ancora una volta il tuo amore e la tua misericordia, soccorrici
nelle nostre sofferenze, consola il nostro cuore ed esaudiscici nelle nostre
necessità.
Ave Maria...
O
Vergine Immacolata, che attraverso la Medaglia miracolosa ci hai dato un segno
della tua missione di Madre, difendici sempre dal peccato, conservaci nell’amicizia
con Dio, converti tutti i cuori, donaci l’aiuto di cui abbiamo tanto bisogno.
Ave Maria...
O
Vergine Immacolata, che hai assicurato il tuo speciale sostegno a chi porta con
fede la Medaglia miracolosa, intercedi per noi che a te ricorriamo, e per
quanti a te non ricorrono, in modo speciale per chi è nel dubbio e nell’errore,
e per quelli che ti sono raccomandati.
Ave Maria...
giovedì 26 novembre 2015
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa
9° giorno: La semplicità
Dagli scritti di
san Massimiliano Kolbe
«Quando
poi ci imbattiamo in una difficoltà che non siamo in grado di superare, oppure
qualche tentazione incomincia a tormentarci con insistenza, non perdiamoci
d’animo, ma rivolgiamoci sempre a lei con piena fiducia come i figli alla madre
e lei ci infonderà la luce e la forza necessarie, ci stringerà al cuore e
addolcirà le più grandi amarezze».
Maria, siamo
poveri e limitati e questo ci spaventa.
Non sappiamo neppure come sognare, perché restiamo spesso delusi e a mani
vuote. Fa’ che lasciamo ogni modo contorto e complicato di pensare e di vivere,
e ci facciamo, come te, semplici. Le difficoltà allora non saranno un problema,
ma la condizione normale, da accogliere con fiducia. Perché nessuno di noi ha
la vocazione del supereroe e tutti siamo chiamati ad affrontare con amore le
sfide della vita, sapendo che un Altro lotta con noi.
Padre
nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
mercoledì 25 novembre 2015
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa
8° giorno: L’abbandono
Dagli scritti di
Alfonso Ratisbonne
«Vedevo
nel fondo dell’abisso le estreme miserie da cui ero stato tratto a opera di una
misericordia infinita: rabbrividivo alla vista di tutte le mie iniquità ed ero
stupefatto, intenerito, schiacciato dall’ammirazione e dalla riconoscenza».
Madre, noi siamo
fatti per Dio e quando arriviamo a toccare il fondo, spesso ci apriamo
finalmente a Lui, perché non abbiamo più sicurezze a cui aggrapparci. Quella
estrema povertà fatta di lacrime e dolore diventa allora la più grande
opportunità della nostra vita. Aiutaci a diventare pellegrini dell’Assoluto,
camminando con Lui secondo le modalità che di volta in volta il suo Santo
Spirito ci suggerirà.
Padre
nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
Novena alla Madonna della Medaglia miracolosa
7° giorno: La luce
Dagli scritti di santa
Caterina Labouré
«Subito
dopo vidi alle sue dita degli anelli luminosi ornati di gemme, di varia
grandezza e splendore, che emettevano numerosi raggi. “Questi raggi indicano
le grazie che io spando su quelli che mi invocano”. Allora compresi quanto sia
dolce invocare la Santa Vergine e quanto Ella sia generosa verso coloro che la
pregano; compresi pure quanto numerose siano le grazie che concede a quanti
gliele chiedono e quale profonda gioia provi nel donarle».
Maria, pensare
alla tua presenza materna nella nostra vita ci riempie di pace e consolazione.
Ci rendiamo conto che abbiamo dentro il cuore troppe immagini negative, su di
noi, sugli altri e sulla realtà. Abbiamo un gran bisogno di stare con te, di
ascoltarti e di pregarti. Così pian piano la tua pace scenderà nei nostri cuori
e ritroveremo l’armonia desiderata. L’immagine bellissima di te che spandi su
di noi raggi di grazie si imprima profondamente nei nostri cuori e ci aiuti ad
essere luce per il mondo.
Padre
nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
lunedì 23 novembre 2015
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa
6° giorno: La testimonianza
Dagli scritti di
san Massimiliano Kolbe
«Chi
diviene proprietà di lei in modo sempre più perfetto, in questa maniera,
eserciterà un'influenza sempre maggiore nell'ambiente che lo circonda e
stimolerà gli altri a conoscere sempre più perfettamente l’Immacolata, ad
amarla sempre più ardentemente, ad avvicinarsi sempre più a lei e a donarsi a lei
fino a divenire nello stesso modo totalmente, senza alcuna limitazione, lei
stessa».
Madre, spesso ci
giustifichiamo addossando le colpe di ciò che non va all’ambiente. Troppo
facilmente attribuiamo agli altri quelle oscurità che partono da noi, dal modo
in cui guardiamo la vita e la realtà. Aiutaci a ritornare subito al centro che
ci rende giusti, Dio. Sarà Lui a farci capire che l’armonia cercata dipende
unicamente dalla nostra relazione con Lui. Gli ambienti che frequentiamo si
umanizzano nella misura in cui noi comunichiamo questa pace.
