Di
grande intensità e impatto emotivo la scena che Giovanni questa V domenica di Quaresima
ci pone davanti agli occhi. Siamo a Gerusalemme, c’è tanta folla intorno a Gesù che, seduto, come ogni buon maestro, insegna la Parola di Dio. Siamo
dentro un’atmosfera piuttosto calma, ma ecco che all’improvviso qualcosa si spezza.
Entra in scena con una certa veemenza un gruppo di scribi e
farisei. Cosa vogliono? Giovanni ce lo dice senza mezzi termini: vogliono
metterlo alla prova e vedere dove possono farlo cadere in contraddizione con la
Legge. Se dirà o farà qualcosa che non è contemplato nella Legge, a morte! E
per raggiungere il loro scopo usano una donna, peccatrice, perché colta in
flagrante adulterio e la mettono in mezzo, tra loro e Gesù, giudicandola degna
di morte. E domandano perciò a Gesù quale sia la sua opinione in merito. A
questo punto siamo colti di sorpresa!
Ci
aspettiamo una sua parola, un suo gesto in difesa della donna, insomma una reazione
immediata di sdegno o altro e invece ci ritroviamo a guardare Gesù mentre
scrive per terra col dito. Mentre le forze giudicanti vogliono coinvolgere Gesù
in quel movimento negativo e distruttivo, Gesù fa una cosa diversa. Crea una
cosa nuova, fa germogliare dalla polvere un atteggiamento completamente
differente e innovativo. L’atteggiamento di chi sa distanziarsi da ciò che
accade, dalla rete di situazioni in cui è inserito per starci dentro con una prospettiva
diametralmente opposta. Quella che lui vede è una persona. E in particolare una
persona che soffre. Perché chi si trova ai margini non lo sceglie, ma è a sua
volta vittima o del male altrui o della propria debolezza. Gesù si ritira in un
silenzio eloquente. Quelli però insistono. Non demordono, anzi vedendo l’atteggiamento
di Gesù si inaspriscono ancora di più. Chi è chiuso nel suo guscio di
irrazionalità non riesce neppure a dialogare senza sentirsi attaccato nella sua
identità. E Gesù torna a stupirci proferendo quella parola che resterà come un
dardo infuocato nella memoria dei credenti: “Chi di voi è senza peccato getti
per primo la pietra contro di lei”. Come a dire: giudichi nell’altro ciò che
non vuoi vedere in te! Dopodiché riprende il suo misterioso gesto di scrivere
per terra. Qui ci viene un tremore. Gesù si espone alla loro rabbia. Standosene
lì solo, non ha difese. Ma quegli uomini, uno alla volta, cominciando dai più
anziani, se ne vanno. Colpiti e affondati! Rimangono a questo punto solo Gesù e
la donna. A questo punto Gesù le offre la sua misericordia, il perdono che la
rimette nella vita dicendole “va’ e d’ora in poi non peccare più”. Gesù
riscrive la Legge. La riscrive mettendo al centro la persona, così come la vede
Dio, suo creatore. Per essa dà la vita.
Affidarci
a Maria, che ha compreso la misericordia di Dio, questo amore viscerale e
personale per ciascuno di noi, significa oggi entrare con ancora più
consapevolezza in questa realtà, farcene coinvolgere profondamente. Sentirne la
grandezza, la dolcezza, la forza vitale. Maria è sprofondata nella gioia più
intensa quando si è resa conto che per fare esperienza della misericordia
occorre fare una cosa semplicissima: riconoscere e non nascondere la propria creaturalità,
mettersi nelle mani di Dio come bambini in quelle paterne. Alla fine restò solo
la misericordia e la misera, come disse s. Agostino. Se mi accolgo per ciò che
sono, sono nelle condizioni di accogliere anche il suo amore per me. Forse Gesù
scrivendo per terra sta riplasmando la nostra creaturalità, il nostro essere
fatti di terra, facendoci capire che solo accogliendoci come Maria si è accolta
– nella nuda creaturalità – possiamo far germinare in noi il seme divino e
portarlo fino a maturazione.
7 aprile 2019
V domenica di Quaresima
Gv 8,1-11
In quel tempo1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Gv 8,1-11
In quel tempo1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
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