Questa parola con cui Gesù questa domenica ci viene incontro ha una particolare forza di consolazione, di rassicurazione. Gesù ci invita a percepire noi stessi, la nostra identità personale, come se fosse un tralcio di vite. Possiamo porci perciò fuori di noi e nell’immaginare una bella pianta di vite con i suoi tralci, pensare che quei tralci siamo noi. Perché questa immagine ci aiuta? Perché ci fa considerare molto chiaramente come la nostra esistenza dipende dal Signore, vite vera che ci nutre con la sua linfa. Non ci siamo dati l’esistenza da soli, non dobbiamo cercarci delle risposte ai nostri problemi, non dobbiamo temere il domani e ancor meno la vita eterna. Anzi, tutto possiamo tranquillamente vivere come chi riceve ogni bene da chi lo ha creato e lo ama. E non possiamo non pensare a un genitore, una mamma o un papà che danno la vita per i loro bambini. Li fanno crescere, li nutrono, li curano, adattandosi alle varie fasi della loro evoluzione. Mai un figlio teme di non essere accolto dai suoi genitori, sempre troverà una porta aperta attraverso cui entrare. Allora dove sta la difficoltà di fare la volontà di Dio? Queste resistenza si percepisce nel movimento interiore di diffidenza, di allontanamento, quando si comincia a staccarsi dalla fiducia in Gesù.
Per questo l’affidamento a Maria è per noi rifugio e sostegno, perché Maria ci è accanto come madre per riportarci sempre al Signore, ogni volta che sembriamo interiormente scivolare via dal rapporto con lui. In fondo è la dinamica che viviamo anche nelle relazioni tra noi: se non smettiamo di comunicare e di affidarci nonostante tutte le fatiche possibili, sperimentiamo sempre nuove riprese, nuovi canali comunicativi che generano una conoscenza più vera e una fiducia crescente. Maria è stata donna che è rimasta nell’amore di Dio, non si è mai staccata dalla vera vite, ha messo in discussione tante cose nella sua vita ma mai la sua relazione di fiducia con Dio e con suo Figlio. Lei stessa ci incoraggia ora: “Coraggio, rimani nella fiducia in Dio, osa fidarti di lui, e fallo nella concretezza della tua esistenza quotidiana, parla con lui, domandagli ciò che vuoi, attendi e resta in ascolto, sarà poi la vita ad aprirti percorsi nei quali capirai come il Signore vuole condurti, perché la fede è una strada, non è una risposta pronta, è una strada da percorrere mano nella mano con me e con mio Figlio”.
Il giovanissimo Massimiliano Kolbe ci viene incontro con un
suo pensiero: «Lasciati condurre; sii fedele alle
ispirazioni. Non porre la fiducia in te stesso; in ogni cosa confida totalmente
nella misericordia divina che ti conduce per mezzo dell'Immacolata» (SK 987b).
2 maggio 2021
Gv 15,1-8
V Domenica di Pasqua
In quel
tempo Gesù disse ai suoi discepoli:« 1Io sono la
vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. 2Ogni tralcio
che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota
perché porti più frutto. 3Voi siete
già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in
me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non
rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la
vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché
senza di me non potete far nulla. 6Chi non
rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo
gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete
in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà
fatto. 8In questo è
glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei
discepoli.
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