«Apriamo il nostro cuore, lasciamola entrare e
doniamo con generosità a Maria il cuore, l'anima, il corpo e tutto senza alcuna
restrizione o limitazione».
San Massimiliano Kolbe
scrive questa accorata preghiera da Nagasaki nel ’33. Lontano dai suoi amati
confratelli polacchi, sente che non c’è cosa più necessaria per loro che
lasciare lentamente ma sempre più coscientemente entrare Maria nella loro vita,
nei loro affetti, nei loro pensieri.
Kolbe comprende bene, come maestro di vita
interiore, che l’atteggiamento di apertura del cuore verso Maria va
costantemente “monitorato”. Non si può dare per scontato il proprio cammino di
fede, per quanto forte sia stato l’incontro con Gesù e con Maria.
Occorre “aprire” il cuore, prendere cioè
coscienza di ciò che ci abita dentro e una volta individuati i punti dolenti,
scegliere di “lasciarla entrare”.
Chiedere la grazia a Maria che la sua misericordia materna entri nelle nostre
piaghe e nei nostri peccati e ci guarisca, dandoci il balsamo del suo amore.
Solo allora possiamo restituirle il nostro cuore e “donarci” generosamente, perché riconosciamo con verità la nostra
povertà e nello stesso tempo gioiamo per un amore che è più grande, e che misteriosamente
ci fa sentire nella pace più vera.
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