Due aspetti ci toccano in questo
vangelo della seconda domenica di Avvento. Il tempo e la salvezza. In che
senso? Luca ci racconta che nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio
Cesare la parola di Dio venne su Giovanni il Battista nel deserto. Giovanni
viveva da anni in luoghi solitari, pregando e facendo penitenza. Una vocazione
specifica la sua, segnata dall’essenzialità, preparandosi per qualcosa che ancora
non conosceva. Una scelta di vita poggiata sulla fiducia piena in Dio, senza pretese
di capire tutto. Ma viene il tempo in cui qualcosa cambia: in un giorno
preciso, in un anno specifico la parola di Dio irrompe nella sua anima in modo
nuovo, diverso e Giovanni sente che è scattata l’ora di partire e percorrere la
regione del Giordano invitando tutti alla conversione. Non è vero che quello
che viviamo ogni giorno è uguale. Dio lascia segni sul nostro cammino, possiamo
sempre stupirci di come agisce nelle nostre giornate e più facciamo attenzione
e affiniamo lo sguardo del cuore più ce ne accorgiamo.
Il secondo aspetto è la salvezza.
Giovanni dice: “preparate la via del Signore”, ossia preparate il cuore,
alimentate il desiderio di incontrarlo, di riconoscerlo, e di accoglierlo. Andiamo
sempre in cerca di qualcosa che ci nutra l’anima, Gesù qui ci dice che soltanto
lui può farlo. La sua parola entra in noi e ci cambia dentro. «Ogni
burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose
diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di
Dio!». Parole di fuoco per dirci che le nostre seti e le nostre fami saranno
appagate totalmente. È l’esperienza di sentire che il vuoto è riempito, e solo
l’amore di Dio può dare questa sazietà, questa gioia profonda. Ciò che è alto
verrà abbassato, ossia con lui riusciamo a smorzare i nostri eccessi, quando si
presentano come orgoglio, ribellione e pretesa, e quando all’opposto si presentano
come scoraggiamento e apatia. Tutto quello che è tortuoso in noi, le sensazioni
e i ragionamenti ingarbugliati che ci fanno smarrire e confondere, tutto questo
sarà reso dritto, spianato. La salvezza che Gesù viene a portarci ha il sapore di
una esistenza rinnovata, risanata, resa chiara, semplice, capace di dialogare
con Dio e con gli altri in autenticità.
Come non sentire in queste parole
anche quelle di Maria nel suo magnificat? Maria canta il rovesciamento operato
da Dio, che abbassa ciò che è alto e innalza ciò che è basso. È la gioia che
Gesù ci dà, quella di sentirci guariti nell’anima e perciò resi capaci di
camminare su strade dritte. Maria ha avuto una vita non facile, segnata da
molte crisi e prove, ma la sua è stata una vita felice, vissuta con Dio,
vivendosi come figlia amata. Maria in questa domenica ci invita a non temere il
deserto interiore, perché è proprio il riconoscerci così piccoli ad essere la
condizione più favorevole per aprirci al Signore che viene. E lui viene davvero
a salvarci dalle nostre notti.
Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
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