Sogno e realtà, luce
e nube, salita e discesa, voce divina e apparenza umana di Gesù, gloria e
normalità: il Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima tocca il mistero
della presenza di Dio e del suo nascondimento.
Da un lato Dio è più presente che mai, indissolubilmente legato alla sua
creatura, dall’altro è nascosto, sottratto alla nostra sensibilità ma non al
nostro cuore. Dio sa che se lo contemplassimo così com’è non vorremmo più scendere
a valle: “è bello stare con te”, esclama Pietro mentre il petto gli esplode di
gioia.
Non può essere così
la vita, questo strano pellegrinaggio che acquista senso nel piano divino, che
trova il suo motivo nella storia, una storia che a un certo punto si è
imbrattata e che perciò è decaduta e deve ritornare alla sua sorgente attraverso
una lunga purificazione. Maria conosce molto bene la sensazione che anche
Pietro e gli altri hanno sperimentato. Anche a lei Dio in alcuni momenti forti
come l’annunciazione ha svelato qualcosa della sua dolcezza, della sua potenza
d’amore. Avvolta nella nube di bontà di
Dio, Maria lo ha conosciuto per quello che è, puro amore. Si è commossa
nell’incontrate una Persona tanto amabile e nello stesso tempo così grande da
essere il creatore della sua vita e della vita dell’universo intero. Ha capito
quanto la vita sia poca cosa senza di Lui, quanto tutto dipenda da Lui, e
quanto sia sbagliato coltivare l’idea di un Dio severo e lontano, quanto faccia
male all’anima tenersi lontana da Lui, illudersi di potercela fare da soli, di
guadagnarsi con le proprie forze la felicità e il benessere.
Maria ha anche capito
che dopo la manifestazione di questo grande amore, viene il momento della risposta
e della responsabilità. È scesa dal suo piccolo Tabor e ha intrapreso il
cammino faticoso della fede, dove nulla è scontato e ogni scelta va assunta con
tutti se stessi. Quello che Maria più di Pietro e degli altri apostoli ci insegna,
in quanto lo ha vissuto, è la forza dell’ascolto. Da quando l’angelo si
allontanò da lei, non lasciò passare neppure una virgola della Parola di Dio
senza farla risuonare nell’intimo e trovarvi uno spunto per il presente. Maria ci insegna che il Tabor è la
vita, dove ci giochiamo la nostra fede, credendo pienamente alla Parola e cioè
vivendola per quella che è, in tutta la sua sconcertante potenza.
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