Alzati e va’, la tua fede ti ha salvato! È la frase finale di questo vangelo domenicale. E ne
sentiamo tutta la forza di ripresa dalle tante nostre situazioni di
abbattimento e di scoraggiamento. Ma come siamo arrivati a questa espressione
di Gesù? Cos’è accaduto prima? A chi si sta rivolgendo il Signore? Fermiamoci
un momento e lasciamo il corso dei pensieri che costantemente scorrono da una
parte all’altra della nostra mente, facendoci talvolta fare dei viaggi un po’ tortuosi.
E lasciamo che la nostra attenzione sia attirata da questa presenza forte e
rassicurante di Gesù che ci viene incontro.
Gesù si sta dirigendo con i suoi
amici a Gerusalemme. Per Luca che narra, questo significa che Gesù sta andando
verso la prova definitiva che lo condurrà alla croce. Strada facendo attraversa
territori della Samaria e della Galilea. Ed è nel momento in cui entra in un
paesino che gli vengono incontro dieci uomini. Sono lebbrosi, e si fermano a
una certa distanza gridando: “Gesù maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vede
Gesù li invita ad andare a presentarsi ai sacerdoti. A loro spettava infatti constatare
la guarigione, fare delle preghiere e riammettere nella comunità chi ne era
stato allontanato perché ammalato e infetto. I dieci senza dire alcuna parola
si mettono subito in viaggio. E mentre camminano si rendono conto di essere
stati guariti. Il loro corpo è liscio, senza ferite né piaghe. Uno di loro, non
stando nei suoi panni per la gioia, torna indietro e si getta ai piedi di Gesù
per ringraziarlo.
È a lui che Gesù dice queste parole “Alzati e va’, la tua fede ti ha salvato!”. Prima però si chiede
dove siano gli altri, che sono stati guariti insieme con lui. Hanno ricevuto un
dono immenso, gratuito e immeritato e non sanno neppure dire grazie: danno
tutto per scontato! Il lebbroso guarito che ritorna a ringraziare invece viene
lodato perché ha avuto fede, ha saputo vedere oltre. Non ci basta essere sotto
l’azione della grazia per sentirci figli amati, c’è un passo da fare, quello
dell’affidamento, che è una scelta del cuore, intima e personale. È un sentire
dentro l’anima che prima eravamo in un modo, ora siamo diversi, perché abbiamo
incontrato il Signore. Prima eravamo a pezzi, ora siamo integri. Qualcuno ha
lenito le ferite e asciugato le lacrime, Qualcuno ha accarezzato il nostro
volto e ci ha presi in braccio, come bambini. E allora la vita diventa un
continuo ringraziamento, perché eravamo piagati nell’intimo, feriti nei
sentimenti, nelle speranze, umiliati da tante ingiustizie subìte e dalle
conseguenze di errori compiuti. Il cristiano nasce nel momento in cui, in mezzo
alle lacrime che offuscano la sua vista, intravede il volto del Salvatore, mite
e tenero, che lo salva. Facendogli sperimentare la cosa più semplice e desiderata
eppure tanto lontana dalle nostre capacità umane: l’amore vero. Il lebbroso non
poteva credere tanta era la gioia di vedersi guarito! Saltava interiormente
come il Battista quando incontro Gesù bambino. È quella euforia incredibile che
prende quando abbiamo pianto tanto e alla fine il Signore è venuto! Ci ha salvato!
È l’esultanza di Maria quando ha compreso che era diventata la madre del
Salvatore, e ha intuito che la storia sarebbe cambiata, al posto della tristezza
e delle tenebre, la gioia e la luce.
Questa è l’esperienza di trasformazione
che un vero itinerario di affidamento a Maria fa compiere! Non si tratta di
fermarsi ai bei pensieri, alla buone intenzioni, ma di accogliere la potenza
spirituale di questo gesto di donazione a lei. San Massimiliano kolbe ce lo
conferma: “Trasforma te stesso. Ascolta la voce di Dio nel raccoglimento, in
modo particolare durante la meditazione. Dio vuol darti di più di quel che tu
vuoi prendere. Vinci te stesso. L'amor proprio è la sorgente di tutti i
peccati. L'amore non tiene conto delle forze, crede nell'impossibile”.
13 ottobre 2019
Lc 17,11-19
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
In quel tempo, 11lungo il cammino verso
Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un
villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a
distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù
disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono
purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran
voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un
Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove
sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio,
all'infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e
va'; la tua fede ti ha salvato!».
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