«Mentre
si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla
luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia»
(cf. Lc 2,1-14). Notte santa di Natale, in cui siamo salvati dalle
tenebre e avvolti ormai da una luce intramontabile che ci custodisce per la vita
eterna. Il nostro Salvatore è il bimbo che Maria stringe tra le braccia, che
riscalda col suo amore e le sue premure, trasformando, come ha detto il Papa «una grotta per animali nella casa di Gesù, con alcune
povere fasce e una montagna di tenerezza». Maria ci appare in una luce particolare,
forte e soave nello stesso tempo.
Anche Elisabetta era
stata protagonista delle sue scelte. Quando i parenti volevano imporre al
bambino un altro nome, lei non li ascoltò, pur essendo solo una donna,
impotente dunque a far valere le sue ragioni. Ma i tempi erano ormai cambiati e
già in lei e nel Battista se ne intravvedevano i segni. Ma è Maria che inaugura
la nuova umanità in Cristo. Una umanità che è fragile quanto vogliamo, anche
peccatrice, ma che da questa debolezza può tirare fuori cammini di santità.
Aspettiamo questo
Natale! Natale arriva ora per ognuno di noi con tutta la forza della sua
potenza divina. Il mondo può impazzire nel male, gli uomini di buona volontà si
possono sentire impotenti, come già a suo tempo i piccoli di Israele, le difficoltà
possono abbattersi nella storia e nelle vicende personali e familiari di ogni
persona, ma niente può impedire alla luce di essere luce per chi l’accoglie.
Maria, tu che hai
accolto Gesù, nostro Signore, facendo quello che ogni mamma fa, tu che però sei
anche nello stesso tempo più di qualunque mamma, perché il tuo cuore colmo di
tenerezza hai amato non solo l’umanità del tuo bambino ma anche la nostra
umanità, tienici sotto il tuo manto materno e dacci il tuo sguardo, il tuo
carattere, la tua fiducia nel bene e la tua stessa forza nel compierlo, fino
alla fine, nel più totale abbandono. Buon Natale a tutti!
Nessun commento:
Posta un commento