Padre
nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
domenica 22 novembre 2015
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa
5° giorno. La gioia
Dagli scritti di
Alfonso Ratisbonne
«Non
sapevo dove mi trovassi; non sapevo se ero Alfonso o un altro. Provavo un
cambiamento così totale che credevo di essere un altro… cercavo di ritrovarmi e
non ci riuscivo… La gioia più ardente scoppiò nel profondo dell’anima. (…)
Sentivo in me qualcosa di solenne e sacro che mi fece chiedere un prete».
Maria, aiutaci ad
attaccarci alla vera gioia, che è un dono gratuito che Dio concede a chi si
mantiene piccolo e cerca in Lui il conforto specialmente nei momenti di
incomprensione e di amarezza. Facci capire che non sono le nostre strategie a
farci stare meglio, ma solo il misterioso agire dello Spirito, che giunge al
momento opportuno, ossia quando ce n’è bisogno. Fa’ che ci inginocchiamo ai
piedi del tabernacolo come figli che si tuffano nell’abbraccio del Padre. E Lui
provvederà.
Padre
nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
sabato 21 novembre 2015
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa
4° giorno. La fiducia
Dagli scritti di
santa Caterina Labouré
«Udii
anche la voce che diceva: “Fa’ coniare una Medaglia secondo questo modello!
Tutti coloro che la porteranno al collo riceveranno molte grazie; saranno
colmati di benefici quanti la porteranno con grande fede”».
Madre, insegnaci
il gusto del contatto continuo con Dio. Un legame cercato sempre con nuova
energia, perché messo in pericolo dalla pesantezza del nostro essere fatti
anche di terra. Aiutaci a dimenticare come cose di poco conto tutte le
contrarietà e i pesi, perché nella misura in cui ce li scrolleremo di dosso,
sapremo anche ridimensionarli, cogliendo la loro relatività rispetto a ciò che
conta davvero.
Padre
nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
Dal libro: La Medaglia miracolosa. L'abbraccio della Madre, Edizioni dell'Immacolata 2015
venerdì 20 novembre 2015
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa
3° giorno. L’elasticità
Dagli scritti di san
Massimiliano Kolbe
«A
noi spetta soltanto lasciarci condurre da lei – e non da noi soli – in modo
sempre più perfetto, ogni giorno, ogni istante sempre più perfettamente, dove,
quando e come piace a lei e non a noi».
Maria,
condizionati da una mentalità efficientista, siamo tentati di pensare alla
nostra vita come a una casa che dobbiamo costruire alla perfezione e fin nei
minimi dettagli. E così quando la realtà non corrisponde all’ideale che sogniamo,
ci diamo per vinti. Donaci invece un cuore sapiente che si adatta con dolcezza alle
diverse situazioni come la creta alle mani dell’artigiano. Perché ci vuole
molta più forza interiore a riempire di luce la realtà che ci è donata piuttosto
che cercarne un’altra tanto perfetta quanto immaginaria.
Padre
nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
Dal libro: La Medaglia miracolosa. L'abbraccio della Madre, Edizioni dell'Immacolata 2015
giovedì 19 novembre 2015
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa
Dal libro
"La medaglia miracolosa. L'abbraccio della madre"
di Monica Reale - Edizioni dell'Immacolata Bologna 2015
2° giorno. L’essenziale
Dagli scritti di
Alfonso Ratisbonne
«Se
dovessi raccontarvi solo l’episodio della mia conversione, una sola parola
basterebbe: il nome di Maria!».
Madre, in questo
tempo saturo di proposte e di voci differenti, aiutaci a semplificarci, a
potare i tanti rami secchi della nostra vita perché non appesantiscano inutilmente
le nostre spalle. Liberaci dalla complicazione, dai ragionamenti ingarbugliati,
dalle pretese egoistiche. Aprici alla leggerezza dell’essenziale, perché
impariamo a gioire di quello che siamo, che è il tutto di Dio per noi.
Padre
nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria concepita
senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
mercoledì 18 novembre 2015
Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa
Dal libro
"La medaglia miracolosa. L'abbraccio della madre"
di Monica Reale
- Edizioni dell'Immacolata Bologna 2015
1º giorno. Lo stupore
Dagli
scritti di santa Caterina Labouré
«Il 27 novembre 1830,
il sabato precedente la prima domenica d’Avvento, alle cinque e trenta di
sera, al termine della prima parte della meditazione, percepii, in mezzo a un
grande silenzio, un rumore simile al fruscio di una veste di seta. (…) Volgendo
lo sguardo da quella parte, vidi la Santa Vergine in piedi. (…) La sua figura
splendeva di tanta bellezza che non sarei capace di dipingerla».
