In questo vangelo Gesù ci parla di
elementi semplici della vita del suo tempo: usa immagini di quel mondo rurale
in cui erano tanti ad allevare bestiame per vivere. Si paragona perciò a un
pastore, che ogni giorno si dedica alle sue pecore, che deve nutrire e di cui
deve prendersi cura. Tradotto in termini più vicini a noi, Gesù sta parlando
della relazione che c’è tra lui e noi. Quando siamo disposti a fargli spazio,
tra noi e lui si stabilisce una comunicazione autentica, viva e vera. Lui ci
chiama per nome, ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi. E noi siamo
capaci di sintonizzarci con lui e di intuire e capire - seppur gradualmente - come
vuole guidarci. Ciò su cui infatti è portata l’attenzione è il fatto che le
pecore ascoltano e riconoscono solo la voce del loro pastore, per cui seguono
solo lui e non altri, non si fanno ingannare da altre voci. Si fidano e si
affidano, e poiché lo conoscono e sanno che le ama, lo seguono ogni volta che
arriva alle loro orecchie il timbro della sua voce.
Ogni giorno la nostra mente è attraversata
da molteplici flussi di pensieri. Fin dai primi tempi del cristianesimo grande
importanza è stata data alla capacità di distinguere i pensieri. Non tutti i
pensieri vanno recepiti, non è utile lasciarsi inondare dal primo pensiero che
arriva, senza fermarsi un attimo a considerare alcune cose. Ci sono pensieri
“positivi” e pensieri “negativi”. I primi vengono dallo Spirito Santo e sono
delle ispirazioni che ci aiutano a crescere nella vita, a camminare dritti, a
testa alta, come persone sane e adulte. E ci sono anche pensieri che sono
suggestioni che vengono dal male, ma anche dalla nostra debolezza personale,
che va riconosciuta e risanata. Accogliere i pensieri positivi ci permette di
ricevere “la vita in abbondanza” che Gesù è venuto a portarci e che ci promette
oggi.
Si tratta di un semplice esercizio
quotidiano: quando sentiamo affacciarsi alla nostra mente un pensiero, chiediamoci
da dove viene e dove ci porta. Se ci porta verso l’amarezza, la tristezza, la
sfiducia, il sospetto, stiamo in guardia e teniamolo lontano. Se invece sentiamo
che quel pensiero ci consola, ci aiuta nello sforzo verso il bene, allora accogliamolo,
perché ogni pensiero che porta ad amare Dio e gli altri, oltre che se stessi,
non può che venire dal Signore e non può che farci bene.
Guardando a Maria, che noi affidati a
lei vogliamo seguire e imitare, ci rendiamo conto che lei è stata come una
docile pecorella che ha saputo con intelligenza e sapienza riconoscere la voce
del Signore in mezzo a tutte le altre voci che pure cercarono di distoglierla
dalla sua missione. Lei infatti nel vangelo di Giovanni dice la parola che più
la caratterizza: “Qualsiasi cosa Gesù vi dica, fatela”. E oggi ripete a noi: qualsiasi
cosa lo Spirito Santo vi ispira, impegnatevi a farla. Solo mettendoci nella sua
scia la nostra vita avrà la giusta direzione. E seguire chi ci ama perché è
l’Amore stesso è davvero la cosa più intelligente che possiamo fare, ben
sapendo che se il Signore ci dà di capire questo col cuore, allora noi stiamo
ascoltando la sua voce, si sta realizzando il miracolo più necessario: quello
di chi finalmente si accorge che Dio lo ha nel cuore e che può davvero ascoltarlo,
e vivere in base a ciò che ascolta.
3 maggio 2020
IV Domenica di Pasqua
Gv 10,1-10
Gv 10,1-10
1 In quel tempo, Gesù disse: «In
verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla
porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore
delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli
chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue
pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma
fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma
essi non capirono di che cosa parlava loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
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