martedì 24 febbraio 2015

Quaresima tempo per affidarsi

I quaranta giorni che ci vengono donati come aiuto per tornare a Dio con tutto il cuore, sono un’occasione preziosa per affidarsi a Maria. Sì, Quaresima tempo mariano. Chi più di lei conosce il digiuno dalle cose inutili e dannose? Idoli come la mondanità, l’evasione, la frivolezza, la ricerca di divertimento e di piacere, gli attaccamenti sproporzionati, trovano un aggancio soltanto se noi gli concediamo questo spazio. Quale rimedio? L’unico che salva non è certo cambiare il nostro slancio verso la felicità, che è la nostra più bella ricchezza, quanto cambiare il cibo dell’anima.

Ognuno di noi deve nutrirsi interiormente per non rischiare il deperimento e ha bisogno di continuare a ricevere per crescere e migliorarsi. Maria, come madre, ci è vicina per aiutarci a non smarrirci e a orientare con chiarezza e decisione il nostro cuore a Dio. L’atto con cui ci affidiamo a lei ci stringe con più forza alla verità e allora sentiamo la gioia di pregare e di restare sulla Parola, per attingere da lì senso e cibo spirituale. Maria per prima ha vissuto questo rapporto vivo con la Parola: all’annunciazione il suo colloquio con Dio si fa libero e fiducioso, aperto alle domande e pronto all’ascolto di un punto di vista differente.


Il silenzio che avvolge la scena è il segno che Maria inizia a pregare in modo nuovo, proiettandosi nella vita concreta. Sarà nella vita che Dio le farà concretamente capire come entrare in modo responsabile nel dono ricevuto. Come sarebbe bello se ognuno di noi potesse con questa semplicità e questa attenzione scrutare la Parola e poi chiedere conferma a Dio nella vita! Il segreto dell’affidamento sta in questa confidenza di figli… approdo che è tanto desiderabile quanto possibile. 

lunedì 16 febbraio 2015

Il cuore arriva prima

L’affidamento a Maria viene da molto lontano… affondando le sue radici nella profondità della nostra fede. Una ricchezza e un dono che abbiamo accolto subito, intuendo la forza di questa specialissima e gioiosa consegna di noi stessi nel cuore di Maria. Se è vero che il cuore arriva prima e getta l’ancora nel punto in cui un giorno anche la ragione approderà, allora si capisce come i primi fedeli abbiano cercato protezione sotto il manto materno di Maria quasi spontaneamente, ancor prima che si facessero tante riflessioni su Maria a livello di studio teologico.

Un esempio commovente è questa preghiera, ritrovata su un papiro egiziano del II-III secolo: «Sotto la tua misericordia ci rifugiamo, Madre di Dio, le nostre suppliche non respingere nelle necessità, ma da ogni pericolo liberaci, o sola pura, sola benedetta». Un’intera comunità è nella prova – probabilmente le persecuzioni – e si affida a Maria, chiedendo aiuto, liberazione, sopportazione nelle fatiche e nelle sofferenze, pazienza di fede e speranza.


Non è forse di questo aiuto che abbiamo bisogno anche noi ogni giorno? Una Madre che ci aiuti a tenere sempre lo sguardo fisso su Gesù, applicandoci con passione all’ascolto della sua Parola. È lei che ci ispira la costanza e ci spinge a restare sul Vangelo del giorno, entrandovi dentro e aprendoci a un dialogo sincero con il Signore. Il rifugio che Maria ci dona è il suo grembo che ci educa all’ascolto della Parola. Non ha nulla di suo che non venga dalla Parola di quel Dio a cui per prima lei ha prestato ascolto, affidandosi senza limiti. Perciò, come san Massimiliano Kolbe, anche noi desideriamo affidarci a lei nella maniera più assoluta: «Rimaniamo gioiosi nella serenità, nell’Immacolata e lasciamoci plasmare da lei senza porre alcuna limitazione». Sarà poi lei ad accompagnarci nel modo che solo lei sa e che è anche il modo del figlio suo Gesù. 

La Via della felicità