Maria,
concedici di non chiudere il nostro quotidiano in una visione frettolosa, che
si arrende troppo facilmente davanti a ciò che percepisce. La verità infatti è
sempre una luce da tirare fuori e un significato da leggere. Aprici perciò alle
sorprese di Dio, l’artista creativo per eccellenza, il quale ama giocare coi
nostri giorni rendendosi presente nei modi più inaspettati. Ottienici la
trasparenza dello sguardo e dacci la forza per difenderla dagli attacchi della
sfiducia.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria
O Maria
concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo
sabato 14 novembre 2015
Cercatori d'infinito come Maria
Nel
Vangelo di questa domenica, Mc 13,24-32 (XXXIII domenica T.O.), emerge questa
frase di Gesù: «Vedranno il Figlio
dell’Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria». Nel discorso
escatologico che Marco fa nel suo capitolo 13 Gesù, dopo avere spiegato che il
tempo della storia è destinato a finire, apre gli occhi sulla sua venuta finale, quando finalmente la creazione
sarà trasfigurata e sparirà il male
dall’orizzonte della vita dei figli di Dio. Davanti a questo scenario di
trasformazione finale, quello che ci è chiesto è vigilare e ascoltare. Due verbi che Maria ha vissuto e che ci mostra
come via maestra per custodire la serenità della vita.
Vigilare,
ossia restare svegli, non addormentarsi
spiritualmente, non lasciarsi anestetizzare ma restare padroni di se
stessi, restare cercatori del bene, impegnati a lavorare su se stessi, senza
ripiegamenti. Ascoltare, ossia avere il coraggio di tralasciare anche occasioni
importanti per coltivare la relazione
con Dio a partire dalla sua Parola. Nessun riposo umano è in grado, come il
tempo dedicato all’ascolto della Parola, di pacificare il cuore. È una questione di proporzione: ciò che è
finito, limitato non può appagare un bisogno infinito, che è quello che ci
portiamo dentro, nell’intimo.
Maria è sempre
stata sveglia, pronta a servire il Signore in qualunque modo Lui glielo avesse
chiesto.
Arriva la proposta di essere madre per il Verbo che viene? Maria è accogliente.
Bisogna correre in Giudea perché un incontro profetico si compia? Maria c’è e
coglie al volo il desiderio di Dio. Viene l’ora di accompagnare silenziosamente
il Figlio nel suo cammino di donazione? Maria nuovamente è in prima linea per
fare esattamente quello di cui c’è bisogno. Giunge il momento di morire totalmente
a se stessi per il bene dell’umanità? Maria è più presente che mai ai piedi
della croce. Si delinea la necessità di una madre spirituale per gli uomini?
Maria ripete in eterno il suo eccomi.
Quando perciò Gesù dice che il cielo e la terra passeranno ma le sue parole no,
intende indicarci che non dobbiamo farci illusioni, solo Lui è la risposta alla nostra sete di eternità.
mercoledì 28 ottobre 2015
Orizzonti sempre nuovi
Massimiliano Kolbe e lo sguardo
della fede. La realtà è il luogo nel quale oltre ad accogliere il già dato, siamo
chiamati anche a creare, a investire quel potenziale di vita che fa la
differenza tra ciò che è cristiano e ciò che non lo è. Senza il nostro apporto
luminoso, che nasce dal sentirsi amati da Dio, l’ambiente che ci circonda resta
tale e quale lo abbiamo trovato. È questione
di quanto amore portiamo nell’anima, di quanta gioia abbiamo dentro, nel
profondo, dove è avvenuto l’incontro con Dio. Se c’è questa coscienza di essere
stati visitati, di avere davvero stabilito un incontro, stretto un’amicizia unica
ed eterna, allora bisogna solo decidersi a comunicare questa ricchezza ed
esperienza.
Tanti stanno male, soffrono di
tristezza e scoraggiamento non perché abbiano dei problemi, ma perché non hanno
le risposte per le domande fondamentali della vita. Da dove vengo, chi sono,
dove vado, perché vivo? Abbiamo solo bisogno di Dio, abbiamo solo bisogno di
significato. Quando Dio è accolto, cambia tutto. Orizzonti nuovi attraggono la
nostra intelligenza e il nostro spirito, che si scopre più capace di sognare di
quanto credevamo prima. E ci si ferma volentieri a riflettere sulle bellezze
che Dio crea in noi e intorno a noi, perché sentendosi amati, si è più
sensibili ai riflessi esterni provenienti dallo stesso amore. Non si hanno
troppe difese, si è limpidi. Così il paradiso diventa quella perla verso cui
tendiamo, desiderosi come chi ha sete e sa che risalendo la montagna, goccia a goccia,
un giorno arriverà ad abbeverarsi alla sorgente stessa di quell’acqua unica e esaltante.
mercoledì 14 ottobre 2015
Nelle opere divine nulla di grande nasce senza dolore
Queste parole di san Massimiliano Kolbe si
riferiscono alla sua dura missione giapponese ma sono vere anche per noi. Non è
la nostra stessa vita quotidiana una missione in cui possono essere così tante
le difficoltà da farci chiedere dove sia il senso del nostro donarci? Niente
che abbia valore nel progetto del Signore avviene senza dolore, senza
sacrificio, senza l’irrilevanza di tanti nostri sforzi. Sembra davvero che il
massimo della realizzazione su questa terra sia la libertà di darsi per vinti,
di accogliersi in tutto ciò che di limitante c’è in noi e intorno a noi, di
rinunciare a voler quantificare il bene, di farsi piccoli e godere della
consolazione di essere umili servitori del bene. Forse il massimo della saggezza
sta nel gioire non delle cose che vanno lisce, ma di quelle che continuano a subire
colpi su colpi… in quella apparente “scorta” di fallimenti c’è una perla. La
perla della libertà. Libertà di vivere solo per amore.
