«Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi
e non temete”. Il Vangelo di questa domenica (cf. Mt 17,1-9) va al cuore
della nostra fede: l’incontro personalissimo con Gesù. Pietro lo ricorderà
nella seconda lettura: non siamo andati dietro a una favola, ma abbiamo toccato
con mano la sua persona. Come a dire: Gesù l’ho incontrato! Perciò si capisce
la schiettezza dei santi, la loro creativa libertà. Se lo hai incontrato, non
ti interessa più barare, non fai più nessuna moina per difendere un’immagine di
te accattivante. Se lo hai incontrato, gradualmente il suo amore intensissimo e
infinito ti ha spogliato delle tue molteplici stratificazioni di illusioni e di
menzogne e ti ha lasciato tale e quale eri… con la tua ammirabile nudità. Non c’è
da vergognarsi, perché scandalizzarsi di essere quelli che siamo! Siamo creature
amate, create dall’amore, “contaminate” di luce, direbbe papa Francesco. Il
fatto che siamo anche attraversati da spinte che vanno verso il male, non
significa che ci identifichiamo con esse. Significa solo che abbiamo degli
indicatori della nostra fragilità che ci aiutano – sì, ci aiutano! – a camminare
sulla strada del sano realismo e anche – anzi soprattutto – dell’amore più
grande!
Affidarci a Maria ci libera da tutte
queste schiavitù mentali, sottili o più evidenti, ma sempre castranti. Pronte a
tenerci col morale basso come se questa vita dovesse darci qualcosa e noi non
lo riceviamo. Ma non è così che funzionano le cose nella realtà: siamo noi che
in comunione con Gesù, nostro unico Salvatore, dobbiamo sentirci responsabili del
mondo e portare speranza dove non c’è nessuna apertura a Dio e dove si rischia
di disumanizzarsi. Allora affidarci a Maria nello spirito di san Massimiliano
significa oggi alzarsi e non temere, perché se abbiamo visto il Signore, la
vita non è più un problema, è invece il luogo in cui - con la forza che ci
viene dal saperci amati e sostenuti - noi facciamo la differenza. Porgere la
mano agli infelici, diceva il nostro Massimiliano. Fare di tutto perché a chi
ci avvicina arrivi un raggio di bontà che gli faccia sentire nostalgia della bellezza
divina. Maria è stata donna forte, coraggiosa, sempre proiettata in avanti, una
donna che non si è mai voltata indietro, non ha esitato. Ha visto Dio, ne ha fatto
esperienza, e poi ha fatto della sua vita un dono. Impariamo da lei, dai santi,
a rafforzarci nella stima interiore, quella stima che ci fa dire: “Mi alzo
Signore e vado, senza paura, perché ora che ti ho incontrato, sono una missione
su questa terra. Ogni mio gesto, azione, pensiero, sentimento dovrà collegare
gli altri a Te”. L’affidamento a Maria è
un gesto dinamico, ci conduce sempre oltre… fino agli orizzonti più inesplorati
dell’amore. Che sia creativa la nostra vita, che sia amore!
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