“Gli si fece vicino”. Questo è forse il punto di
svolta di questa Parola che questa domenica il Signore ci rivolge e di cui chiede
a ciascuno un coinvolgimento personale. Come sta scritto? Come leggi? Chiede Gesù
all’esperto della Legge che quel giorno si alzò per chiedergli come fare per
accedere alla vita eterna. Quell’uomo diede la risposta esatta, ma lo sappiamo
che una cosa è sapere, altro vivere. E per vivere il Vangelo bisogna prima
morire e rinascere. Farsi cioè trasformare il cuore dallo Spirito Santo che
Gesù dalla croce ha riversato nei nostri cuori. Non avrebbe potuto quel
samaritano fermarsi e avere il coraggio di farsi vicino al poveretto ferito se
non avesse sperimentato nella sua vita la forza dell’amore che cambia il cuore,
cambia la mentalità, cambia la visione delle cose. Gesù oggi ci si fa vicino e ci dice: "Ricorda e senti quanto ti ho amato e continuo ad amarti e fa' anche tu così".
Due volte è detto che si
prese cura dello sconosciuto. E fece tutti quei gesti materni e paterni di
attenzione e di sostegno alla persona che non possono sgorgare se non da una vita trasformata dall’amore. Come
possiamo guardare con tenerezza la carne dell’altro, chi ci sta accanto e chi
incontriamo ogni giorno, senza avere per primi noi fatto esperienza di qualcuno
che si è piegato su di noi quando eravamo al limite e si è mostrato Padre,
Madre, Dio e Salvatore. In fondo la carità non ha nulla a che fare con la
simpatia, con l’affinità, che sono aspetti propri di quella rara esperienza che
si chiama amicizia. Ma Gesù non ci ha mai chiesto di snaturarci, ci ha chiesti
di accogliere la sua grazia e di entrare nella sua visione, nell’orbita del suo
modo di guardare agli altri. È lui che ci dà la grazia, infatti quando stiamo
male perché non riusciamo proprio a farci piacere qualcuno, stiamo sbagliando
strada: la Chiesa nelle opere di misericordia spirituale ci chiede di
sopportare pazientemente le persone moleste. Non possiamo andare a braccetto
con tutti, questo è pacifico. Possiamo però amarlo con l’amore che Gesù ci
dona. Il che è completamente diverso.
Ora l’affidamento a Maria che noi viviamo
ha un colore particolare ed è l’amore, quell’amore senza limiti che san Massimiliano
ha vissuto, cogliendolo come lo specifico di Maria. Un amore fattivo e concreto
perché l’unico desiderio è che tutti possano fare esperienza della misericordia
di Dio, e nessuno resti imprigionato nelle sue ferite, soprattutto quelle
invisibili, interiori che condizionano l’esistenza se non sono coperte e curate
dal balsamo dell’amore. E non si tratta di piccole difficoltà, si tratta di
sofferenze che senza amore si trasformano in armi capaci di rendere infelici se
stessi e tutti quelli che si hanno attorno. Un contagio di infelicità e di
rapporti distorti e distruttivi. A questa liberazione ci conduce l’affidamento
a Maria vissuto con fede grande e desiderio missionario, una liberazione che
contagia di gioia e di serenità ogni ambiente, combattendo così, col bene, ogni
forma di male e di negatività. Kolbe ha compreso il segreto di Maria
Immacolata: scegliere e riscegliere il bene, scegliere e riscegliere Gesù e la
sua Parola come unico faro e criterio della vita. A noi affidarci totalmente
alla potenza di questo amore.
14 luglio 2019
Lc 10,25-37
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
In quel tempo, 25un dottore della Legge
si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per
ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che
cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai
il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la
tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te
stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».
29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».
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