«Una
cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». La
fede nasce da un incontro che cambia, sembra dirci il Vangelo di oggi (Gv
9,1-41). Ed è possibile dove c’è un cuore disposto a farsi incontrare.
Disponibilità, semplicità e flessibilità da una parte, presunzione e rigidità
dall’altra. I farisei infatti vedono con gli occhi, ma sono ostinati nel cuore,
e finiscono col non vedere quello che è sotto i loro occhi. Non perché non lo
vedano, ma perché non vogliono vederlo. Messaggio chiaro per noi. Nelle nostre
relazioni facciamo continuamente esperienza di due categorie di persone: chi
cerca il bene per tutti ed è disposto a lasciare anche una propria idea se ne
viene proposta una migliore, più adatta alla situazione, chi invece si impunta
sulle proprie convinzioni ed è irremovibile.
Ci
viene in mente la frase del Papa: «Meglio una Chiesa sporca per essere uscita a
incontrare i fratelli che una Chiesa comodamente chiusa nei suoi ambienti
asettici e senza vita». I perfezionisti, i rigidi, quelli che venderebbero la
propria madre pur di non riconoscere che come stanno pensando e vivendo non va
bene, sono quelli che vivono in realtà di progetti a tavolino, ma non si
sporcano le mani, non si abbassano a scendere
a trattative per il bene comune, non escono e non si lasciano toccare
dalle ferite degli altri. Sono perciò quelli che hanno paura di quello che
hanno dentro. Le loro ferite se le tengono ben nascoste ed evitano accuratamente
di guardarle in faccia. Non è a questa cecità che vuole condurci l’amore
liberante di Gesù, nostro Signore. Anzi, è da questo che ci libera!
Anche
l’affidamento a Maria va in questa direzione. Si tratta infatti di un gesto
molto importante che la persona sceglie di compiere nella consapevolezza di
voler percorrere le strade della fiducia. E la fiducia porta all’illuminazione.
Maria ci prende per mano e ci sostiene nel cammino di graduale scoperta dei
nostri nodi, che se non vengono riconosciuti, accolti e lavorati, rischiano di
crocifiggerci non per la vita ma per la morte, nel senso che diventano condizionamenti
che ci impediscono di volare alto, di amare con tutta libertà. Sono come tanti
piccoli legami col male che appesantiscono il cuore. La luce che Gesù ha
portato al cieco nato del Vangelo di Giovanni gli ha fatto tenere testa ai suoi
accusatori, nella professione di una fede limpida nata dalla sua esperienza di
liberazione. Sì, ci affidiamo a Maria anche per poter dire: «Devo ancora
crescere, maturare, imparare, ma una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo».
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