«Va’ e anche tu fa’ così» (cf.
Lc 10,25-37). A cosa si riferisce il Signore nel Vangelo di questa domenica? Cos’è
tanto importante e urgente fare da poter lasciare da parte tutto il resto per
attuarla? La risposta è in un verbo: caricare. Nella storia che Gesù racconta
c’è un uomo spezzato, abbandonato, lasciato solo nel suo dolore. E c’è un altro
uomo che gli si fa vicino, si prende cura di lui, lo salva dalla sua
desolazione, lo carica sulle spalle e molto più profondamente sul cuore.
Farsi carico, ovvero
decidere che l’altro è parte di me, non è sganciato dalla mia visione dell’esistenza,
dal mio modo di intendermi e di intendere la vita. Non si tratta prima di tutto
di farsi carico delle necessità materiali.
Ma di farsi carico dei vuoti dell’altro,
del bene che non riesce a fare, della vita che non riesce a esprimere. Un sfumatura
fondamentale, che Maria, madre dallo sguardo attento e sensibile, ci insegna.
Lei che si è fatta carico addirittura dell’umanità intera, non di dieci o tremila
figli, ma di miliardi e miliardi di persone che nelle generazioni hanno abitato
questa bella e povera terra. Lei ci fa capire che caricarsi l’altro è una cosa
molto più semplice da capire di quanto pensiamo: si tratta di colmare tutti i vuoti
di amore che l’altro per la sua ignoranza o sofferenza non riesce a riempire.
Trattenere una parola
poco gentile, una lamentela, mettendoci amore preso dal nostro “sacco”,
perdonare subito mettendo da parte la ferita che sentiamo per riempire di amore
quel “buco” lasciato dall’altro. Maria ha capito e vissuto questo mistero di partecipazione alla salvezza,
in realtà molto concreto. Lei ha intuito che si trattava di fare una scelta
precisa nella vita, di prendere posizione, di andare a fare esattamente “così”,
come Gesù chiedeva. Esserci in quella chiamata quotidiana all’amore in cui Gesù
ci aspetta nel vuoto lasciato dall’altro e ci chiede di vivere lì il Vangelo,
mettendoci amore. Maria a cui ci siamo affidati ci spinge a questa visione dinamica
e positiva della vita cristiana. Una bella fatica che fa di noi dono per tutti
e ci rende sempre più pronti per cogliere quel frutto dolce e profumato che il
Padre ci prepara, e che non ci sarà mai più tolto.
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