C’è
paura e paura! Una paura che nasce dall’avere dubbi sul senso della vita e che
quindi è il segno di una mancanza che va colmata con una ricerca sincera della
verità. E una paura che potremmo definire “sana” perché deriva dalla
consapevolezza del potere della nostra libertà, che può spingersi così tanto in
là nell’adesione al male da farci rischiare la vita eterna. È come se Gesù oggi
ci dicesse: “Non avere paura, figlio, figlia, ma è bene che tu abbia timore
davanti alle possibilità della tua libera scelta”. Per chi riconosce Dio come
Padre, la vita rinasce. Sotto il suo sguardo e la sua protezione non c’è nulla
da temere, altro che assicurazioni sulla vita! Gli occhi del Signore sono
sempre su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia, su chi, in definitiva,
vive da figlio.
Perfino
Maria, l’umile, piccola serva del Signore, è rimasta turbata e scossa davanti
alle manifestazioni di Dio, e ha sentito quel sano timore davanti al Padre
celeste che l’ha portata a dire i suoi sì. Maria sapeva che solo Dio conosce la
via da percorrere, la nostra intelligenza è limitata, e per quanto retta e ben
orientata, è pur sempre carente per sua natura. Ecco allora che affidarci a lei
ci fa entrare in questo dinamismo di fiducia per cui sappiamo che neppure un
capello del nostro capo andrà perduto e che la parte che spetta a noi in questo
meraviglioso progetto di amore e di salvezza è quello dell’accoglienza che si
fa vita. Una vita che diventa testimonianza.
Gesù
parla di luce e di tetti per indicare che non dobbiamo
avere alcun timore nel vivere in trasparenza tutte le esigenze del Vangelo. Si deve
vedere che siamo suoi figli. Perché in questo modo gli occhi di chi ci guarda
saranno stimolati a sollevarsi verso l’alto. E a porsi qualche domanda sulla
vita e sulla vera direzione di essa. Allora comprendiamo perché san Massimiliano
Kolbe ricordava di «non porre la fiducia in te stesso; in ogni cosa
confida totalmente nella misericordia divina che ti conduce per mezzo dell'Immacolata»:
non per scarsa autostima, ma perché aveva coscienza di non poter cogliere, con
la sua mente limitata, se non un barlume della verità e che quindi senza un
fiducioso e costante abbandono nelle mani del Padre e dell’Immacolata né lui né
altri sarebbero riusciti a realizzare, nella vita, quanto Dio aveva pensato. Allora
sentiamoci spronati da padre kolbe che parlando al nostro cuore ci ripete: «Confida
illimitatamente nell'Immacolata e avanti!».
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