L’affidamento
a Maria viene da molto lontano… affondando le sue radici nella profondità della
nostra fede. Una ricchezza e un dono che abbiamo accolto subito, intuendo la
forza di questa specialissima e gioiosa consegna di noi stessi nel cuore di
Maria. Se è vero che il cuore arriva
prima e getta l’ancora nel punto in cui un giorno anche la ragione
approderà, allora si capisce come i primi fedeli abbiano cercato protezione
sotto il manto materno di Maria quasi spontaneamente, ancor prima che si
facessero tante riflessioni su Maria a livello di studio teologico.
Un
esempio commovente è questa preghiera, ritrovata su un papiro egiziano del
II-III secolo: «Sotto la tua misericordia
ci rifugiamo, Madre di Dio, le
nostre suppliche non respingere nelle necessità, ma da ogni pericolo liberaci,
o sola pura, sola benedetta». Un’intera comunità è nella prova –
probabilmente le persecuzioni – e si affida a Maria, chiedendo aiuto,
liberazione, sopportazione nelle fatiche e nelle sofferenze, pazienza di fede e
speranza.
Non
è forse di questo aiuto che abbiamo bisogno anche noi ogni giorno? Una Madre
che ci aiuti a tenere sempre lo sguardo
fisso su Gesù, applicandoci con passione all’ascolto della sua Parola. È lei che ci ispira la costanza e ci
spinge a restare sul Vangelo del
giorno, entrandovi dentro e aprendoci a un dialogo sincero con il Signore. Il
rifugio che Maria ci dona è il suo grembo che ci educa all’ascolto della
Parola. Non ha nulla di suo che non venga dalla Parola di quel Dio a cui per
prima lei ha prestato ascolto, affidandosi senza limiti. Perciò, come san
Massimiliano Kolbe, anche noi desideriamo affidarci a lei nella maniera più
assoluta: «Rimaniamo gioiosi nella
serenità, nell’Immacolata e lasciamoci
plasmare da lei senza porre
alcuna limitazione». Sarà poi lei ad accompagnarci
nel modo che solo lei sa e che è anche il modo del figlio suo Gesù.
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