Domenica della Santa Trinità, in cui siamo portati sul monte in Galilea, nel luogo in cui Gesù risorto si mostra di nuovo ai suoi amici, tant’è che apparendo a Gerusalemme aveva appunto chiesto che andassero in Galilea, là lo avrebbero rivisto. Perché tanta insistenza verso questo incontro? Cosa aveva e cos’ha di così importante Gesù da dirci e da darci? Gesù appare sul monte, puntuale. Quando lo vedono gli apostoli sentono la spinta a inginocchiarsi, mentre in cuor loro dubitano. Vedono, eppure dubitano. Com’è possibile vedere il Risorto e ancora dubitare? Possibile se consideriamo la nostra creaturalità. Abbiamo il potere di non contattare il nostro sentire profondo, di costruire pareti rigide intorno al cuore e così anche se gli occhi funzionano, il cuore che è l’organo che può sentire Dio, non può esprimersi. Noi diremmo: ok, allora non succede nulla di buono perché i discepoli hanno fallito. Ma Gesù fa un’altra cosa, oltrepassa il loro limite, e gli dice come se nulla fosse: “andate e battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, trasmettete tutto quello che io vi ho donato”. Gesù li rialza dalla polvere in cui sono e gli indica una strada in cui poter ricominciare a correre. E aggiunge: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Ci sentiamo molto consolati e supportati da questa parola del Signore. Ci chiede l’umiltà e la serenità di accogliere il nostro limite creaturale, il fatto che, mentre crediamo, parti di noi non credono. Questo limite è un problema solo per chi cerca una perfezione narcisistica. Diventa invece possibilità per chi accoglie con semplicità se stesso così com’è.
Maria quando ha detto il suo sì, si è definita serva e piccola, umile. Sapeva fino in fondo di non essere altro che una creatura con tutti i limiti del caso. Ma questo è stato per lei motivo di maggiore affidamento e di crescita nella relazione con Dio. Maria oggi ci dice questo: se senti che la tua relazione con il Dio Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo, non è ancora autentica, resta cioè incompiuta, non temere, una strada c’è ed è l’umiltà di accogliersi per come si è, e come si è presentarsi all’appuntamento sul monte col Signore Risorto. Sarà lui stesso a compiere l’opera, lui che non si nasconde al cuore, quando il cuore funziona.
30 maggio 2021
Dal vangelo secondo Matteo (28,16-20)
In quel tempo 16gli undici discepoli,
andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si
prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e
disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate
discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono
con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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