Maria in questo ci è madre e maestra. Ad alcuni la sua vita non pare nulla di eccezionale tanto è stata ordinaria, nascosta e segnata dal limite. Se si pensa agli anni trascorsi a Nazaret, sembra di poter dire che quasi nulla di quello che le era stato promesso aveva trovato un’espressione visibile. Tanta grandezza eppure la vita sua e di Gesù trascorreva esattamente come quella degli altri. Ma questa analisi non ci convince. Maria aveva una luce negli occhi, che era quella “quantità di luce” - direbbe papa Francesco - che aveva nell’anima. Essere in comunione cosciente con Dio non è lo stesso che vivere spensierati senza mai dare spazio al proprio mondo interiore e a quello che lo abita. La perla preziosa che Maria ha trovato è l’amore di Dio. Per esso ha lasciato tutto nel vero senso della parola. Ha proprio deciso fermamente e senza mai voltarsi indietro di adattarsi al progetto divino, qualunque forma avesse assunto e in qualunque luogo e circostanza l’avrebbe condotta. Maria “trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”. Affidarci a lei significa sganciarci una volta e per sempre – anche se in concreto gradualmente – da ogni idolo o schiavitù, primo fra tutti la nostra stessa volontà, per dare credito e seguire le ispirazioni dello Spirito Santo, lasciando che Cristo possa vivere in noi. Questo accade nella semplicità della vita, il luogo scelto da Lui per farci camminare, crescere e maturare fino ai frutti più belli, spesso inaspettati, risultato della sua libertà creatrice. Solo chi lo segue anni e anni nell'umiltà, vedrà le cose grandi da Lui promesse. È il suo stile, semplicissimo eppure immenso, capace di stupirci sempre e nuovamente. Come il mercante che quando meno se lo aspettava, si trovò tra le mani la perla più bella del mondo.
sabato 29 luglio 2017
La perla più bella
La perla preziosa di cui parla Gesù in questo Vangelo domenicale (cf. Mt 13,44-52) è Lui stesso, “sole” di bellezza, come lo definì santa Caterina da Siena, la Persona Divina per la quale vale la pena – ieri come oggi – vendere tutto per possederla. A tutti è concesso – attraverso modalità sempre nuove – di venire in contatto con il Signore. A Lui è piaciuto venirci incontro – ci ricorda la Chiesa – e rivelarci fin dove a noi era possibile - e anche oltre talvolta – se stesso. Non cose, non compensazioni alle nostre seti disordinate e ai nostri bisogni più immediati, ma se stesso, la sua Persona, che appaga ben altra sete, quella d’amore, di senso, di eternità. Gesù, mentre ci affascina con i suoi racconti densi di immagini plastiche, ci suggerisce concrete modalità per attingere al suo amore, per farne esperienza concreta. In queste scene di tesori nascosti e inaspettatamente trovati e di perle luccicanti comparse tra altre più comuni come per magia, resta necessario un atteggiamento: la ricerca. Non basta rivolgersi un attimo a Lui, non è sufficiente cercarlo quando capita o se ne ha bisogno, la tensione verso di Lui va alimentata e assecondata senza sosta perché possa diventare vitale. Se c’è un sacrificio assolutamente necessario nella nostra vita cristiana, è quello che si deve fare nel dire no a tutte quelle suggestioni che attirano la nostra attenzione. Si tratta di fare sempre scelte nette, che tagliano questi influssi e vanno nella direzione dell’adorazione. Senza contatto con la Parola quotidiano, senza preghiera e colloquio con Lui, senza una vita offerta e donata, diventa più difficile per il cuore attingere alla sua sorgente segreta. E quando si allenta il contatto con la parte più vera di noi – il “centro o nucleo interiore” come diceva Edith Stein – si allenta anche con Dio, perché il nostro centro è “ancorato all’alto”. È fondamentale conoscerci, sapere come funzioniamo, per fare scelte di libertà, non indotte dall’esterno, ma volute perché valutate buone.
Maria in questo ci è madre e maestra. Ad alcuni la sua vita non pare nulla di eccezionale tanto è stata ordinaria, nascosta e segnata dal limite. Se si pensa agli anni trascorsi a Nazaret, sembra di poter dire che quasi nulla di quello che le era stato promesso aveva trovato un’espressione visibile. Tanta grandezza eppure la vita sua e di Gesù trascorreva esattamente come quella degli altri. Ma questa analisi non ci convince. Maria aveva una luce negli occhi, che era quella “quantità di luce” - direbbe papa Francesco - che aveva nell’anima. Essere in comunione cosciente con Dio non è lo stesso che vivere spensierati senza mai dare spazio al proprio mondo interiore e a quello che lo abita. La perla preziosa che Maria ha trovato è l’amore di Dio. Per esso ha lasciato tutto nel vero senso della parola. Ha proprio deciso fermamente e senza mai voltarsi indietro di adattarsi al progetto divino, qualunque forma avesse assunto e in qualunque luogo e circostanza l’avrebbe condotta. Maria “trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”. Affidarci a lei significa sganciarci una volta e per sempre – anche se in concreto gradualmente – da ogni idolo o schiavitù, primo fra tutti la nostra stessa volontà, per dare credito e seguire le ispirazioni dello Spirito Santo, lasciando che Cristo possa vivere in noi. Questo accade nella semplicità della vita, il luogo scelto da Lui per farci camminare, crescere e maturare fino ai frutti più belli, spesso inaspettati, risultato della sua libertà creatrice. Solo chi lo segue anni e anni nell'umiltà, vedrà le cose grandi da Lui promesse. È il suo stile, semplicissimo eppure immenso, capace di stupirci sempre e nuovamente. Come il mercante che quando meno se lo aspettava, si trovò tra le mani la perla più bella del mondo.
Maria in questo ci è madre e maestra. Ad alcuni la sua vita non pare nulla di eccezionale tanto è stata ordinaria, nascosta e segnata dal limite. Se si pensa agli anni trascorsi a Nazaret, sembra di poter dire che quasi nulla di quello che le era stato promesso aveva trovato un’espressione visibile. Tanta grandezza eppure la vita sua e di Gesù trascorreva esattamente come quella degli altri. Ma questa analisi non ci convince. Maria aveva una luce negli occhi, che era quella “quantità di luce” - direbbe papa Francesco - che aveva nell’anima. Essere in comunione cosciente con Dio non è lo stesso che vivere spensierati senza mai dare spazio al proprio mondo interiore e a quello che lo abita. La perla preziosa che Maria ha trovato è l’amore di Dio. Per esso ha lasciato tutto nel vero senso della parola. Ha proprio deciso fermamente e senza mai voltarsi indietro di adattarsi al progetto divino, qualunque forma avesse assunto e in qualunque luogo e circostanza l’avrebbe condotta. Maria “trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”. Affidarci a lei significa sganciarci una volta e per sempre – anche se in concreto gradualmente – da ogni idolo o schiavitù, primo fra tutti la nostra stessa volontà, per dare credito e seguire le ispirazioni dello Spirito Santo, lasciando che Cristo possa vivere in noi. Questo accade nella semplicità della vita, il luogo scelto da Lui per farci camminare, crescere e maturare fino ai frutti più belli, spesso inaspettati, risultato della sua libertà creatrice. Solo chi lo segue anni e anni nell'umiltà, vedrà le cose grandi da Lui promesse. È il suo stile, semplicissimo eppure immenso, capace di stupirci sempre e nuovamente. Come il mercante che quando meno se lo aspettava, si trovò tra le mani la perla più bella del mondo.
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