La grandezza di cui parla padre Kolbe e che è stata
la grandezza di Maria infatti non ha nulla a che fare col senso di soddisfazione
di chi ha successo e vede moltiplicarsi i riscontri attorno a sé e alle sue
attività, ma consiste nel non voler più avere ragione in questa vita, se non
nell’ottica del Vangelo. Che è l’ottica dell’irrilevanza. Beata irrilevanza,
nella quale Dio però misteriosamente è all’opera, come buon artigiano. Solo chi come Maria opera e lavora solo per
puro amore, sarà in grado di vedere le opere di Dio, che per fortuna
sfuggono a ogni controllo umano. Solo chi si sarà lasciato così profondamente
purificare, sarà capace di saltare di gioia e stupirsi di quelle grandi cose
che il Signore Risorto farà attraverso di lui senza che se ne renda neppure
conto. Proprio il caso dire: chi vivrà, vedrà!
sabato 3 ottobre 2015
Bellezza originaria

La
parola di questa domenica apre il nostro cuore alla realtà della bellezza originaria. Gesù non fa
moralismo: “voi dovete, sarebbe cosa giusta fare così” eccetera. Gesù attira la
nostra attenzione sullo splendore del nostro essere, creato in armonia con Lui
e con gli altri. Chi ci mostra questa
bontà degli inizi è Maria con la sua vita bella e nello stesso tempo concreta.
In lei vediamo realizzata la persona che, cosciente di essere figlia di Dio, sceglie
anche di vivere di conseguenza. Maria nella sua vita è sempre tornata lì, alla
fonte, ad attingere senso, forza, conforto, sostegno. Anche lei è stata
sottoposta alle tante suggestioni che provengono dal mondo. Non era un angelo!
Ha
dovuto rendersi conto, come ognuno di noi, della realtà. Una realtà certo
abitata dallo Spirito di Dio ma pur sempre insidiata anche dal peccato e dal
male, con tutte le possibili sfumature in cui si declina. E ha perciò dovuto scegliere
con fermezza la sua posizione e mantenerla con coraggio e perseveranza. Ha
lavorato duramente su se stessa per far entrare nella sua carne – oltre che nel
suo cuore – la fede in Dio. Tante volte è stata tentata nella sua fede. Già
solo nella sua vocazione ha dovuto fronteggiare la marea delle mille domande e
farvi trionfare la fiducia. Non si è prodotta da sola la fede in Maria, come
secondo un automatismo. La fede in lei
ha richiesto una risposta fattiva, collaborativa, decisa, costante. Così
Maria ha custodito e protetto l’unità del cuore. Riconciliata grazie al dono
della sua nascita perfetta, senza peccato, Maria si è impegnata per tutta la
vita perché nulla di negativo potesse trovarla fiacca e passiva, strappandole
quel dono tanto grande. Ha lottato con coraggio per scoprire sempre il senso
positivo delle cose, respingendo ogni tentazione e trovando il modo di rimanere
attaccata all’essenziale, alla radicale positività del suo essere.
In
origine non era così… ci fa quindi capire che se in origine tutto era facile, e
l’uomo e la donna vivevano una
corrispondenza piena tra loro e con Dio, nella storia umana sulla terra non è
così. Non lo è stato neppure per l’Immacolata. A noi prendere coscienza del
potere che il Signore mette nelle nostre mani, quello cioè di saper trasformare
col nostro modo di pensare e agire ogni realtà in bene.
giovedì 24 settembre 2015
Ovunque amore
«Lasciarsi
condurre. Accettazione della parola di Dio “e la custodisce” (cf. Lc 2, 19, 51).
Maria stessa fa tutto. La creazione è un frutto dell'amore. Ovunque amore. Non
confidare in se stessi, ma nell'Immacolata».
Pochi
mesi prima di essere arrestato, nel ’39, Massimiliano Kolbe scrive queste
parole, frutto della contemplazione profonda del mistero di amore di Dio e di
Maria. Sta per avvicinarsi il dolore più grande per lui e per tanti uomini, e
forse anche per questo il suo cuore sente di più, è capace di una comprensione
più piena del senso delle cose e della vita umana. L’occhio del cuore, liberato
dalle suggestioni mondane, sa cogliere l’essenziale. Qual è questo tutto che
conta? È l’amore di Dio, che avvolge ogni cosa, ogni respiro vivente, che è
invisibile ma sensibile, come il vento, che quando ti afferra si fa sentire,
eppure nell’afferrarlo, ti sfugge.
