L’affidamento a Maria come dono
totale di sé ha proprio questo obiettivo: aiutarci a sgombrare il cuore dai
tanti ostacoli e dalle tante resistenze anche inconsce per poter ricevere il
dono che Gesù desidera farci di se stesso. A
Maria noi chiediamo che ci aiuti a liberarci dai condizionamenti –
culturali, sciali, personali – per permettere a Dio di poterci lavorare e
modellare come piace ai suoi occhi. Il Signore non fa tutto da solo, però. Ha
bisogno di noi, che la creta del nostro cuore voglia accogliere la sua azione.
Altrimenti, Dio attende, con rispetto anche se con dolore. E allora in che modo
possiamo contribuire?
Là dove è il tuo tesoro, è anche il
tuo cuore. Fatti un tesoro sicuro nei cieli, ci suggerisce lo Spirito. Proviamo, come ha fatto Maria, prima discepola
di Cristo, a fissare l’attenzione del cuore su ciò che ci ispira fiducia in
Dio. Esercitiamoci a coltivare pensieri e sentimenti di amore e di pace,
nutriamoci di immagini positive, che siano capaci di muovere quelle parti più
nobili del nostro spirito, diamoci concretamente da fare per pregare, adorare,
fare il bene, attraverso piccoli e grandi gesti di attenzione e di bontà.
Prendiamoci cura di quello che mettiamo nella mente, nel cuore, nell’immaginazione.
Non è secondario, si tratta invece di un indispensabile lavoro di purificazione
che giorno per giorno ci aprirà alle prospettive di Dio. La fede si rafforza
vivendola. Mettendola alla prova della propria vita. Provando sul serio a
fondarvi tutta l’esistenza. Chi avrà
avuto questo coraggio, come Maria, scoprirà che il tesoro che gli viene incontro
è una Persona, Gesù, e allora avrà finito il viaggio, per incominciarne
uno nuovo, finalmente libero e consapevole.
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