Forte
risuona la parola “oggi” in questa quarta domenica di Quaresima. Nella prima
lettura Dio dice a Giosuè che oggi la sua promessa si compie. La liberazione approda
alla sua meta, il popolo ritorna a casa,
nella terra promessa e ne mangia i frutti. Il sapore della vita ritrovata inonda
anche le pagine del Vangelo, la famosissima parabola del Padre misericordioso e
del suo figlio minore. Centrale è ciò che dice il Padre: “Facciamo festa perché
questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato”.
Con
Gesù recuperiamo l’incanto della salvezza che si compie, i momenti unici e
indimenticabili in cui la grazia lungamente assecondata realizza la sua opera,
anche concretamente. Attraverso situazioni che si appianano, nodi che si sciolgono,
ferite che rimarginano, solitudini che vengono riempite, angosce che trovano inaspettate
vie di soluzione. È l’incanto del Padre quando vede il figlio e sente che la
sua preghiera e le sue lacrime hanno finalmente raggiunto il cuore del figlio e
operato la salvezza. È l’incanto che va coltivato
sempre senza stancarci perché Dio ha bisogno di occhi stupiti per continuare le
sue opere di salvezza, ha bisogno di sognatori che credono al suo intervento,
al fatto che Lui è un Dio che salva. Dio è Dio e la sua azione potente ha una
capacità di trasformazione che supera le leggi della natura e i limiti della
nostra creaturalità.
È
l’incanto di Maria, che ha chiesto al suo Signore di compiere la sua opera e
con quell’“avvenga per me!”, ha voluto dire che non vedeva l’ora di poter ammirare
il realizzarsi concreto della promessa. Ed era tanta la sua voglia di
contemplare il progetto di Dio che non esitato ad “alzarsi” (risuscitare) per
andare ad ascoltare una parola (“madre del mio Signore!”) che le rivelava il
prodigio. E da lì inizia il suo canto di gioia: che non è l’allegria
passeggera, ma quella gioia densa di riflessività e impregnata di meraviglia che
si prova solo in un caso nella vita: quando si tocca con mano l’opera di Dio in
atto!
31 marzo 2019
IV domenica di Quaresima
Lc
15,1-3.11-32
In quel
tempo1 si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori
per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro». 3Ed egli disse
loro questa parabola:11Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane
dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed
egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni
dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese
lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. 14Quando ebbe speso
tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a
trovarsi nel bisogno. 15Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di
quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto
saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava
nulla. 17Allora ritornò in sé e disse: «Quanti salariati di mio padre
hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò
da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più
degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi
salariati». 20Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione,
gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli
disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di
essere chiamato tuo figlio». 22Ma il padre disse
ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare,
mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il
vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio
figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». E
cominciarono a far festa.
25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo». 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso». 31Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»».
25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo». 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso». 31Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»».
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