Il dolore di dover cambiare: potrebbe essere questo il titolo per lo
straordinario vangelo di questa domenica. Al cuore del messaggio di Gesù - in
quel luogo alle sorgenti del Giordano che era Cesarea di Filippo, lontano dagli
intrighi dei capi del popolo -, sta la necessità di integrare il dolore come
parte della vita e di trasformare il proprio cuore e la propria mente in un
cammino costante di conversione, di crescita e maturazione umana e spirituale.
Non presumere mai di te, sembra suggerire Gesù oggi a ogni suo figlio che
voglia amarlo e seguirlo.
Cosa è accaduto all’impetuoso Pietro quel giorno? Davanti alla domanda di
Gesù: “Chi sono io per te?”, non ha dato una risposta per sentito dire, ma si è
lasciato toccare nel profondo e, senza ragionarci troppo sopra, ha fatto spazio
alle ispirazioni dello Spirito Santo. Così ha potuto dire con franchezza: “Tu
sei il Cristo!”. Ma poi nell’ascoltare il discorso sulla sofferenza, sulla
prova e quindi su quella parte della vita che non gratifica, ha reagito d’istinto,
prendendo le distanze da Gesù. Da qui il rimprovero di Gesù e l’invito a seguire
lui, a camminare dietro a lui, cioè a convertirsi, a lasciare l’attaccamento
insano al proprio modo d vedere le cose per abbracciare lo stile di Dio, fatto
di apertura e gratuità, di spossessamento e libertà interiore. Colpisce come in
Pietro ci siano due volti: uno credente, l’altro incredulo. Due Pietro in lui
opposti, a dimostrazione che il cuore dell’uomo non è univoco, non è compatto,
ma è abitato da tante voci. Il discernimento di cui tanto stiamo parlando in
questo tempo nella chiesa serve proprio per distinguere le differenti voci in
noi, accoglierle senza giudicarle e poi seguire quello che viene dallo spirito
buono e puro del Signore.
Perciò l’unica cosa necessaria da fare non è imparare qualcosa di Gesù ma
seguirlo, farne esperienza, porre gesti e azioni concrete nella direzione del
suo volere. Ascoltare la Parola e metterla in pratica, trasformarsi e cambiare
in un cammino graduale che durerà fino all’ultimo giorno. Una santa lotta per
far vincere Gesù in noi e non il nostro modo di pensare e sentire. In questo
bel percorso ci è data una Madre. Maria va scoperta, lei è per tutti noi una
madre sapiente e illuminata che sa e può condurci sulla strada giusta. A lei
siamo affidati per farci aiutare in quest’opera grande che è la nostra vita, una
costruzione non facile, piena di imprevisti, di ostacoli, di situazioni complesse
e confuse. Maria c’è per aiutarci a fare delle scelte secondo Dio, secondo quel
cuore divino sempre aperto per noi e che ci ama sempre, oltre tutto e tutti.
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