«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere
con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo
Spirito Santo» (Mt
1,18-24). Quello che pensi, non è quello che pensa Dio. In questa quarta
domenica di Avvento, mentre sentiamo più vicina la venuta di Gesù, siamo
toccati da una parola che scava in profondità e ci mette davanti alle nostre
resistenze, perché le guardiamo e le riconosciamo. E poi facciamo il gesto
interiore di offrirle a Dio perché le dissolva, liberandoci. Maria, l’Immacolata,
lei non ha fatto esperienza di resistere a Dio. Questa sua statura spirituale l’ha
resa nostra madre, oltre che madre del Signore.
Ed è a lei che veniamo affidati
anche noi da Dio quando ci dice di non aver paura di metterci totalmente sotto la
sua protezione, perché di lei possiamo fidarci al cento per cento. Come di Dio.
Giuseppe
siamo noi quando siamo incerti e invece di romperci la testa per escogitare
delle soluzioni, ci lasciamo raggiungere da una voce altra, che non è la
nostra. Invece può accadere che, intenti nel lavoro o nelle faccende legate
alla gestione della famiglia e della vita, diamo più peso all’aspetto
razionale, al pensiero e al ragionamento, correndo il rischio di usare gli
stessi criteri con Dio. Rischiamo ogni istante di sbilanciarci verso il ragionamento.
Maria, che ci parla nella sua fede pura e salda, del coraggio di credere col
cuore, ci aiuta ad assumere un atteggiamento differente. A staccare la spina dal puro pensiero, per respirare coi polmoni del
cuore. La fede è come la poesia, è come la musica, è come il profumo…
sprigiona tutta la sua forza anche conoscitiva quando apriamo la bocca al canto
e quando spargiamo profumi al vento. È un modo di conoscere per connaturalità,
direbbe san Tommaso, cioè per una affinità interiore, una familiarità che è già
da sola prova di quello che non si vede. Che meravigliosa apertura del cuore
sentiamo oggi nell’ascoltare ancora Dio che ci ripete: «non temere di prendere
con te Maria». Non avere paura di giocarti la vita puntando tutto sul
linguaggio del tuo cuore. In questo centro misterioso in cui tu in verità risiedi,
con la tua unicità, proprio qui puoi fare la differenza.
E se come Giuseppe
avremo il desiderio di lasciarci affascinare da questo invito, sarà Maria
stessa, come ci ricorda san Massimiliano Kolbe, a suggerirci i passi
successivi. Lei che potentemente intercede per noi un cumulo immenso di grazie,
la maggior parte delle quali purtroppo cadono nel vuoto perché non c’è chi se
ne faccia carico. Forse allora il miglior modo per mettere in pratica questo
invito divino di oggi è quello di pregare, intessendo un dialogo sincero con
Maria e chiedendo a lei di essere introdotti nella fede salda che è capace di
spostare le montagne. Il cuore ha questo potere, tutto da scoprire.
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