sabato 24 aprile 2021

Mi importa di te

 

Io sono il buon pastore… o in modo più preciso il “bel” pastore (dal greco kalos, bello) e “do la mia vita per le mie pecore” (che tradotto in maniera più esatta significa “disporre la mia anima in favore di”). Così questa domenica Gesù parla al nostro cuore. Usa immagini semplici legate alla vita semplice del suo tempo per indicare una verità eterna, che non finisce: il suo amore per noi, forte e personale, la sua cura per la nostra vita, la sua guida costante. Gesù si paragona a un pastore che non è un mercenario, a cui non importa delle pecore. 

Questo è il punto decisivo della vita: scoprire che al Signore importa di me, e gli importa a tal punto da aver dato la sua vita per consentirmi di vivere. In fondo questo è anche il dato decisivo di ogni esistenza: finché la persona non si sente addosso lo sguardo di amore di Dio, che gli dà fiducia, che gli dice “mi stai a cuore”, “sono orgoglioso di te”, finché non si fa questa esperienza davvero sconvolgente, non si comprende questo vangelo e la sua potenza. La bellezza di Gesù è la bellezza del suo amore divino che ci strappa davvero dalle nostre angosce esistenziali, e vi mette dentro la sua pienezza spirituale. 

Affidarci a Maria significa per noi cominciare un percorso nuovo, dove non siamo al centro noi coi nostri bisogni, ma gli altri, specialmente quelle persone che sono ancora girovaghe dell’esistenza, alla ricerca di uno sguardo che le salvi. Queste persone sono in pericolo come le pecorelle smarrite, perché finché non riposeranno in Dio, cercheranno la vita dove vita non c’è e perciò potrebbero farsi anche molto male. Come Maria noi vogliamo fare di tutto affinché le persone che incontriamo si lascino incrociare da quell’unico sguardo capace di cambiare la vita. 

San Massimiliano Kolbe ci incoraggia: “Non possiamo darci riposo finché nel mondo c’è un’anima in pericolo, che non conosce ancora l’Immacolata. Non ci deve frenare la nostra fragilità umana, la scarsità di mezzi o qualunque altra difficoltà del mondo; confidiamo in Maria,  mettiamoci veramente nelle sue mani e continuerà a vincere le battaglie di Dio” (cf. Conferenze).

 

25 aprile 2021

Gv 10,11-18
IV Domenica di Pasqua

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:« 11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 
14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio»

 

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