Nel vangelo di questa domenica Gesù ci spiega qualcosa di come funzioniamo
noi in relazione con lui, e con la sua parola. Delle strategie che mettiamo in
atto per difenderci da lui e dalla trasformazione che dovremmo avere se vogliamo
essere felici. Siamo lungo la riva del lago dei Galilea e Gesù sta parlando
alla folla che si è radunata intorno a lui ed è così numerosa che è costretto a
salire su una barca e da lì parlare. E comincia a raccontare una storia: la
storia di un seminatore che esce a seminare. Una parte dei semi cade lungo la
strada e gli uccelli vengono a mangiarla. Una parte cade sul terreno sassoso e
germoglia, però, allo spuntare del sole, secca perché non ha radici. Una parte
cade tra i rovi ed è soffocata. Fortuna che un’altra parte cade sul terreno
buono e dà frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Ma cosa vuol
dire per me oggi?
Il seminatore è Gesù stesso e il seme è la sua parola. Questa parola che
lui ogni giorno ci dona nel vangelo, è come un seme pieno di potenzialità che
cerca un cuore accogliente in cui potersi installare e cominciare a
germogliare. La parola di Dio è una potenza spirituale che una volta accolta ci
cambia e ci mette sottosopra. Ha una forza tutta sua, perché è roba che viene
da Dio, non da noi. E questa è una grande notizia, che Dio è Dio e che la sua parola
è creatrice di cose nuove, ha questa forza. Questa parola oltre a toccarci
dentro,dà anche senso e direzione sicura alla nostra vita, ci spiega dove
siamo, cosa stiamo facendo della nostra esistenza, come ci stiamo usando, se in
modo utile o meno alla nostra felicità. Ebbene cosa accade a questa parola che
lui vuole che si incontri con noi? Accade che in noi possono esserci diversi
atteggiamenti. Teniamo presente che quello che facciamo con Gesù lo facciamo
anche con gli altri. Se non diamo spazio agli altri, non diamo spazio neppure a
Gesù.
Il nostro cuore può essere come strada asfaltata che non recepisce. Come
quando ascoltiamo il vangelo e ci entra da un orecchio per poi uscirci dall’altro.
Possiamo anche essere come il terreno sassoso: ascoltiamo, gustiamo, sentiamo
che quella parola un po’ ci incuriosisce, ma non vogliamo impegnarci troppo ed
evitiamo di approfondire. Possiamo anche comportarci come un rovo, e soffocare
la parola di Dio con tutte le nostre ansie, le nostre complicazioni, l’eccessiva
preoccupazione per quello che pensiamo dovremmo fare per essere felici. Ma possiamo
anche avere in noi una parte di terreno soffice e sostanzioso, che accoglie il
semino e gli permette di vivere. È una reciprocità: Dio propone e noi
accogliamo, nella libertà. E la vita inizia a fiorire, fino a diventare
talvolta un vero capolavoro. Siamo terreno buono quando ci prendiamo il tempo
per stare con il Signore, quando diamo credito a quanto si muove nel nostro
spirito, quando ci decidiamo a sprecare un po’ di energie per cercare il suo
amore. Dio è tutto questo per noi e in cambio ci lancia nella vita da protagonisti,
come persone che sanno stare in piedi, che hanno dei valori e si sporcano le
mani per viverli. Persone autentiche, che creano comunità intorno a sé e sanno trasmettere
la gioia di vivere. Facciamoci questa domanda: che tipo di atteggiamento ho
verso il vangelo? Sento la curiosità e il desiderio di fare un’esperienza profonda
di incontro con Gesù nel suo vangelo? Aspetto il momento in cui potrò starmene
da solo a pregarlo e sentire cosa accade dentro di me? Sento che questa parola
ha un gusto unico e che è per me ora?
Maria è per noi modello di come si ascolta la parola di Dio, come un figlio
ascolta un padre da cui si sa profondamente amato. Con fiducia smisurata. Ed è la
fede, il dare fiducia a questa parola che cambia tutto. Dopo avere ascoltato l’angelo
che le annunciava che avrebbe avuto un figlio, Maria dice: “Ecco la serva del
Signore, avvenga per me secondo la tua parola”. Il terreno buono che era nel
cuore di Maria accolse quel semino e quel semino diventò Dio in lei. E la
storia cambiò corso. Quanto sei disposto a fare o a non fare affinché questa
parola oggi possa toccare la tua vita? E quanto sei disposto a crederci?
12 luglio 2020
Dal vangelo secondo Matteo 13,1-23
In quel tempo1 Quel
giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò
attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre
tutta la folla stava sulla spiaggia.
3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti». 10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:
3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti». 10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:
Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!
guarderete, sì, ma non vedrete.
15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!
16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché
ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti
hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò
che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni
volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno
e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo
la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è
colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, 21ma
non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o
una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello
seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del
mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà
frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta
la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il
trenta per uno».
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