«Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto
la propria vita per causa mia, la troverà» (cf. Mt 10, 37-42). Questo il cuore
del Vangelo di oggi. Ce lo sentiamo ripetere: fa’ della tua vita un dono, e
sembra un discorso semplice e chiaro. Però se Gesù lo ha messo al centro del
suo messaggio, significa che per noi non è tanto semplice e immediato. Quello
che ostacola la ricezione di una verità simile è la tendenza a trattenere la
vita, anche in alcuni suoi aspetti. A volte abbiamo le mani aggrappate al masso
delle nostre visioni delle cose e più la vita ce ne distacca, più noi
stringiamo i pugni e ci impuntiamo. A volte facciamo muro contro i momenti di
distacco e di dolore invece di farci raggiungere dalla luce che – pur in mezzo
alle sofferenze – tenta di farsi strada. Altre volte magari siamo nel giusto ed
è l’ambiente che ci circonda ad irrigidirsi, a diventare luogo di durezze e di
non accoglienza. E in questo caso siamo chiamati a trovare vie alternative,
creative, dettate dall’amore. Possiamo pregare, chiedendo al Signore che ci
aiuti a non cedere a questa logica e a lavorare nel silenzio con umiltà, avendo
fiducia che alla fine il bene trionfa e troverà la via.
Sì, ancora una volta Maria ci è madre e maestra di vita e di atteggiamenti
costruttivi, creativi, che danno vita, aprono al futuro, al cambiamento possibile.
Quando siamo noi a essere induriti, Maria ci infonde serenità e fiducia perché
ci apriamo gradualmente allo Spirito e ci lasciamo attraversare dalla vita,
senza paura. Quando sono gli altri a costituire un problema, Maria ci fa
desiderare vie di preghiera e di pace, ci suggerisce strade nuove, interiori,
fatte di offerta e di fiducia, di speranza nella sua azione materna. Dove non
arriviamo noi, arriverà lei. Si tratta in fondo di umiltà e fiducia, atteggiamenti
tipicamente mariani, insieme alla purezza, alla bontà, all’abitudine a posare
sugli altri uno sguardo amabile, paziente, che sa che non tutto si può cambiare
in questa vita – come ci ha ricordato il Papa – e che ciò va accettato,
aprendosi al modo di amare di Dio, che non ha trattenuto la sua meravigliosa
vita ma l’ha spesa per noi, l’ha spezzata perché desse vita a noi.
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