14 agosto – festa di san Massimiliano Kolbe
«Io
pure sono debole e capace di cadere ad ogni istante, qualora l'Immacolata
ritraesse la propria mano infinitamente misericordiosa; anzi, al giudizio di
Dio vedremo se non è vero che io sono
stato molto più debole di voi
e se non è stato proprio per questo che l'Immacolata si è degnata di mostrare
attraverso me quelle meraviglie che avete visto con i vostri occhi, che avete
udito in Polonia e che state guardando anche ora. Nelle opere dell'Immacolata,
infatti, avviene di solito così».
Se è
vero che i santi sono stati uomini e donne come noi, deboli e tentati, questo è
evidente anche dalle stupende confessioni che san Massimiliano ha lasciato,
come questa scritta dal Giappone, dove nel ’30 era iniziata la nuova realtà
della Città dell’Immacolata con gli “occhi a mandorla”. Quello che sentiamo di
dover fare sempre più nostro, se vogliamo anche noi essere santi, è arrenderci
alla nostra personale debolezza e incapacità e lasciare che Dio operi
liberamente in noi.
Capire
questo non è sufficiente, ovviamente. Ma se il nostro cuore è attratto e
convinto da questa verità, allora possiamo incamminarci sereni sulla strada
delle vera gioia in cui il Signore ci assisterà sempre accompagnandoci passo
passo fino al pieno compimento del suo progetto di amore. Occorrano anni, tempi
lunghi, perché il nostro spirito si lasci formare e trasformare, per cui
abbiamo bisogno di pazienza, di entrare in quel laboratorio che è la nostra
vita e permettere a Dio di lavorare.
Le
meraviglie di cui parla padre Kolbe e che Maria riuscì a operare attraverso di
lui sono dovute proprio alla sua umiltà, al fatto che Massimiliano un giorno si
arrese alla sua debolezza e su questa basò tutta la propria forza, con fiducia
e ottimismo. Il peggio che gli poteva capitare, ne era convinto, era morire, ma
questa eventualità la considerava un dono e un bellissimo regalo, perché
sarebbe andato prima in cielo, in paradiso. Leggerezza di un cuore santo che se
è diventato santo è stato grazie alla sua umiltà che gli ha fatto occupare
senza resistenza quel posto che Dio nella sua bontà gli aveva proposto. Che
padre Kolbe ci ispiri e ci dia la sua gioiosa leggerezza di vivere!
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