Ovunque
amore. Per chi legge la realtà col filtro della fede in Dio, ovunque è amore. Questa
visione che si fa certezza dà la spinta per non farsi sconvolgere dagli eventi,
talvolta tanto duri. Maria stessa fa tutto, ovvero se confidiamo in lei, se
viviamo in relazione con lei, con questa madre sempre vicina, troveremo non
solo le ragioni ma anche la forza interiore per continuare a sorridere. La creazione,
noi, tutto ciò che è, deriva da un cuore che ci ama, quello di Dio. E Maria ci
aiuta a restare uniti a questo cuore amante del Padre, perché ci vuole bene sul
serio. Le stiamo a cuore, siamo l’oggetto delle sue preoccupazioni e cure
materne. Sempre il suo sguardo si posa su di noi per cogliere le nostre lacrime
e i nostri sorrisi, e la sua mano si fa carezza e si fa fermezza, è la mano di
una madre che non ci abbandona mai.
sabato 12 settembre 2015
Il tutto di Dio
«Devo
soffrire, morire e poi risorgere» (cf. Mc 8,27-35). Gesù questa domenica apre
il suo cuore e pronuncia parole intense, che sono la sintesi della sua
esistenza. Rappresentano il significato profondo della sua come della nostra
vita. Quando si è immersi nel non senso, nel dubbio, nelle richieste di
significato, si è tremendamente grati a chi arriva con una luce capace di
tirarcene fuori. Questa è la forza della proposta di Gesù. Dire sì a un cammino
accidentato e impervio ma rivolto decisamente e infallibilmente alla verità,
alla vittoria. L’affidamento a Maria ci aiuta a metterci in questa disposizione
di vita. Maria infatti non è solo nostra madre ma anche un esempio concreto
di come camminare in questo mondo. La sua maternità perciò tende a farci
assumere i suoi stessi atteggiamenti, che poi sono quelli di Gesù, quelli che
lei ha imparato da suo Figlio, nei lunghi anni in cui ha osservato e meditato
tutto quello che Gesù diceva e faceva.
Quando
Maria è venuta a conoscenza di queste parole di Gesù, le ha fatte sue.
Certamente ha avuto paura, ha desiderato che quei due verbi – soffrire e morie
– non riguardassero la persona che più amava al mondo. Dopo avere ascoltato
tante parole di conforto e di fiducia da Gesù, ora le sembrava di sentire discorsi
che stonavano, che andavano verso altre direzioni. Ma a differenza di Pietro,
che ascoltando l’istinto di sopravvivenza subito mise un muro tra sé e il
dolore, Maria invece non sollevò alcuna difesa. Facendo leva sulla fede, sulla
fedeltà del padre Celeste, sulla sua Parola di vita, mise a tacere l’istinto e scelse il valore in cui credeva. Prese il
tutto di Dio, non il frammento. Non si fermò solo al soffrire e al morire, ma
abbracciò anche il risorgere.
Da
Maria siamo chiamati ad imparare questa modalità di lettura della nostra vita.
Non solo un aspetto, non solo un frammento, ma il tutto. E quando si dà
ospitalità al tutto di Dio, allora come lei si entra nella dimensione liberante dell’accoglienza. Si fa l’ingresso nel regno
della fede, in cui gli opposti si armonizzano, le asprezze sono ammorbidite e
arrotondate, gli aspetti più faticosi e ardui sono integrati. Non è poca cosa
giungere a questa sapienza, non e poca cosa lasciarsi associare da Cristo al
mondo del dolore con il cuore rivolto alla risurrezione. Perciò con Maria
impariamo a vivere, perché impariamo a fronteggiare ciò che ci fa più spavento:
il dolore nostro e altrui.
mercoledì 2 settembre 2015
Ardere d'amore
Immersi come siamo in un mondo che è attraversato da tantissime emergenze, corriamo il rischio di sentirci inutili... come contribuire al bene? e donare quella gioia che Gesù dona alla nostra anima? San Massimiliano Kolbe ci dà una bella scrollata e ci indica una via semplicissima. Non si tratta tanto di impegnarsi a contrastare il male, quanto, una volta evidenziato anche il male, di dare tutto se stessi al Signore attraverso Maria.
Tendere con l'energia vitale che abbiamo verso questa unione con loro, svegliarci alla loro presenza, prendere coscienza che siamo in relazione con loro. In questo modo non saremo più occupati a rattristarci per tutte quelle cose che non vanno e che vorremmo diverse, ma spingeremo oltre la nostra capacità di vita e di donazione, come ha fatto Massimiliano, con la gioia che gli veniva dal sentirsi amato.
