Siete il sale della terra, siete la luce del mondo. A un primo ascolto di Gesù nel vangelo di
questa domenica, ci viene da domandarci: chi noi? Siamo noi questo sale, questa
luce? Cosa intendi Signore? In che modo questa tua parola ha a che fare con la
mia vita quotidiana, concreta, ordinaria?
Pensando ai due elementi su cui Gesù
ci fa fissare l’attenzione, il sale e la luce, ci viene in mente il fatto che
sia l’uno che l’altro esistono non per se stessi ma per gli altri. Il sale
esiste per salare ciò che altrimenti sarebbe insipido e poco gustoso, la luce
esiste per permettere alle cose di emergere, di ritrovarsi, di potersi scoprire
nella loro bellezza e unicità. Non serve il sale se non dà sapore ai cibi. Non
serve la luce se non illumina e dà gioia a chi è intorno. Per salare occorre
perdersi negli alimenti. Non c’è altro modo, non si può restare nel barattolo e
dare sapore al cibo. O si esce dal barattolo e si entra nelle cose, oppure si
resta chiusi, e a lungo andare, ci si inacidisce. La luce non serve se non
avvolge ogni situazione con il suo calore, dando speranza. In entrambi i casi
il messaggio di Gesù è chiaro. Non ha senso dirsi cristiani se non si vive il
suo amore in una maniera molto semplice e concreta, amando.
Non sono le grandi
imprese che cambiano le cose, è l’amore che ci si mette dentro a farle grandi.
Nessuno di noi è attratto da persone, gruppi, famiglie in cui ognuno pensa a sé
e non si vive la condivisione, la gioia di pensare e di fare le cose insieme, la
gioia di volersi bene. Verrebbe da dire: ma che senso ha vivere in questo modo?
Forse quello che manca è la fiducia nella possibilità di farcela. Forse tante
volte ci abbiamo provato. Abbiamo amato, e ne abbiamo ricevuto delusioni, forse
altre volte abbiamo sperato, e le cose non sono cambiate. E così pian piano
abbiamo cominciato a credere che fosse inutile uscire dal barattolo e provare a
salare il mondo delle nostre relazioni. Gesù non è una persona che si arrende
davanti alle nostre sfiducie, è ostinato nel credere in noi, nel potenziale che
abbiamo e che lui desidera che venga fuori. Vuole che proviamo il gusto bello
di condividere la vita con gli altri in uno spirito costruttivo.
Gesù arriva a tanto
perché sa che la luce è lui e che solo lui che ci dà luce può chiederci di rifletterla
a nostra volta. Il sale e la luce sono un dono, noi siamo un dono gli uni per
gli altri. Il realismo sta nel riconoscere che abbiamo limiti derivanti dalla
nostra storia e che alcuni messaggi negativi che abbiamo ingoiato continueranno
ad attraversare la testa e il cuore. E che quindi qualunque persona ci riattivi
queste ferite, tendiamo a vederla come un ulteriore nemico della nostra felicità.
Ma la via di uscita c’è, ed è l’umiltà di riconoscersi creature fatte così, e
quindi di non combattere se stesse, ma di fare un’operazione necessaria con
queste parti di sé distruttive: accoglierle, saperci stare dentro e lasciarle,
scegliendo di seguire altre parti, più adatte al nostro stato di persone adulte
e libere. Perché nella realtà nessuno ha il potere di renderci infelici. Facendo
così ci sintonizziamo col Signore, che ci è vicino nell’intimo del nostro
essere per risanarci con la sua tenerezza e così darci la forza di vivere. In
questa domenica, con la sua voce calda e rassicurante, Gesù ci chiede, quasi
supplicandoci: “Risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al
Padre vostro che è nei cieli”. Non chiudetevi ma apritevi alla vita.
Ecco
allora che affidarci a Maria e rinnovare
la nostra fiducia in lei diventa un ulteriore motivo di speranza. La luce di Maria
giunge fino a noi, dopo 2000 anni il suo cuore materno continua a riscaldarci e
a farci sentire figli amati. Chiediamo al Signore di poterla sempre più
scoprire madre, di poterci riposare accanto a lei, trovando in lei ascolto e accoglienza
incondizionata. Concediamoci un tempo per stare alla sua presenza, chiedendole
quello che vogliamo, con semplicità. Faremo esperienza di cosa significa essere
sale e luce. Perché come in un vera famiglia, quando c’è una madre che ama, c’è
vita, gioia, si respira un pezzettino di cielo. E questo cielo si ha la gran
voglia di condividerlo con gli altri.
9 febbraio 2020
Mt 5,13-16
V Domenica del Tempo Ordinario
In quel tempo 1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: "13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli".
V Domenica del Tempo Ordinario
In quel tempo 1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: "13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli".
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