Nel
’40, rientrato in convento dopo la prima esperienza di prigionia, padre Kolbe e
i suoi frati danno inizio all’adorazione perpetua. Il tratto più mariano di san
Massimiliano in fondo è questo: l’adorazione di Gesù. Maria ha adorato Gesù accogliendolo con tutta se stessa, facendogli spazio e diventando sua prima e perfetta discepola, nella più profonda umiltà, pur
essendo sua madre. Si è inginocchiata davanti a Gesù e alle sue vie, e così è stata felice.
Nell’adorazione la nostra anima può
lasciarsi amare e risanare in profondità da una presenza che è capace, per la
forza dello Spirito Santo, di armonizzare tutti i livelli: psico-fisico e spirituale.
Senza adorazione ci si ammala. Per questo Massimiliano amava tanto l’adorazione:
perché aveva scoperto che la vicinanza con Gesù era capace, da sola, di riportare
il sole nel grigiore e la pace nelle difficoltà.
Affidarsi a Maria significa
anche guardare al suo esempio e nessuno più di lei può insegnarci la via della
vera adorazione di Gesù.
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