I
quaranta giorni che ci vengono donati come aiuto per tornare a Dio con tutto il
cuore, sono un’occasione preziosa per affidarsi a Maria. Sì, Quaresima tempo mariano. Chi più di lei
conosce il digiuno dalle cose inutili e dannose? Idoli come la mondanità,
l’evasione, la frivolezza, la ricerca di divertimento e di piacere, gli
attaccamenti sproporzionati, trovano un aggancio soltanto se noi gli concediamo
questo spazio. Quale rimedio? L’unico che salva non è certo cambiare il nostro slancio
verso la felicità, che è la nostra più bella ricchezza, quanto cambiare il cibo dell’anima.
Ognuno
di noi deve nutrirsi interiormente per non rischiare il deperimento e ha
bisogno di continuare a ricevere per crescere e migliorarsi. Maria, come madre,
ci è vicina per aiutarci a non smarrirci e a orientare con chiarezza e
decisione il nostro cuore a Dio. L’atto con cui ci affidiamo a lei ci stringe
con più forza alla verità e allora sentiamo la gioia di pregare e di restare
sulla Parola, per attingere da lì
senso e cibo spirituale. Maria per prima ha vissuto questo rapporto vivo con la
Parola: all’annunciazione il suo colloquio con Dio si fa libero e fiducioso,
aperto alle domande e pronto all’ascolto di un punto di vista differente.
Il
silenzio che avvolge la scena è il segno che Maria inizia a pregare in modo
nuovo, proiettandosi nella vita concreta. Sarà nella vita che Dio le farà
concretamente capire come entrare in modo responsabile nel dono ricevuto. Come
sarebbe bello se ognuno di noi potesse con questa semplicità e questa
attenzione scrutare la Parola e poi chiedere conferma a Dio nella vita! Il
segreto dell’affidamento sta in questa confidenza
di figli… approdo che è tanto desiderabile quanto possibile.
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