«La
luce è venuta» afferma la Parola di questa IV domenica di Quaresima (cf. Gv 3,14-21).
Dentro alla cornice del dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo, fariseo e membro
del Sinedrio, si presenta alla nostra attenzione interiore questa dinamica di
rivelazione divina e di risposta umana. Gesù illumina il cuore di Nicodemo
facendogli capire e sentire che tutto ciò che è desiderabile – felicità,
significato, eternità – dipende da un’unica condizione: credere, avere fede. Il
verbo “credere” ritorna cinque volte in questo Vangelo, ed è da esso che
dipende la salvezza. Il criterio di giudizio sul mondo e sull’uomo sta in
questo affidarsi e aprirsi del cuore umano davanti alla Parola che Gesù, nel
buio della nostra autosufficienza, ci rivolge. Nessuno ci giudica. Siamo noi a
scegliere se farci perlomeno incuriosire dai raggi di luce che si intravedono
all’orizzonte oppure a restare chiusi e ostinati, nonostante nel buio si veda
poco e si viva male, atrofizzati e statici.
Ecco
allora che l’esempio di Maria, la discepola fedele di Gesù, ci spinge a interrogarci
sul nostro personale rapporto con la Parola. Ci invita a un ascolto attivo, che
diventa assimilazione, riconoscimento di una voce paterna che chiama e cerca l’incontro
personale, e può svilupparsi perciò in risposta, in dialogo, in docilità. Solo
così il cuore e la vita si trasformano, quando la Parola può agire e lasciare il
segno nella nostra carne, dando forma ai nostri sentimenti e quindi pensieri e
scelte. Nicodemo siamo noi quando ogni giorno, aprendo gli occhi - se siamo
onesti - sentiamo che l’unica cosa veramente urgente da fare prima ancora delle
altre è cercare il volto gioioso di Gesù, il suo sorriso, la sua Parola che
scalda il cuore ed è capace di darci l’energia necessaria per intraprendere la
giornata e viverla con i suoi occhi e col suo cuore missionario.
Credere,
affidarsi a Lui, è quanto l’affidamento a Maria ci aiuta a fare, perché non
sono soltanto il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo a fare a gara a rincorrersi
nel dono e nell’amore, e a viversi perciò in comunione profonda, ma lo è anche
Maria, che partecipa a titolo tutto speciale a questo amore divino. Il suo unico
desiderio, ci ricorda il nostro caro san Massimiliano Kolbe, è quello di
innalzare il livello della nostra vita interiore, che tradotto in parole facili
significa aiutarci a riconoscere l’azione dello Spirito in noi e corrispondere nella
libertà. Il Vangelo di questa domenica punta sul fascino della luce, una luce
che c’è, che ci lavora dal di dentro e che anima il cuore del nostro cuore,
chiamandoci all’autenticità. Il silenzio di Nicodemo che, dopo tante domande,
resta assorto, ci aiuti a riconoscere questo Spirito che ci abita e ad
affidarci a Lui con la semplicità dei bimbi.
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