Questa domenica Gesù ci raggiunge
con una parabola, un racconto molto interessante: c’è un proprietario terriero
e c’è un amministratore. Un giorno questo amministratore viene richiamato dal
proprietario perché sta facendo male il suo lavoro e dopo il colloquio l’amministratore,
immaginando di essere licenziato, decide di chiamare i debitori del suo datore
di lavoro e di fargli tutta una serie di sconti sul prezzo dovuto. In questo
modo si fa tanti amici che potranno aiutarlo al
momento del bisogno. Quando il proprietario viene a sapere il fatto,
invece di rimproverarlo come ci aspetteremmo, si congratula e ne riconosce l’abilità.
Cosa vuole dirci questa parola? Con essa Gesù ci mette davanti a una domanda: “Come
utilizzi la ricchezza che io ti do?”. E subito ci viene da chiedere: quale
ricchezza Signore? La ricchezza di cui parla non ha a che fare coi soldi,
perché Gesù non è venuto a portarci dei soldi. Ma ha a che fare con qualcosa di
molto più fondamentale, come lo è l’aria per poter respirare. Questa realtà
vitale senza la quale non sappiamo come vivere né cosa siamo e dove andiamo è
il suo amore. È il suo donarsi a noi, il suo esserci, il suo provvedere a
ciascuno di noi. È la vita che Lui ci comunica attraverso il suo Spirito.
Allora capiamo meglio la domanda su come usiamo la ricchezza che ci dà! E capiamo
anche perché l’amministratore fa bene a ridurre i debiti. Qual è questo debito
cancellato se non il nostro amore verso gli altri che colma e raddrizza le
tante cose storte che facciamo e che subiamo?
In effetti l’esperienza ce lo dice: tutte le volte in cui non ci siamo lasciati
sopraffare da sentimenti e pensieri negativi, di risentimento, o di tristezza e
scoraggiamento, e abbiamo scelto di guardare persone e situazioni con occhi velati di amabilità e di
comprensione, allora abbiamo sentito di essere uniti a Dio. San Paolo nella
lettera ai Romani dice altrettanto: “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole”. In effetti esiste una misteriosa legge spirituale: "La grazia si attiva e cresce nella misura in cui usciamo a donarla" (papa Francesco). Dunque la ricchezza che Dio ci mette nel cuore, se la mettiamo in circolazione, miracolosamente diventa attiva e cresce, come se prima fosse sì esistente ma come addormentata.
L’affidamento a Maria, nella sua essenza, è un
consegnarsi alla Madre perché ci aiuti a tenere sempre lo sguardo fisso su Gesù, e il cuore aperto al suo amore. Non è un piccolo dono avere un tale aiuto da Maria! Perché
a ogni passo una parte di noi rema contro la fiducia, essendo noi fatti di
terra e cielo, segnati da una costante ambivalenza. E allora sentirci
costantemente sorretti da questa Madre ci rafforza nel positivo, ci stimola a
continuare sulla strada intrapresa quando arrivano degli ostacoli che fanno
pensare a uno stop. "Usa bene i doni che il Signore ti dà", ci dice Maria, "apriti
alla sua azione, ascolta la sua voce inconfondibile! Lasciati amare e
consolare". Confida in Lui e attendi con pazienza e umiltà che si compia la sua
opera nella tua vita. Lasciati condurre da Lui, da me… direbbe san Massimiliano
Kolbe “Lasciati condurre nella pace; non sei tu, ma è la grazia di Dio con te
che deve fare tutto. Le grazie le ottengono quelli che hanno fiducia”.
22 settembre 2019
Lc 16,1-13
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
In quel tempo,1 Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e
questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: «Che cosa sento
dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più
amministrare». 3L'amministratore disse tra sé: «Che cosa farò, ora che il mio padrone mi
toglie l'amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi
vergogno. 4So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato
dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua». 5Chiamò uno per uno i debitori del suo
padrone e disse al primo: «Tu quanto devi al mio padrone?». 6Quello rispose: «Cento barili d'olio».
Gli disse: «Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta». 7Poi disse a un altro: «Tu quanto devi?».
Rispose: «Cento misure di grano». Gli disse: «Prendi la tua ricevuta e scrivi
ottanta». 8Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con
scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più
scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con
la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi
accolgano nelle dimore eterne.10Chi è fedele in cose
di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di
poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete
stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati
fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? 13Nessun servitore può
servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si
affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la
ricchezza».
Nessun commento:
Posta un commento