sabato 19 settembre 2020

Le vie amorose di Dio

 


Dio è fuori dagli schemi, i suoi pensieri non sono i nostri, le sue vie non sono le nostre. Il vangelo di questa domenica ci parla di un comportamento di Dio davvero strano. Si paragona a un proprietario terriero che esce in differenti momenti della giornata per cercare lavoratori per la sua vigna. Va all’alba, esce alle 9.00 pi a mezzogiorno e infine alle 17.00. A ogni uscita trova operai che vanno al lavoro. Cosa c’è di strano?

Quello che accade al momento della paga. Quando a fine giornata gli operai della prima ora vanno a ritirare la busta paga, fanno l’amara esperienza di vedere che è la stessa di quelli dell’ultima ora. Ma come? Hanno lavorato solo qualche ora e ricevono come loro che sono stati a faticare tutto il giorno? Sono invidiosi, eppure il datore era stato giusto con loro, perché aveva pattuito la somma che poi effettivamente gli aveva dato. Non riescono a essere felici che quei poveretti dei loro sfortunati compagni siano stati salvati all'ultimo momento. 

Dio ha una logica divina, e per fortuna! Il suo desiderio è elargire con sovrabbondanza il suo amore, il suo perdono per guarire i cuori e le esistenze malate dei suoi figli che siamo noi. A lui interessa risanarci e rimetterci in piedi, e il suo amore non è riservato a uno piuttosto che a un altro. “Io non credo” dice qualcuno “perché non ho ricevuto la grazia che ha ricevuto quel tal santo o beato”. Gesù qui ci dice che non è così: lui non fa distinzioni, la pioggia del suo amore bagna tutti i campi, ma ci sono campi meno ricettivi che si difendono dall’acqua e la fanno scivolare via.

Occorre aprire il cuore, affidarsi davvero. Questo lo capiamo anche dal dettaglio importante del vangelo di oggi, quando è detto che gli operai “andarono nella vigna”. Chiamati, vanno. Ascoltano e fanno, mettono in pratica. Si aprono cioè alla fiducia.

 E noi, quando il Signore ci chiama, quando sentiamo che ci sta ispirando certe scelte, certi cambiamenti, quando percepiamo che dentro il cuore ci sta chiedendo di lavorare su alcune parti di noi perché magari non ci stiamo orientando nella giusta direzione, siamo disposti ad andare? Ad ascoltarlo e seguirlo? A lasciarci condurre? San Massimiliano Kolbe diceva: «La cosa più importante è che l’Immacolata viva nella nostra anima. Dobbiamo approfondire il nostro affidamento e la sua azione in noi. Come fare in pratica? Sappiamo bene che non possiamo da soli, perché ciò supera le nostre forze. Solo l’Immacolata deve e lo farà nella misura in cui vuole. Da parte nostra, però, dobbiamo soddisfare qualche condizione: dobbiamo volerlo veramente. Finché la nostra anima non lo vorrà, neppure l’Immacolata potrà fare niente. È molto importante non volersi guidare a modo proprio, ma permetterle di condurci liberamente (cf. Conferenze.

Monica Reale

20 settembre 2020

Mt 20,1-16
XXV Domenica nell’anno
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:" 1 Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: «Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò». 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: «Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?». 7Gli risposero: «Perché nessuno ci ha presi a giornata». Ed egli disse loro: «Andate anche voi nella vigna».
8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: «Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi». 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: «Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo». 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: «Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?». 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

 

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