Questa domenica (IV T.O.)
il Vangelo (Lc 4,21-30) ci mette davanti il grande movimento di liberazione
operato da Gesù a cui si oppone, purtroppo, la libertà di tante persone. Oggi
come ieri. Quelli di ieri, i nazaretani, compaesani di Gesù, dopo averlo
ascoltato, lo cacciano via e cercano di togliergli la vita. Ha dell’incredibile
questa reazione se uno pensa che il messaggio dato da Gesù non era stato di
minaccia o di giudizio, ma di salvezza. Prometteva guarigione e salute
spirituale, e questo ha trovato la loro opposizione.
Il motivo ieri come
oggi è sempre lo stesso: quando non vogliamo
vedere in noi e riconoscere le zone d’ombra, finiamo con il proiettarle sugli
altri, nella speranza – vana - di liberacene e sentirci la coscienza a
posto.
Perché allora la
figura di Maria, a cui ci affidiamo, è così importante per il nostro cammino?
Perché Maria, prendendoci sotto al
sua materna protezione, ci conduce a un itinerario di libertà e di verità. Ci
aiuta a guardarci dentro, a non gettare sugli altri quello che non vogliamo
accettare di noi. Con delicatezza e bontà di pone davanti a uno specchio non
deformante, in cui vediamo sia la nostra bellezza sia quello che non va ma che può
cambiare, diventando addirittura la nostra marcia in più. Maria ci aiuta anche
a capire che non dobbiamo scandalizzarci se all’inizio sentiamo resistenza
davanti agli inviti di Gesù… ciò che conta non è sentirsi in difetto quanto
riconoscersi in errore.
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