Oggi padre Kolbe, come molti lo chiamano sentendolo ancora padre affettuoso e vicino, ci fa smuovere dalle nostre sedie e ci dice che ardere d'amore verso la nostra Madre celeste è il segreto per sentirci vivi e utili dando un contributo reale a migliorare gli altri con cui viviamo. Non c'è gioia più grande che vedere gli altri fiorire di quella stessa luce che un giorno ha fatto fiorire noi.
sabato 29 agosto 2015
Il domicilio del mio cuore
Da questo punto di vista la Vergine Maria ha molto da insegnarci. Lei che
non ha mai peccato, cioè non ha mai volontariamente e per scelta distolto lo
sguardo dalla verità. Il suo principale impegno è stato quello di risiedere
sempre al centro del suo cuore, dove Dio abita con la sua verità. Così
ravvicinata a Lui, è riuscita a distinguere con facilità la via del bene. Certo
anche lei ha dovuto accogliere il mistero di una sapienza troppo grande da
poter comprendere e abbracciare del tutto, però nella vita ordinaria ha facilmente
aderito alle buone ispirazioni, proprio perché il suo cuore non era lontano
dalla verità.
Quando sentiamo la fatica di prendere decisioni,
di capire dove stiamo andando e anche di giudicare il bene delle nostre azioni,
della nostra condotta di vita, fermiamoci e chiediamoci se come Maria abitiamo il nostro cuore oppure se siamo
esiliati in chissà quale regione esterna a noi. Ovvio che la voce di Dio,
se si abita lontano da sé, non si coglie né si capisce. Ovvio che tutto è vago
e incerto, che non si hanno sicurezze, che ci si sente soli. Chi ha mai sentito
la sua voce? Eppure la sua voce si sente, eccome! Anche chi abita lontano da sé
spesso fa l’esperienza di sentirsi affascinato, attratto da una parola, da una persona, da qualche segno che
rimanda al Signore, alla verità. E allora qualcosa dentro si muove, una
scintilla di amore si accende, un raggio caldo attraversa il buio fitto e fa
intravedere possibili cammini.
Gesù nel Vangelo di oggi sottolinea che quegli
ebrei lo onorano con le labbra ma il loro cuore è lontano. Maria lo ha onorato
con le labbra ma soprattutto con tutto il suo cuore. E ha trovato la via
diritta. Quella stessa che ci invita a percorrere. Lei che è Madre e che ha
ricevuto da Gesù il compito e il potere di accompagnarci e di darci tutti gli aiuti
utili per risalire la china e fare l’esperienza della rinascita spirituale. Tu,
da che parte stai? Dove risiedi? Cosa ti suggerisce lo Spirito Santo? Quali indicazioni
ti dà? Che grado di risposta dai? Pronta e accogliente oppure pigra e diffidente?
Fare chiarezza su questo punto è fondamentale: in base alla risposta sapremo a
che punto siamo e a quale passo di rinnovamento ci sta chiamando con amore e
tenacia il nostro Dio, con l’aiuto sempre premuroso di Maria.
martedì 25 agosto 2015
L'Amore è puntuale
sabato 22 agosto 2015
Con la testa e con il cuore
Questa domenica la
Parola di Gesù stimola la nostra intelligenza a un ragionamento (cf. Gv
6,60-69). Gesù offre se stesso nel dono dell’eucaristia. Non dice che la sua
proposta è la cosa più facile del mondo da capire. Porge la verità nella sua
semplicità e nudità.
E lascia che ognuno interroghi personalmente il suo cuore
sulla risposta da dare. La parola viene definita “dura” dai discepoli. Cioè
difficile da capire. Ma questo non è peccato. Anche Maria all’annunciazione non
ha compreso. Il peccato sta nella durezza di cuore. Gesù perciò sottolinea: «Questo
vi scandalizza?». Davanti al dono della fede, si presentano vari scandali, vari
ostacoli. La verità tocca la mente e afferra il cuore, e chiede una risposta
adeguata. Di fede. Solo il cuore può superare la pietra di inciampo che
l’intelligenza a un certo punto pone davanti. Solo il cuore fa entrare la ragione in una Ragione più grande. Gesù infatti
subito aggiunge che è lo Spirito che dà la vita.
Maria ha visto
l’ostacolo ma non vi è inciampata. Ha chiesto aiuto a Dio e Dio le ha risposto.
Lo Spirito farà tutto perché nulla gli è impossibile. Così Maria comprende che
la vita di fede è una questione di proporzione. I doni spirituali non si accolgono solo con un bel ragionamento ma specialmente
con l’apertura del cuore, con la fiducia. Per ogni peso la sua misura. La
fiducia poi risana l’intelligenza, la rettifica, raddrizza i suoi giudizi
sbagliati e la fa lavorare bene, come un meccanismo che dopo essersi
arrugginito torna a funzionare. Credo per
capire, capisco per credere, diceva Agostino. Finché vuoi pescare un tonno
con un amo di due centimetri ti troverai sempre sconfitto e catapultato nelle
acque. Con il rischio di arrivare a credere che il tonno non esiste perché non
abbocca al tuo amo. Senza fiducia in Dio l’intelligenza si ammala. I discepoli
infatti non potendosi spiegare questi strani discorsi di Gesù, preferiscono voltargli
le spalle. Meglio lasciarlo perdere.
