sabato 30 luglio 2022
Arricchirsi presso Dio
sabato 16 luglio 2022
Tra voi però non è così
Tra voi però non è così. Amo queste parole sobrie e forti di Gesù che fanno verità su due diversi modi di vedere i rapporti tra persone, uno che piace al Signore, e che possiamo considerare evangelico, l’altro che gli dispiace e che possiamo considerare non evangelico ma mondano. Il primo modo è sinodale, ossia impostato sulla convinzione che siamo tutti figli e fratelli tra noi e che abbiamo un solo Padre, Maestro e Guida, Gesù. È il modo che la Chiesa sta proponendo e che Gesù stesso attraverso il Papa e tutti noi credenti desidera per questo terzo millennio. È il sogno di percepirci e di viverci alla pari, integrando i differenti talenti e percorsi personali dentro un’armonia più grande, senza che ci sia un capo che in maniera diretta o indiretta si senta investito di un ruolo che nessuno gli ha dato. Nelle nostre comunità, nelle realtà che frequentiamo e in cui viviamo e lavoriamo troppo spesso il semplice ruolo di coordinamento è assunto in un modo tale che si vengono a creare delle sacche di potere e controllo laddove invece non è scritto da nessuna parte che coordinare e guidare un certo team significhi sentirsi e viversi come superiore.
Tra voi però non è così. Viene in mente la libertà di san Massimiliano
Kolbe, che pur in un’epoca in cui nella Chiesa vigeva il modello piramidale col
superiore in cima, ha optato per uno sinodale. E lo ha fatto vivendo, cioè
percependosi come pari degli altri. E questo messaggio gli altri lo hanno ricevuto
e di conseguenza si sono sentiti liberi, hanno avvertito di potersi muovere in
un ambiente familiare, sereno, aperto. Maria è stata il modello di Kolbe e lo è
anche per noi, in lei vediamo una donna sinodale, che si percepiva insieme agli
altri, a suo Figlio prima di tutto ma anche a tutti gli altri. Nel Cenacolo in
attesa dello Spirito, emerge con intensità come Maria viva questa parola del Signore:
“Tra voi però non sia così”, tra voi sia come tra fratelli e sorelle che
cercano insieme il modo migliore per seguire il Signore. La volontà di Dio
infatti non è scritta e solo da eseguire, è un tessuto da tessere insieme con l’apporto
creativo di tutti. E per essere creativi dobbiamo poterci esprimere liberamente,
non essere giudicanti ma accoglienti la diversità, valorizzando tutti. Sì,
occorre molta apertura mentale e di cuore, e questo noi cerchiamo, chiediamo
come grazia a Maria. Ce la otterrà certamente, perché il sogno di Gesù per
questa generazione è che tra noi non sia così.
Monica Reale
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
sabato 9 luglio 2022
Lasciati curare da Dio
Il vangelo di questa domenica è una Parola che Gesù ci offre
con estrema chiarezza. Alla domanda: come salvarsi? Come entrare nella vita?
Gesù risponde con un racconto simbolico. C’è un uomo mezzo morto destinato a
morire del tutto, abbandonato al suo dolore sul ciglio della strada. L’indifferenza
di alcuni che passano infatti conferma questa ipotesi. Ma una persona sceglie
di fare in modo diverso, il famoso samaritano. “Passandogli accanto, vide e ne
ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e
vino”. Poiché Gesù invita a comportarsi così per poter essere nella vita, noi
pensiamo subito di dedicarci a questa cura della persona in particolare dei più
fragili. Occorre però prima focalizzarci sul fatto che i feriti e sofferenti
siamo tutti noi. Esposti alla vita, con le nostre sole forze non possiamo
difenderci e finiamo feriti ai bordi delle tante strade esistenziali in cui
possiamo trovarci: solitudini, separazioni, malattie, depressioni, mancanza di lavoro,
lutti, peccati e ribellioni. Siamo noi quei poveri acciaccati che abbiamo
bisogno di compassione. E qui c’è la gioia del vangelo. Gesù si rende presente,
si fa vicino in particolare quando siamo a terra. In quello stato di crisi
siamo al limite tra la salvezza e la morte. Se ci lasciamo incontrare,
fasciare, curare, prendere, possiamo salvarci e fare esperienza di Dio. Diversamente
iniziamo il gioco dei ragionamenti, delle chiusure, delle giustificazioni. Troviamo
ogni scusa per fare le vittime e chiudere gli occhi davanti agli occhi di Dio
che ci cercano.
Affidarci a Maria penso sia un dono di Gesù proprio per ciascuno di noi, per la nostra umanità che è in bilico e se non ha una mano dall’alto non riesce a decidersi per la semplicità, preferendo le strade complicate del ripiegamento su di sé. In questo tempo della Chiesa e della storia Maria ci vuole semplicemente accompagnare ad aprire il cuore a Dio, per farne esperienza concreta. Una realtà possibilissima, per nulla ardua, non è una salita, non è una fatica impossibile. È fare surf sull’onda piena di energia che è Dio stesso. Ci vuole coraggio, ci vuole desiderio, ci vuole sicuramente la forza per staccarsi dalle abitudini di sempre, ma se si mettono i piedi su quella tavoletta e si parte finalmente, l’onda farà tutto il resto. Non per nulla padre Kolbe ci teneva a ripetersi “lasciati condurre e non voler tu condurre Dio”. Lo diceva a se stesso e lo consiglia anche a noi. La semplicità salverà il mondo. E se lo desideriamo, anche noi.
Dal Vangelo secondo Luca
10,25-37
In quel tempo, un dottore
della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa
devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto
nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto
il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua
mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’
questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù
riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei
briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono,
lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima
strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo,
vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe
compassione. Gli si fece vicino, gli
fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua
cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede
all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo
pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di
colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
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