Dopo
il “rimanete” nel mio amore, oggi “l’andate” dappertutto senza limiti e confini
ad annunciare – dice Gesù -me, la mia Parola, il mio Amore. Ricolmi di me,
portate me, aprite percorsi, preparate i cuori, favorite in ogni modo il mio
arrivo. Nessuno di noi può trasformare un cuore e una vita, questa è opera di
Dio. E però è volontà di Dio che noi collaboriamo col suo Spirito vivendo e testimoniando
il vangelo.
Gesù dice che ci saranno segni che accompagneranno le azioni di
quelli che si affidano a lui, che credono in lui. Sono segni di guarigione e
liberazione dal male. Non si tratta per noi battezzati di imporre le mani o di
compere chissà quale altro gesto, ma di far passare lo Spirito attraverso la
nostra fede, e la nostra preghiera e la nostra vita. Basta dare attenzione
sincera a qualcuno che ha bisogno di ascolto per offrire uno spazio di
salvezza. Basta un sorriso a chi è stretto dalla morsa del dolore per sentire
che c’è anche altro, che non esiste solo il cono scuro della sofferenza. La
creatività dell’amore non ha limiti, se non quelli che gli mettiamo noi. E poi
abbiamo un’arma spirituale formidabile, la migliore del mondo, la creazione più
stupefacente che Dio potesse fare: la preghiera. Se chiederete qualcosa nel mio
nome, lo otterrete, aveva detto Gesù nell’ultimo discorso. È nel nome di Gesù,
cioè nella fede in lui che la nostra preghiera può fare miracoli. La maggior
parte delle situazioni difficili ci vedono impotenti e se dovessimo fermarci
alle possibilità solo nostre, di iniziative concrete, saremmo perduti.
Ma Gesù
ci assicura che la preghiera fatta con perseveranza e confidenza e verità è
capace di spostare un gelso dal suo terreno e trapiantarlo in mare. Ossia la
preghiera rende possibile l’impossibile. È meravigliosa questa vita in
comunione con Gesù in sinergia con lui in un continuo pensare, sentire, sognare
e lavorare insieme, in cui nella concretezza delle situazioni Gesù ci conferma
e ci aiuta a fare discernimento, a capire se stiamo andando nella giusta
direzione o meno. In questa domenica dell’Ascensione, Gesù ci ricorda una
immensa verità: la nostra grande dignità di figli a cui lui affida un compito
bellissimo, quello di continuare quello che lui ha iniziato. Ci onora il
Signore nel donarci tanta ricchezza, ci spinge a donare per ricevere il
centuplo, ed è questa uscita continua da noi stessi per accogliere lui e per
portare lui a caratterizzare il nostro affidamento a Maria nello spirito di
Massimiliano Kolbe.
Ci doniamo a Maria per uscire dai limiti di noi stessi e
aprirci alle realtà nuove che il Signore desidera costruire anche con il nostro
apporto, mentre incontriamo, testimoniamo, amiamo. E allora anche noi come gli
apostoli non vogliamo fissare ammutoliti il cielo quasi come se Gesù se ne
fosse andato, perché lui è rimasto fisso al centro del nostro cuore attraverso
lo Spirito Santo. E Maria, madre e maestra, ci accompagna e ci aiuta a
ripartire sempre nuovamente da questo centro, che è il segreto della felicità.
Dal Vangelo secondo
Marco 16,15-20
In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,
prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,
prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
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