Pregare sempre
e non stancarsi mai. La perla preziosa di questo vangelo della domenica è
la realtà della preghiera. Come si fa a pregare sempre? Cosa significa pregare?
Facciamo il primo passo e cerchiamo di capire qual è la parabola che Gesù
racconta e dove vuole arrivare comunicandocela. In una città viveva un giudice
dalla linea dura, che applicava senza troppa pietà la legge e aveva poca
attenzione alle persone. C’era anche una vedova, dunque una donna che all’epoca
era povera e senza tutele sociali. Questa donna aveva preso ad andare dal
giudice e a chiedergli che gli facesse giustizia contro il suo avversario,
qualcuno che la stava opprimendo, causandole serie difficoltà. Altrimenti non
sarebbe corsa dal giudice. Qual è la reazione del magistrato? I primi tempi la
mandò via senza darle ascolto, poi a un certo punto, stanco di vedersi sempre tormentare
dalle sue richieste, le concesse quanto chiedeva.
Gesù a questo punto dice: il
giudice alla fine le ha fatto giustizia, perché ha insistito, e Dio, che è
vostro Padre, non farà forse giustizia ai suoi figli che lo pregano e attendono
il suo aiuto? Vi dico che li aiuterà. Ma quando io vi verrò incontro – e sempre
vengo ogni giorno - , troverò la fede in voi? Vi troverò in ascolto, alla
ricerca del mio volto, della mia parola, della mia presenza? Quello che
colpisce di questa vedova sono due cose: il fatto che le manchi qualcosa e il
fatto che insistendo la ottiene. Questo qualcosa è Dio, il suo amore, verso il
quale noi sempre tendiamo perché desideriamo l’unione piena, e l’insistenza che
ottiene è la preghiera fatta con fede. Se la donna ottiene è perché ha fiducia
nel fatto che il giudice le darà retta. Il tema della fede è perciò centrale,
essenziale, è questa fiducia nel Signore che ci fa pregare, che non è tanto o
solo vivere alcuni momenti specifici, quanto essere in uno stato di preghiera, essere
cioè consapevoli che siamo in contatto con lui, mentre viviamo, mentre
svolgiamo tutte le faccende ordinarie che la vita ci richiede, al lavoro, in casa,
nelle relazioni con gli altri, con i familiari. Quello che ci dà vita e ci dà
una carica interiore inesauribile è il saperci dentro questa appartenenza totale
a Dio che è Padre e ci ama. Un Dio col quale possiamo dialogare sempre, chiedendogli
spiegazioni quando non capiamo e aiuto quando non riusciamo, tessendo in questo
modo una relazione fatta di amicizia, affidamento, confidenza. Allora il
vangelo che ascoltiamo diventa vivo in noi, prende vita, ci dà vita, ne
sentiamo la forza, ci sentiamo ascoltati e compresi dal Signore. E impariamo a
camminare con lui, a intrecciarci con lui, a sentirlo vicino. In una dinamica
costante che è un cercarlo e un farsi trovare. Cercarlo come la vedova che
bussava alla porta del giudice e farsi trovare come la vedova che finalmente
ottiene giustizia.
Non possiamo non pensare a Maria, a quando a Cana ci ha
mostrato una audacia nel chiedere che si pone a un livello diverso rispetto a questo
della vedova. Lì, davanti a un’altra mancanza, Maria si volge a Gesù con una
fede talmente piena e priva di alcun dubbio da poter dire ai servi “qualunque
cosa vi dica, fatela”, ossia siate certi che una volta affidato a Gesù, questo
vuoto sarà colmato. La fede va all’essenza, non cerca di scoprire i modi e i tempi che Dio userà per esaudirci. Maria
ci insegna perciò l’essenza della preghiera: l’intima certezza che ciò che è
affidato, è salvato. L’affidamento a Maria che noi viviamo nelle pieghe del quotidiano
ci fa intravedere ogni parola del Signore attraverso il cuore e l’esperienza
della Madre, ci fa guardare i fatti che accadono come altrettante occasioni in
cui con lei andare alla ricerca del volto di Gesù e del suo volere per noi.
20 ottobre 2019
Lc 18,1-8
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
In quel tempo, 1 Gesù diceva ai suoi discepoli una
parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non
temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c'era anche una vedova,
che andava da lui e gli diceva: «Fammi giustizia contro il mio
avversario». 4Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: «Anche se non temo
Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto
fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi»». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò
che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi
eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a
lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo,
quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
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