Fortuna che Pietro,
come prima di lui Maria, salta su con la sua stupenda affermazione: «Non ti
lasceremo, perché tu solo, mio Signore hai parole di vita eterna!». Affidarci a
Maria oggi significa vivere le nostre cose con il cuore e con la testa. Prima e
fondamentalmente con il cuore e anche con la testa. Il cuore ci fa balzare
oltre la tastiera del computer dove stiamo lavorando, oltre le pratiche sulla
scrivania che chiedono di essere studiate, oltre il limite di tante situazioni
e relazioni che ci sembrano strette e difettose. Aprirsi e abbandonarsi a questa Madre che ci ama ha la forza di
farci sorridere, di farci prendere le giuste distanze dalle cose: la vera vita infatti
è un’altra, e la portiamo dentro. Quello che Maria ci chiede è: «Vuoi provare a
guardare la tua vita da questo punto di vista? vuoi appoggiarti a Dio che è in
te?». Chi non ci crede o non riesce faccia la prova, come diceva Massimiliano
Kolbe, e sperimenterà in prima persona chi è l’Immacolata, chi è questa nostra
Madre.
lunedì 10 agosto 2015
Maria e Kolbe: quando restare piccoli “conviene”
Il 14 e il 15 agosto sono segnati da questa duplice ricorrenza, non casuale.
Kolbe chiuse gli occhi di questo mondo il 14 agosto del ’41, e questa data
resta come un segno datoci dal Signore per farci capire che, ciò che ha
permesso a Massimiliano di fare della sua esistenza un dono di amore stupendo,
è stata proprio la sua assoluta donazione alla Vergine Immacolata. Di Maria
celebriamo il mistero di fede (dogma dell’Assunzione) per cui sappiamo e
crediamo che è l’unica creatura che può già godere della risurrezione della
carne. Noi, dopo morti, dovremo attendere la fine del mondo storico, quando
Gesù, una volta tornato definitivamente (parusia), ci permetterà di riavere con
noi il corpo glorificato e trasfigurato per una pienezza di vita senza limiti. L’amore
che ci avvolge già ora se gli apriamo il cuore, diverrà realtà da godere senza
fine quando saremo con Cristo, in cielo. Un messaggio di grandissima speranza,
che ci fa sopportare ogni aspetto, anche meno piacevole della vita, perché
abbiamo una meta, perché la Persona più importante ci attende.
Per Kolbe la vita è
stata tutta una lotta per non farsi turbare dalle difficoltà e rimanere
nell’amore di Cristo, sperando contro ogni speranza. Avendo scoperto che Maria è
un sostegno fortissimo e invincibile, Massimiliano si è affidato totalmente a
lei, e ha portato avanti la sua corsa senza mai voltarsi indietro. Ha tenuto lo
sguardo fisso su Gesù, la mano stretta in quella di Maria e con l’altra ha
trascinato tantissime persone dietro di sé, facendo l’impossibile perché anche
loro si aprissero al dono della Madre. Il suo cuore si è dilatato fino ad
assomigliare a quello di Cristo quando ad Auschwitz ha scelto di donare la sua
vita per salvare quella di un altro prigioniero.
Cosa accomuna Maria e
Kolbe? Senz’altro l’umiltà, la
piccolezza, accolta e vissuta con gioia. Il Vangelo dell’assunzione ci
ricorda proprio il canto mariano del Magnificat
col suo centrale riferimento all’umiltà. Maria è felice perché il suo Dio è un
Dio che ti fa sentire il tuo niente senza umiliarti, anzi raccogliendoti come
si raccoglie un tenero uccellino e facendoti entrare nella sua casa, condividendo
con te tutti i suoi beni, tutto se stesso.
Se il termine “conveniente”
si riferisce a qualcosa che si adatta bene, è proporzionato, a giusta misura,
allora possiamo dire che essere umili, piccoli, ci “conviene”, si adatta bene al nostro stato. È la risposta logica di
una persona sana di mente che si rende conto che non può salvarsi da sola e
semplicemente dipende in tutto da Dio. Quando poi, come per Maria e Kolbe, si
fa esperienza che questo Dio è un Padre misericordioso, allora si è doppiamente
felici di scoprirsi piccoli e impotenti. Tutto quello che ci manca, infatti, ci
viene donato gratuitamente. Dio provvede. Dio guida e soccorre i suoi figli,
accompagnandoli personalmente secondo un disegno di puro amore. Massimiliano
kolbe, nel ’32, dalla nave sul mare della Cina scrive ai suoi frati giapponesi
queste parole: «Se già
su questa piccola terra noi avessimo un grande amore a Dio e alla santa Madre
Maria, allora avremmo il paradiso in terra. Bisogna diventare come un piccolo
fiore, come santa Teresa. Questo è tutto il nostro lavoro».
