Non ci
ardeva forse il cuore mentre Gesù ci parlava? È questa la frase piena di stupore e di gioia che i due
discepoli di Emmaus dicono nel vangelo di questa domenica. All'inizio li troviamo in un momento critico
della loro vita: delusi e addolorati dalla morte di Gesù, stanno fuggendo via
da Gerusalemme. Sono diretti a Emmaus, un villaggio distante 11 chilometri.
Hanno il volto basso, gli occhi tristi e stanchi, e discutono tra loro, quasi
gettandosi addosso le parole. D'improvviso gli si fa vicino Gesù risorto, ma loro non lo riconoscono. Pensano sia un viaggiatore come loro.
E qui
ci fermiamo un istante: pensiamo alle tante volte in cui, sopraffatti da
sofferenze e preoccupazioni di ogni genere, o anche semplicemente dalla
stanchezza della vita, ci rannicchiamo su noi stessi, chiudendoci nei nostri corti
orizzonti. E scambiando la percezione che abbiamo delle cose con la realtà che
è invece molto più grande. Vorremmo risolvere le cose pensando e ripensando ad
esse. Ma questa strategia non è affatto vincente. Ci ritroviamo sempre più
persi e senza forze. Stiamo facendo l'errore più grande che è quello di voler
trovare da soli la soluzione, senza affidarci al Signore. Saremmo persi davvero
se Gesù non fosse Gesù, ma poiché il Signore ci ama, si avvicina con
discrezione e sapienza a ognuno di noi e ci fa la stessa domanda che fece ai
due discepoli. "Di che cosa state
parlando?".
Il Signore, prima di indicarci la via, ci ascolta
profondamente. È Padre e perciò sa che abbiamo
bisogno di qualcuno che ci ami incondizionatamente e amandoci, ci ascolti. Che
crei nel suo intimo uno spazio per noi, in cui tutto quello che ci agita
l'anima possa essere riversato come in un luogo sacro, che lo accoglie con
amore senza giudizi.
E allora i due
iniziano a raccontargli delle loro illusioni frantumante e dei loro progetti falliti,
perché avevano sperato che Gesù fosse il salvatore e invece era morto come
tutti gli altri. Una scena incredibile!
Che ci dice che il Signore respira accanto a noi proprio mentre magari gli stiamo
dicendo che lo sentiamo lontano. Una lezione immensa! Che ci fa chiedere: ma
io, lascio che il Signore possa consolarmi? Gli faccio spazio oppure sono completamente
identificato con me stesso e magari coi miei problemi?
Gesù gli spiega allora come nella Scrittura si parlasse
di lui e bisognava che soffrisse e poi risorgesse. Gesù in poche parole gli
offre un commento della Parola di Dio, proprio come stiamo facendo noi ora, riflettendo
e pregando sul vangelo. Gesù gli fa
capire che la Parola di Dio ci permette di vivere, di dare un senso a tutto ciò
che viviamo, e ci permette di imparare a vivere bene, modificando le nostre
scelte. I due discepoli allora iniziano
a capire, ed è questo ascolto di fede che gli accende il cuore, infatti dopo
che Gesù sparisce dalla loro vista, affermano stupiti: Non ci ardeva forse il cuore mentre Gesù ci parlava?
Oggi vogliamo
fermarci qui. Su questa parola. Possiamo chiederci: io mi agito pensando di
cercare da qualche parte una forma di risposta al mio bisogno profondo di Dio? Oppure
vado da lui? Lo ascolto e mi affido sul serio?
Come persone affidate a Maria sappiamo che la Madonna non
ha altra parola per noi che questa: “fai quello che Gesù giorno per giorno ti dirà”,
quello che lo Spirito ti ispira, tu fallo, senza paura. Ti ispira di pensare
con fiducia quando sei tentato di scoraggiamento? Segui lo Spirito. Fidati. La
tua natura tende a scendere verso la sfiducia, lo Spirito invece ti fa alzare
la testa. Abbandonati con serenità e umiltà nelle sue mani. Lascia che la sua
voce e la sua Parola entrino nel tuo cuore. Lo nutriranno e ti daranno quella
luce necessaria che ti fa dire: “Resta con noi, Signore, perché si fa sera”. Senza di te, è notte, buio nell’anima. Con te
l’anima respira felice e sostiene tutta la persona.
26 aprile 2020
III Domenica di Pasqua
Lc 24,13-35
Lc 24,13-35
13In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
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