«E
vide e credette» ascoltiamo oggi nel Vangelo di questa Domenica di Pasqua (cf.
Gv 20,1-9). Giovanni, che aveva vissuto tre anni accanto a Gesù, che lo
conosceva perché lo amava, vede e crede. Non vede ancora il corpo glorioso,
questo accadrà fra poco, eppure crede. La fede in Gesù Risorto è il dono che lo
Spirito consegna ai nostri cuori, toccandoli dolcemente perché si aprano e
corrispondano. Per credere non è necessario vedere con gli occhi fisici, ma è
necessario vedere col cuore, ossia sperimentare la presenza di Gesù.
Non è
un caso che Giovanni abbia creduto alla vista del sepolcro vuoto: lui è il
discepolo che ha posto il capo sul petto di Gesù, che cioè ha stabilito col suo
Maestro una relazione di autentica fiducia e abbandono. Lui è stato il primo a
ricevere Maria come Madre ai piedi della Croce. Nell’affidarsi a lei, ha trovato anche la via più dritta per
riconoscere Cristo Risorto. Il contatto con Maria gli ha cambiato il cuore
e gli ha permesso di cogliere Dio oltre l’apparenza. Ci sono persone, e Maria è
una di queste, così trasparenti alla grazia da diventare canali di collegamento
diretto con l’amore di Dio. Poiché Dio è presente nei loro cuori e può passare
senza trovarvi ostacoli, ecco che la vicinanza con loro genera un risveglio
nell’altro, che ritrova Dio nel proprio cuore.
Affidarsi e risorgere,
affidarsi “è” risorgere!
Ogni autentico atto di abbandono in Dio spalanca le porte a un cammino di
purificazione che ha come esito la più straordinaria delle esperienze: la
rinascita nello Spirito tramite l’incontro diretto tra l’anima e Gesù. Tutto
impallidisce davanti alla possibilità concreta di incontrare Gesù Risorto.
Possiamo iniziare a risorgere già da adesso se, avvertendo la spinta interiore
a donarci a Lui, lo scegliamo veramente, confidando nella protezione e
nell’aiuto di Maria.
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