C’è una sete
che è esperienza che caratterizza il cuore umano a chiunque appartenga. La sete
di Dio, la sete di amore, la sete di eternità. Nel vangelo di questa domenica
Gesù incontra una donna samaritana al pozzo. Fa caldo, Gesù sta riposando dal
lungo viaggio. Vedendola, le dice: «Dammi
da bere». La donna resta stupita che chieda a lei. E Gesù aggiunge: «Se tu
conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu
avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». E ancora: «chi berrà
dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io
gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita
eterna». Siamo al cuore dell’esperienza cristiana. Non esiste un cristiano che
non abbia incontrato al pozzo Gesù. Non esiste cristiano che non abbia sentito la
sete forte e struggente di essere abitato dall’amore e che nel seguire le ispirazioni
dello Spirito non abbia poi incontrato Cristo. Tante forme di insicurezza, di
paura, di passività, di incapacità, di blocco esistenziale, nascono da una fede embrionale, che non ha
toccato la carne di chi crede. Tante nostre realtà – famiglie, gruppi, Chiesa
ecc. – non "zampillano" perché non si lascia spazio allo Spirito Santo che come
acqua suscita la nostra sete fino all’incontro con Colui che può placarla per
sempre.
E da qui cambia tutto: le relazioni, le strutture, le forme e le abitudini. Tutto ritrova un respiro nuovo!
Chiediamo la grazia in questa domenica di Quaresima di lasciare ogni
logica di controllo – in noi e sugli altri – per abbracciare la logica della
libertà. Gesù che, libero da condizionamenti, parla con una donna al pozzo è l’emblema
della nostra libertà di figli di Dio. Ci è data la possibilità di parlare con
Dio, di incontrarlo, di farci trasformare da lui. Infatti alla samaritana dice
Gesù: «Sono io, che parlo con te». Sono io il tuo Dio.
Se anche tu vuoi fare l’esperienza
di sentirti dire questa parole da lui, impara dalla samaritana. Non è stata
brava e obbediente, è stata aperta alla grazia che passava in quel momento. Ha
avuto una vera sete di Dio. E Dio non si è lasciato superare in generosità.
Dal Vangelo di Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse a una città
della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a
Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato
per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna
samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli
erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli
dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna
samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le
risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da
bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice
la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi
dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che
ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le
risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà
dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io
gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita
eterna».