sabato 5 settembre 2020

Accordati dallo Spirito



«Se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Queste parole di Gesù hanno la forza di scaraventarci dalla parte opposta a quella in cui ci troviamo per la potenza che contengono. Parole che “rovesciano”, per usare una parola mariana cioè un verbo che Maria di Nazaret ha usato quando ha voluto sottolineare una delle azioni con cui il Signore agisce nei confronti dell’umanità. Se Dio scuote l’uomo è solo per aiutarlo a togliersi di dosso la polvere che lo appesantisce e per fargli ritrovare la gioia semplice di sentirsi figlio amato, a cui nulla manca per essere felice. Perché ha l’amore di suo Padre che è nei cieli.

Ma perché questa parola ci sconvolge così tanto? Perché ci dice che dove c’è sintonia di cuori, dove ci si vuol bene, dove si impara a perdonarsi e a camminare insieme, allora nel pregare insieme può accadere il miracolo della trasformazione dei cuori e delle situazioni. Gesù sembra dire che le cose tante volte non cambiano in meglio perché non c’è armonia e quindi neppure la forza, l’intensità di una preghiera comune e condivisa. Maria aveva fatto un’esperienza molto forte a Pentecoste: vivendo in sintonia con i discepoli e pregando sinceramente insieme, lo Spirito Santo si era effettivamente materializzato e aveva fatto sentire la sua potenza e presenza. Il Padre concederà ciò che gli chiediamo quando siamo tra noi in accordo.

Allora la nostra principale preoccupazione può essere quella di coltivare un cuore umile che chiede costantemente la grazia di farsi animatore delle situazioni in cui si trova. Maria con la sua presenza ha scaldato il cuore degli altri e così l’ambiente si è riempito di vita, di gioia. Non è vero che per essere felici abbiamo bisogno di gioie costruite, per esserlo abbiamo solo bisogno di vivere relazioni riconciliate, attraverso cui far passare la vita dello Spirito Santo. Occorre solo un ingrediente, molto ma molto difficile da digerire per la nostra natura ferita: l’umiltà, quell’atteggiamento profondo con cui guardiamo all’altro come fratello, perché ci siamo davvero fatti spogliare dalla vita, abbiamo cioè rinunciato a voler avere un qualche vantaggio e pieni dell’amore di Cristo siamo disposti a perdere.

6 settembre 2020

Mt 18,15-20
XXIII Domenica nell’anno
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:" 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. 19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

 

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