venerdì 31 luglio 2015
Nutrire la fame del cuore

Tutto il dialogo-confronto è fatto dall’opposizione
tra il fare e l’essere, il compiere e il credere. Le persone sono preoccupate
di fare, avere qualcosa tra le mani, da stringere, Gesù è assolutamente libero
da questi desideri di possesso e parla della bellezza di credere. In questo
senso si tratta questa domenica di una Parola molto mariana. Maria ha lasciato
perdere tutte le esigenze e i bisogni indotti e ha preferito vivere della
Parola. Ha riconosciuto la sua sete autentica e ha capito che la risposta ce
l’aveva Dio, a cui si è affidata. Maria ha compreso che se diamo spazio ai bisogni,
perdiamo gradualmente la libertà. Non siamo più noi a decidere dove dirigere i
nostri interessi, ma sono loro a tirarci. La soddisfazione per un bisogno
appagato dura poco e dà l’impressione di portarsi via la nostra gioia. In
realtà la delusione deriva dall’aver sperimentato che non era quello il bisogno
più vero ed urgente. Era moneta falsa!
Maria ha scelto il ritmo lento della
fiducia, fatto di valorizzazione del piccolo e del poco. Meglio avere di meno e
godere di più, che avere tanto e vivere l’ansia del cuore, essere perennemente in ricerca. Maria ha goduto della dolcezza che la fiducia dona al cuore. Della stabilità, della sicurezza di sapersi accompagnata da Dio, il quale conduce a buon fine qualsiasi situazione, se la affidiamo a Lui. Ci insegna che è cosa buona riconoscere la nostra sete di amore, e che questo è il bisogno più vero e fondamentale per il quale dobbiamo darci da fare. In questa ricerca dobbiamo spenderci totalmente, fino alla fine.
«Io sono il pane della vita; chi
viene a me non avrà fame e chi crede in
me non avrà sete, mai!». Davanti ai tanti messaggi che vogliono farci
credere che oggetti e viaggi e chissà cos’altro possa renderci sazi e felici,
ci viene da sorridere per tanta ingenuità e nello stesso tempo ci rendiamo conto che bisogna impegnarsi al massimo per aiutare gli altri a non farsi ingannare, e a non continuare a credere che la sete del cuore possa avere come suo appagamento qualcosa che non sia Dio e il suo amore.
sabato 11 luglio 2015
Resi capaci di scacciare i demoni
L'affidamento a Maria è il mezzo privilegiato per portare
la luce di Cristo negli ambienti in cui viviamo, lottiamo, soffriamo. Maria
infatti come Immacolata porta il serpente infernale sotto i piedi. Gli
schiaccia la testa, impedendogli di mordere i suoi figli. Il veleno che oggi
sta entrando nelle nostre realtà è quello dell'antiumanesimo, delle ideologie
atee che stanno lavorando instancabilmente contro l'uomo. Contro l'uomo, contro
la famiglia, contro l'etica, contro la verità. La battaglia è al livello dei
valori. Qui si sta giocando il futuro dell'umanità. Maria ci dice di ascoltare
Gesù e Gesù ci mostra la strada della fiducia in Lui. «Andate e senza sicurezze
umane, senza prendere nulla per il viaggio, portate al mondo la luce della mia
verità. Parlate, non abbiate paura, esponetevi, non temete, vi difendo io,
siate figli, guarite il mondo con la mia benedizione».
Maria non ci è accanto per cullarci nelle nostre esigenze
di cura e riposo, ma perché così amati e rafforzati andiamo sicuri del fatto
che la nostra stessa persona ha la forza di illuminare le tenebre. Se ci
affidiamo totalmente a lei, per forza di cosa saremo capaci di scacciare i
demoni. Che sono l'aggressività, l'ignoranza, l'orgoglio, l'autosufficienza,
l'egoismo, la chiusura al trascendente, la mancanza di rispetto, il calpestare
i diritti fondamentali della persona, la menzogna e ogni forma di negatività. È
questo il messaggio forte e nello stesso tempo dolce del Signore, quello di
abitare il nostro presente con coscienza missionaria. Possiamo anche non uscire
di casa eppure essere i più grandi missionari se avremo fatto crescere tra le
mura domestiche i valori e il bene.
Maria è stata contemplativa e attiva, ha fatto tanto ma
solo dopo avere pregato tanto, ha camminato anche lei per le strade della
Palestina ma solo perché era Gesù a fissare la rotta. Maria ci è accanto per
camminare con lo stesso coraggio e la stessa fede che hanno caratterizzato la
sua vita. Riprendiamo fiducia nella nostra capacità di cambiare le cose. Non
siamo impotenti. Siamo deboli, ma non impotenti. Cristo ci spinge. Chi può
fermarci? Se camminassimo per conto nostro, certo che dovremmo avere paura di
fallire, ma dal momento che camminiamo con Cristo, accompagnati dalla guida
materna di Maria, siamo certi che vinceremo. Dove entreremo, scacceremo i
demoni, liberando i nostri fratelli dalle loro tante schiavitù.
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