
Sappiamo
dai Vangeli che non fu così. Tanto prontamente riuscì a cogliere le chiamate di
Dio e a rispondervi quanto era intenta a custodire nel suo intimo la Parola del
Padre e del Figlio e i segni che la Provvidenza andava seminando davanti a lei.
Un solo esempio: il suo lungo viaggio verso la Giudea, quando era incinta.
Sarebbe bastata una trascuratezza, una superficialità, una disattenzione per non
accorgersi di quella spinta interiore ad andare, ad uscire. E il segno di
Elisabetta non l’avrebbe raggiunta e confermata come invece accadde. Chi fa
fatica a capire Dio nella propria vita può rivolgersi con fiducia a Maria e
chiederle di aiutarlo a non dare per scontato quello che vive, a saper pesare e
sentire la profondità delle cose che lo circondano, dei fatti che accadono,
delle persone che gli vengono incontro.
I
disegni che le onde marine lasciano sulla spiaggia può vederle solo chi si
ferma in un angolino e lascia che lo sguardo si posi sul movimento dell’acqua.
Così è del nostro spazio interiore, il più importante, perché regge tutta
l’impalcatura della nostra persona, eppure nello stesso tempo il più
trascurato. Si veglia e ci si tiene pronti se si ha a cuore la propria vita e
felicità, e si sceglie, con semplicità e fiducia, di affidarsi a chi può dare
una mano sicura, perché non mente, e non è interessata, se non alla nostra
gioia eterna. L’Avvento che inizia ci stimola a prendere la mano di Maria e a
iniziare o ricominciare con nuova energia questo viaggio.